Meta' delle risorse del Fondo di solidarieta' UE sono andate all'Italia
Oltre 5,2 miliardi di euro a sostegno di 24 Paesi europei. Queste le cifre del Fondo di solidarietà europeo, uno strumento di aiuto economico di cui metà delle risorse sono state assegnate all’Italia, di gran lunga, purtroppo, il primo beneficiario.
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Fondo di solidarietà UE: come funziona
Il Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE) è stato creato in seguito alle gravi inondazioni che hanno colpito l'Europa centrale nel 2002. Da allora è stato utilizzato in risposta a 84 diversi tipi di catastrofi, tra cui incendi boschivi, terremoti, tempeste e siccità.
Esistono due tipi di sostegno europeo di cui gli Stati membri colpiti da calamità possono beneficiare: a breve e a lungo termine. A questi, in caso di crisi, si aggiunge la possibilità di attivare il meccanismo di protezione civile dell'UE.
“Il Fondo di solidarietà dell’UE fornisce un sostegno finanziario a lungo termine agli Stati membri colpiti da calamità naturali e reca sollievo ai cittadini e alle regioni che ne subiscono le conseguenze. Ci ricorda, inoltre, l'importanza di investire nella prevenzione e nella mitigazione del clima, in linea con le priorità del Green Deal europeo”, ha affermato la Commissaria per la coesione e le riforme, Elisa Ferreira.
Bruxelles, da regolamento, presenta ogni anno al Parlamento e al Consiglio UE una relazione sull’attività del Fondo nell’anno precedente. In via eccezionale, a causa di ritardi nella mobilitazione delle risorse, l’ultima analisi esposta dalla Commissione si riferisce sia al 2017 sia al 2018.
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All'Italia metà delle risorse del Fondo di solidarietà UE
L'Italia è il maggior beneficiario del Fondo di solidarietà UE, considerando che il sostegno complessivo erogato dalla creazione del Fondo stesso raggiunge il totale di 5,2 miliardi di euro.
Il nostro Paese ha fatto ricorso al Fondo in diverse occasioni, tra cui le quattro ondate successive di terremoti che hanno colpito Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio, fra il 2016 e il 2017.
Proprio in riferimento a questi avvenimenti, i danni accertati raggiungono cifre incredibilmente più alte rispetto alle criticità riscontrate in altre nazioni, accompagnati da un tasso dei contributi pari al 5,47% e ad un contributo senza precedenti a valere sul Fondo di 1,2 miliardi di euro.
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FSUE 2017-2018: i contributi tra il 2017 e il 2018
Fra il 2017 e il 2018, la Commissione ha ricevuto un totale di quindici richieste di mobilitazione del Fondo, dodici delle quali sono state accolte, raggiungendo la cifra di 1,35 miliardi di euro di aiuti economici concessi.
Nel 2017 la Commissione ha ricevuto dieci nuove domande di contributo finanziario a titolo del Fondo di solidarietà, precisamente da: Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, Lettonia, Lituania e Polonia.
Nello specifico, i primi quattro paesi hanno chiesto il versamento di un anticipo per cinque domande, richiesta che in tre casi è stata ammessa a finanziamento. Infatti, poche settimane dal ricevimento delle domande, la Commissione UE ha erogato gli anticipi, per un totale di 6,5 milioni di euro.
Il supporto maggiore è stato fornito al Portogallo per rimediare agli incendi boschivi del 2017, con oltre 50 milioni di euro, seguito dalla Francia, per gli uragani Irma e Maria, con 48 milioni di euro.
Due delle domande presentate, ossia quelle relative alle inondazioni di Murcia e agli incendi di Doñana in Spagna, non soddisfacevano le condizioni stabilite dal regolamento e non sono state accolte.
Le decisioni in merito alle altre otto nuove domande del 2017 sono state adottate nel 2018. Nello stesso anno, la Commissione ha ricevuto quattro domande di assistenza a titolo del Fondo di solidarietà, dalla Bulgaria, da Cipro, dall'Italia e dalla Romania. Di queste, solo la domanda di Cipro è stata respinta, mentre ammonta a 2,3 milioni di euro la cifra stanziata per la Bulgaria.
Le decisioni in merito alle domande presentate nel 2018 dagli altri due paesi erano ancora in sospeso alla fine dello stesso anno.