Le politiche commerciali UE favoriscono l’export dei paesi poveri
Il Sistema europeo delle preferenze tariffarie a favore delle esportazioni di paesi in via di sviluppo (PVS) verso il mercato UE funziona. A dirlo il nuovo rapporto della Commissione che evidenzia come nel 2018 l’export di paesi che godono delle preferenze tariffarie speciali europee ha raggiunto il nuovo record di 69 miliardi.
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Fin dal 1971 l'Unione Europea ha utilizzato il Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG) per sostenere la crescita dei Paesi in via di sviluppo (PVS), supportandone l’export verso il ricco mercato comunitario.
Un sistema che nel corso dei decenni ha dato risultati incoraggianti, come dimostrano anche gli ultimi dati contenuti nel rapporto biennale pubblicato oggi dalla Commissione sul tema.
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Cos’è il Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG)?
L’SPG è un sistema di politica commerciale che sostiene l’economia dei PVS, favorendo le esportazioni di beni originari di questi paesi verso l’UE, attraverso una riduzione o addirittura un annullamento dei dazi doganali imposti dall’Unione su prodotti extra UE.
Non si tratta di un sistema reciproco, perché il minor carico tariffario sulle esportazioni viene assicurato solo dall’UE ai PVS (e non viceversa).
Più nello specifico, l'SPG europeo ha tre disposizioni:
- Un accordo generale per i paesi a basso e medio-basso reddito, che prevede la soppressione parziale o totale dei dazi doganali su due terzi delle linee tariffarie (15 beneficiari);
- L’SPG +, un regime speciale di incentivazione per lo sviluppo sostenibile e il buon governo. Riduce queste stesse tariffe allo 0% per i paesi vulnerabili a basso e medio-basso reddito che attuano 27 convenzioni internazionali relative a diritti umani, diritti del lavoro, protezione dell'ambiente e buon governo (8 beneficiari);
- L'ABE (Tutto tranne le armi), un accordo speciale per i paesi meno sviluppati, che offre loro un accesso esente da dazi e quote per tutti i prodotti ad eccezione di armi e munizioni (48 beneficiari).
Perchè il Sistema SPG fa bene ai PVS?
Il sistema di preferenze generalizzate sostiene la crescita dei PVS perché elimina i dazi sulle importazioni provenienti da questi paesi verso l'Unione europea.
In tal modo, molti prodotti dei PVS riescono ad accedere al ricco mercato europeo, garantendo la creazione e il mantenimento di posti di lavoro e generando ulteriori opportunità di esportazione, nel rispetto però dei principi di sviluppo sostenibile e dei diritti umani.
Le preferenze, infatti, offrono ai paesi beneficiari un incentivo ad adottare ulteriori misure per attuare efficacemente le convenzioni internazionali in materia di diritti umani, diritti del lavoro, ambiente e buon governo.
Il nuovo rapporto biennale
Le esportazioni verso l'Unione europea da parte dei paesi PVS che utilizzano preferenze tariffarie speciali nell'ambito del sistema SPG hanno raggiunto un nuovo massimo, attestandosi sui 69 miliardi di euro nel 2018.
Secondo il rapporto della Commissione UE pubblicato oggi, inoltre, le esportazioni verso l'UE dai 71 paesi beneficiari dell'SPG sono aumentate a quasi 184 miliardi di euro.
Restano ancora numerose sfide da affrontare in molti dei 71 paesi beneficiari dell'SPG, soprattutto per quanto riguarda le restrizioni alla società civile e la libertà dei media, l'accesso alla giustizia, i diritti delle minoranze, la pena capitale e la libertà di associazione.
Quando i progressi sono insufficienti, l'UE aumenta il proprio monitoraggio e può arrivare a decidere di sospendere alcuni dei benefici accordati in precedenza.
E’ il caso della Cambogia dove, a causa della grave e sistematica violazione dei principi delle convenzioni ONU e dell'Organizzazione internazionale del lavoro, l’Unione europea ha avviato la procedura di ritiro temporaneo delle preferenze.
Tra i vari focus della relazione, uno riguarda la valutazione su Bangladesh, Cambogia e Myanmar. Paesi con cui l'UE ha intensificato gli impegni nel 2017, avviando un dialogo più intenso sulle questioni relative ai diritti umani e ai diritti dei lavoratori.
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