Ricostruzione sisma: troppi ritardi, ma si punta a 5.000 cantieri in primavera
Nei giorni in cui ricorre il quarto anniversario del sisma che nel 2016 ha colpito l'Italia centrale, esce il rapporto con i numeri sulla ricostruzione. Ancora eccessivi i ritardi e i pesi burocratici, con 2-3 anni per aprire un cantiere pubblico. Ma non mancano i miglioramenti, tanto che il Commissario Legnini punta a 5mila cantieri entro la primavera.
> Sisma: i dati sulla ricostruzione pubblicati a gennaio
“A distanza di quattro anni dal primo dei distruttivi fenomeni sismici, il processo di ricostruzione, sin qui caratterizzato da una lentezza non più sostenibile, è ad un punto di svolta”. Inizia così il rapporto 2020 sulla ricostruzione post sisma, pubblicato in questi giorni dal Commissario straordinario Giovanni Legnini.
Un report che mette nero su bianco le cifre che riguardano la ricostruzione post-sisma, elencando però anche i miglioramenti intervenuti in questi mesi, capaci di ridurre le lungaggini burocratiche e di snellire le procedure.
Ricostruzione privata troppo lenta. Con l’ordinanza 100 si cambia ritmo
I numeri non mentono e il rapporto sulla ricostruzione li espone in modo chiaro, senza nascondere nulla. Al 30 giugno 2020 su oltre 80mila edifici privati danneggiati (di cui 30mila per danni lievi e 50mila per quelli gravi) le domande presentate sono state 13.948, di cui 7.945 ancora in fase di lavorazione e 5.325 accolte. Numeri troppo bassi, se si tiene anche conto che dei cantieri approvati, oltre la metà sono ancora aperti.
Certo l’emergenza Covid non ha aiutato, rallentando ulteriormente i lavori. Ma non c’è dubbio che il problema risiede nelle procedure troppo lunghe e parcellizzate, con tempi medi di istruttoria di circa un anno.
Il quadro però è destinato a cambiare radicalmente, grazie all'ordinanza n. 100 del 9 maggio scorso che dovrebbe essere in grado di abbattere di 2/3 i tempi necessari per ottenere il contributo. I primi risultati in effetti lasciano ben sperare. I primi progetti presentati con le nuove procedure, infatti, sono stati conclusi in 30-60 giorni, tanto da spingere il Commissario a pubblicare una nuova ordinanza, la n. 107-2020, per far transitare le 8mila domande ancora pendenti, presentate con la vecchia procedura, nel nuovo iter velocizzato previsto dall'ordinanza n. 100.
Il “miracolo” della velocizzazione risiede nell’aumento delle competenze in capo ai progettisti. L’ordinanza n. 100, infatti, attribuisce a loro il compito di certificare le conformità urbanistiche e determinare l’importo del contributo per la riparazione o la ricostruzione dell’immobile, e stabilisce anche tempi massimi per i compiti dei Comuni, degli USR, delle eventuali Conferenze chiamate a esprimersi sui vincoli.
> Per approfondire: cosa prevede l'ordinanza n. 100-2020
Ricostruzione pubblica: su 2,1 miliardi, erogati solo 200 milioni di euro
Anche i numeri sulla ricostruzione pubblica non sono buoni. Delle 1.405 opere ad oggi finanziate, quelle concluse sono solo 86, mentre quelle in corso 85.
Per aprire un cantiere pubblico si impiegano 2-3 anni, a causa soprattutto della complessità delle procedure per l’affidamento dei servizi tecnici e dei lavori. Ma ad incidere negativamente è anche la frammentazione delle stazioni appaltanti e spesso la mancanza di professionalità adeguate per la ricostruzione all’interno dei Comuni.
Il risultato è che a fronte di 2,1 miliardi di euro impegnati, le risorse ad oggi effettivamente erogate ammontano a circa 200 milioni di euro, circa il 10% del totale.
In questo caso la velocizzazione della ricostruzione passa per le nuove norme emanate dal governo sugli appalti pubblici, a cominciare dal dl Semplificazioni. “Le recenti norme sulla semplificazione degli appalti varate dal Governo - scrive infatti Legnini - potranno consentire, se correttamente applicate, una forte velocizzazione delle procedure”.
Il decreto, infatti, conferisce poteri speciali al Commissario per le opere urgenti e caratterizzate da particolare criticità, e per quelle da realizzare nei centri storici distrutti.
> Le misure del dl Semplificazioni
Obiettivo: 5.000 cantieri entro la primavera
L’evoluzione del quadro normativo fa ben sperare il Commissario Legnini che, per la prossima primavera, punta ad avere aperti almeno 5.000 cantieri tra privati e pubblici, con un ritmo crescente nei mesi e negli anni successivi.
Oltre che sulle nuove ordinanze, che sembrano funzionare, e sul dl Semplificazioni, l'ottimismo del Commissario si basa anche sull'imminente redazione del testo unico sulla ricostruzione privata, che sarà varato entro l’autunno.
La fiducia poi deriva dalla stabilizzazione del personale qualificato per la ricostruzione, prevista dal decreto Agosto, e dalla proroga della zona franca urbana che dovrebbe contribuire ad un rilancio dei territori colpiti dal sisma.
E per il futuro si guarda ai fondi stanziati da Bruxelles, con l’auspicio “che una quota delle risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea possa essere destinata ai territori del centro Italia per renderli sicuri, connessi ed attrattivi. Le risorse finanziarie per la ricostruzione per i prossimi due anni sono già disponibili, ma a quei 9 miliardi - spiega Legnini - occorrerà per gli anni successivi aggiungerne almeno altri dieci, in attesa della stima conclusiva dei danni che solo con la presentazione di tutte le domande di contributo e dei programmi completi degli interventi pubblici potrà raggiungere un accettabile grado di affidabilità e compiutezza”.