Stati Generali della Green Economy 2020: Green Deal e digitale per la ripresa economica
Cosa dobbiamo fare per uscire della crisi e che strada vogliamo prendere dopo la pandemia? E’ la domanda al centro della prima giornata degli Stati Generali della Green Economy 2020, l'evento che si tiene nell'ambito di Ecomondo Key-Energy, la fiera dell'economia verde di Rimini, quest'anno solo sul web.
> Green Deal call: consigli pratici per partecipare al bando Horizon 2020
Il rilancio della green economy è una leva fondamentale per far ripartire il paese, sottolinea il presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, l'ex ministro Edo Ronchi presentando la Relazione 2020 sullo stato della green economy.
Affinché tale rilancio non resti sulla carta occorre “guardare oltre l’emergenza” globale e “alzare la testa” prosegue Ronchi. “Rischiamo di sprecare la crisi, sottovalutando le cause che hanno causato la pandemia: l’impatto delle attività umane sulla natura hanno raggiunto livelli allarmanti. Dobbiamo quindi imparare a progredire entro i limiti della sostenibilità ecologica”.
La pandemia mette in crisi anche la green economy
Nel 2020 l’economia italiana è entrata in una pesante recessione, che ha colpito in modo più forte alcuni settori dell’economia, ma ne hanno risentito quasi tutte le attività, comprese quelle della green economy.
Gli esempi concreti sono forniti nella Relazione 2020 sullo stato della green economy illustrata da Ronchi nel corso dell’evento.
Nella produzione dei rifiuti speciali si stima un calo del 25% nel 2020 rispetto all’anno precedente, a causa della forte contrazione della produzione industriale e delle costruzioni.
Il blocco della ristorazione e del turismo, insieme alla carenza di personale e alle restrizioni sulle vendite all’estero, hanno giocato un ruolo rilevante nelle difficoltà nel settore agroalimentare: nel 2020 si prevede una contrazione degli acquisti agroalimentari di circa 24 miliardi di euro.
Il 2020 è poi l’annus horribilis per la mobilità: l’uso e le vendite dell’auto sono crollati durante il lockdown, ma anche nel trasporto pubblico urbano e in quello ferroviario ci sono stati cali notevoli, per non parlare del crollo del traffico aereo.
L’unico segnale positivo viene dalle rinnovabili, le uniche fonti energetiche che hanno continuato a crescere, con un più 3% nel primo semestre di quest’anno sull’anno precedente.
Secondo le stime dell’Enea citate nella relazione, ciò potrebbe tradursi, a fine 2020, nel valore record del 20% della domanda di energia soddisfatta dalle rinnovabili in Italia. In base agli ultimi aggiornamenti di Terna, nel primo semestre del 2020 la domanda di energia elettrica è calata di circa il 9% e la produzione di elettricità da fonti rinnovabili è invece cresciuta di oltre 2 TWh, in primo luogo grazie alla ripresa della produzione da idroelettrico (+1,7 TWh) e alla crescita del fotovoltaico (quasi +1,2 TWh), che hanno più che compensato il calo della fonte eolica (di circa 0,7 TWh). Complessivamente quindi la domanda di elettricità da inizio anno è stata soddisfatta per il 40% dalle fonti rinnovabili (era al 35% nel primo semestre del 2019).
Un pacchetto di proposte per far ripartire l’economia, non solo green
Il pacchetto di proposte avanzate dalle 69 organizzazioni che fanno parte del Consiglio Nazionale della Green Economy e illustrate da Ronchi nel corso degli Stati generali 2020 si basa sull’assunto che il rilancio dell’economia deve mettere al centro la transizione green e digitale.
Un pacchetto di misure innovative nella green economy, che sfruttano gli aiuti dell'Unione europea per far ripartire l'economia e al tempo stesso dare una risposta alla crisi climatica.
Le proposte si articolano in 5 asset (energia e clima, economia circolare, Green City, mobilità sostenibile e sistema agroalimentare) e comprendono misure per incrementare gli investimenti e misure di indirizzo programmatico e di riforma:
Green Deal e digitale al centro del Piano nazionale ripresa e resilienza
Già alla fine del 2019 l’Europa aveva dato una chiara indicazione del percorso che intende intraprendere sulla strada della transizione green, scelta poi ribadita con l’avanzare della pandemia. Si tratta del Green Deal, che il ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola definisce “una visione competitiva” che trasforma profondamente i sistemi economici e produttivi europei. Visione che ha trovato conferma a luglio, quando le istituzioni europee hanno siglato l’accordo che ha dato vita al pacchetto di misure che va sotto il nome di Next Generation EU.
“Un’agenda strategica che si afferma scegliendo due campi principali: transizione green e digitale”. Una rotta che l’Italia segue nel Piano nazionale di ripresa e resilienza in cui, conclude Amendola, “daremo forza alla transizione energetica, alla mobilità sostenibile, all’efficienza energetica e alla riqualificazione del patrimonio pubblico e privato”.
La bozza di PNRR consegnata alla Commissione europea, aggiunge il viceministro all’Economia Antonio Misiani intervenendo agli Stati generali della Green Economy, “mantiene l'obiettivo di usare almeno il 37% delle risorse per la transizione green, e il 20% per la transizione digitale. Questi investimenti sono una grande opportunità per un paese come l’Italia che negli ultimi 20 anni ha avuto una crescita vicina allo zero”.
“Dobbiamo sottrarre il tema della sostenibilità ambientale a una logica esclusivamente difensiva. La sostenibilità dev’essere un’opportunità per il sistema produttivo”, aggiunge.
L’agricoltura sia più green
“La transizione ecologica non conosce mezze misure: non abbiamo più tempo, e purtroppo ci arriviamo con grande ritardo”, sottolinea Rossella Muroni, vicepresidente della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati.
Che pur dimostrando grande apprezzamento per la direzione intrapresa da Bruxelles con il Green Deal, critica lo scarso livello di ambizione della Politica agricola comune: “Il lavoro che si è fatto sulla PAC non mi convince. Per anni si è investito in maniera generalizzata sulla produzione, ma ritengo che i sussidi e gli investimenti vadano fortemente spostati sul fronte della sostenibilità ambientale”.
> Agricoltura: cosa prevede la riforma della PAC
Un nuovo patto per la transizione green
“Per uscire dalla crisi del Covid e per raggiungere una nuova normalità, che sia verde e duratura occorre stringere un nuovo patto”, fatto di azioni concrete che riguardano la transizione energetica, modelli nuovi di mobilità, il sostegno alle imprese verdi, la lotta al dissesto idrogeologico, la valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico, la riforma fiscale in chiave green e la decarbonizzazione dell’economia, sottolinea il ministro dell’Ambiente Sergio Costa chiudendo i lavori della plenaria inaugurale degli Stati generali della Green economy.
“La transizione ecologica che stiamo vivendo oggi è una rivoluzione green”, che getta le basi di “un sentiero da cui non ci discosteremo più: cerchiamo di lasciare il fossile in funzione del green avendo a mente diversi riferimenti: creare valore economico, diminuire il rischio sanitario e ambientale”.
Foto di eko pramono da Pixabay