Contract logistic e Covid: calano i fatturati, ma il settore dimostra la sua resilienza
A causa del Covid il fatturato della contract logistics potrebbe scendere del 9,3%, anche se da giugno il settore segna una ripresa del 6%. A pesare è anzitutto il lockdown. Ma la pandemia accelera anche l’innovazione, con un aumento delle startup e il ricorso ai big data. E per i mesi a venire Assologistica chiede il riconoscimento del settore come “servizio pubblico essenziale”.
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Dopo anni di crescita ininterrotta, i trend positivi della logistica conto terzi vengono frenati dal Covid che nel 2020 rischia di mandare in fumo il 9,3% del fatturato. In controtendenza - per ovvi motivi - solo l’e-commerce, il food e l’healthcare.
Sono questi i primi dati emersi dalla ricerca dell'Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” della School of Management del Politecnico di Milano presentata il 10 novembre durante il convegno online "Contract Logistics: dall’emergenza le basi per un nuovo futuro" a cui hanno partecipato oltre 200 operatori logistici.
La logistica come “servizio pubblico essenziale”
Durante l’emergenza sanitaria, però, il settore si è mostrato anche un pilastro della tenuta del Paese, scongiurando “il rischio oggettivo di aggiungere alla crisi sanitaria anche quella degli approvvigionamenti”, sottolinea Andrea Gentile, presidente di Assologistica, intevendo alla presentazione.
Un dato di fatto - confermato anche dai ricercatori del Politecnico - che porta Gentile a chiedere al governo l’immediato riconoscimento di “servizio pubblico essenziale” per le attività di logistica, per tutta la durata di permanenza dello stato di emergenza.
Outsourcing e innovazione, le armi contro il Covid
La tenuta del settore davanti all’impatto della pandemia è stato il frutto di un mix di fattori che in parte hanno amplificato “gli elementi di cambiamento già in atto”, ha ricordato Elena Tappia, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics.
Ad incidere positivamente è stata, ad esempio, la capacità gestionale dei manager logistici che - sottolineano i ricercatori - hanno saputo prendere decisioni rapide e hanno creato delle task force per gestire efficacemente i flussi.
Ma i risultati sono arrivati anche grazie all’apporto dell’outsourcing (capace di assicurare un rapido adeguamento della capacità operativa), alla diffusione del trasporto intermodale strada-ferrovia e alla condivisione di asset provenienti da altri settori bloccati durante il lockdown.
Speculare agli aspetti manageriali e organizzativi è stata poi l’innovazione a cui il Covid ha dato un’accelerata. Da questo punto di vista, sono tre le modalità adottate dalle aziende logistiche per innovarsi:
- l’acquisizione di startup già consolidate;
- la creazione di una startup propria / lo sviluppo di una soluzione interna;
- il finanziamento di startup non appartenenti al proprio gruppo/organizzazione.
A prescindere dal metodo, il settore segna una grande propensione all’innovazione. Crescono nel mondo le startup logistiche (+57% rispetto al 2018), così come il ricorso ai Big Data Analytics che “durante l’emergenza hanno aiutato le imprese a reagire alle difficoltà, accelerando i tempi di adozione delle tecnologie e consentendo di reinventare i processi, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle scorte e la previsione della domanda”.
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Il futuro della contract logistic dopo il Covid
Alcune tendenze del settore per i mesi a venire e che probabilmente potrebbero perdurare anche dopo il Covid emergono dalle priorità di investimento identificate dagli operatori stessi. Secondo l'Osservatorio, infatti, nel 2021 per il 62% del campione analizzato la priorità sarà lavorare ad azioni mirate a una maggior resilienza del sistema logistico in termini di capacità di adattamento a nuovi contesti.
Seguono:
- l’introduzione di soluzioni per la digitalizzazione dei processi (50%), con particolare attenzione ai Big Data Analytics, per un miglior monitoraggio delle attività aziendali e dei processi di filiera;
- L’attenzione per la sicurezza dei lavoratori (38%);
- La semplificazione della gestione dei flussi logistici (27%), raggiungibile anche con la revisione e digitalizzazione di alcuni processi.
Un’altra tendenza che sembra consolidarsi è poi quella che interessa la trasformazione degli immobili logistici. Il Covid19 - spiegano infatti dall’Osservatorio - spinge lo sviluppo dell’ultimo miglio, portando ad una trasformazione dei magazzini di prossimità e di smistamento e alla nascita di micro-fulfilment center, dove le operazioni di prelievo sono automatizzate e integrate con il trasporto nell’ultimo miglio. Ma a crescere sono anche le esigenze di una strategia omnicanale e l’attenzione alla sostenibilità dei magazzini anche attraverso il ricorso all’automazione.
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