Accordi commerciali UE, cresce l'export verso Canada e Giappone
L’anno scorso il commercio internazionale dell’UE è cresciuto di più con i paesi con cui Bruxelles ha firmato accordi commerciali. Vola l’export verso Canada e Giappone. A dirlo i dati del 4° Rapporto della Commissione europea sull’attuazione degli accordi di libero di scambio.
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“Nel 2019, nonostante la perdurante crisi del WTO e le tendenze protezionistiche e a dispetto di un rallentamento del commercio e degli investimenti a livello mondiale, gli accordi commerciali dell'UE hanno continuato ad agevolare lo scambio equo di merci, servizi e investimenti, a consolidare il quadro delle norme internazionali, a promuovere obiettivi di sostenibilità e a contribuire alla dimensione internazionale della politica industriale dell'UE”.
Sono queste le conclusioni del 4° Rapporto sull’attuazione degli accordi di libero di scambio presentato dalla Commissione UE, che analizza i risultati conseguiti nel 2019 da 36 importanti accordi commerciali preferenziali che l’Unione ha in piedi con 65 paesi del mondo.
Con gli accordi preferenziali il commercio UE va meglio
Grazie a questi accordi, la performance dell'import-export europeo è cresciuta notevolmente. Nel 2019, infatti, gli scambi di merci dell'UE con i 65 paesi terzi partner di accordi preferenziali sono aumentati del 3,4%, a fronte di un incremento del 2,5% raggiunto invece dagli scambi commerciali dell’UE con il resto del mondo.
Dati che diventano ancora più interessanti se si considera che questi accordi hanno contribuito con 113 miliardi al surplus commerciale complessivo dell'UE che è pari a 197 miliardi di euro.
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Vola il commercio con Canada e Giappone
A segnare risultati particolarmente positivi sono stati soprattutto gli accordi con Canada e Giappone.
Nel primo caso il CETA, cioè l’accordo UE-Canada, al suo secondo anno di vita ha portato ad un aumento degli scambi bilaterali pari a quasi un quarto (il 24,5%) rispetto alle performance registrate tra il 2015 e il 2017. Un incremento che, tra le altre cose, ha fatto salire di una posizione il Canada tra i mercati più importanti per le esportazioni agroalimentari europee, passando dal 9° all’8° posto.
Risultati positivi sono arrivati anche dal primo anno di attuazione dell'accordo di partenariato economico UE-Giappone. Rispetto al 2018, infatti, il commercio bilaterale di merci è cresciuto del 6% in tutti i settori, favorendo in particolare le esportazioni europee in quelle categorie che hanno beneficiato delle forti riduzioni tariffarie, come il tessile, l'abbigliamento e le calzature, che sono cresciute in media del 10%. Molto bene anche l’export di prodotti agroalimentari europei che è cresciuto del 16%, arrivando a rappresentare il 12% delle esportazioni totali dell'UE nel mercato giapponese.
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Non solo merci. A crescere è anche il mercato degli appalti pubblici
A crescere non sono solo, però, le esportazioni di prodotti e servizi. Grazie agli accordi preferenziali, infatti, aumenta anche la possibilità per le imprese UE di partecipare agli appalti pubblici di molti paesi partner.
Gli accordi commerciali dell'UE garantiscono infatti alle imprese europee di accedere agli appalti pubblici per l'acquisto di merci e servizi, compresi i lavori pubblici. “Le norme applicabili - spiega infatti il Rapporto - stabiliscono le condizioni di accesso al mercato per assicurare la trasparenza delle procedure e garantiscono la non discriminazione e la parità di trattamento tra le parti, consentendo ai fornitori locali e ai fornitori dell'altra parte di presentare offerte alle stesse condizioni e garantendo l'efficacia del trattamento dei reclami in materia di appalti pubblici”.
E’ il caso ad esempio dell’accordo UE-Corea del Sud che amplia gli impegni di entrambe le parti in materia di accesso al mercato a settori non previsti dall'accordo del WTO sugli appalti pubblici, vale a dire le concessioni di lavori pubblici nell'UE e i contratti "Build-OperateTransfer" (BOT) in Corea del Sud, che comprendono la costruzione e la gestione di strade.
Nel caso del CETA, invece, l'accordo comprende un'ampia gamma di appalti pubblici indetti da enti decentrati, in particolare i Comuni.
Buone notizie anche nel public procurement nipponico. Grazie all’accordo, infatti, il Giappone concede ai fornitori dell'UE un accesso non discriminatorio ai mercati degli appalti di 48 città con circa 300mila abitanti, pari al 15% della popolazione giapponese. A livello nazionale, invece, il Giappone ha aperto agli offerenti europei le gare d'appalto relative a 87 ospedali e istituzioni accademiche e 29 enti di distribuzione dell'energia elettrica. L'UE ha inoltre ottenuto un maggiore accesso al mercato giapponese delle attrezzature e delle infrastrutture ferroviarie.
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> Consulta il 4° Rapporto sull'attuazione degli accordi commerciali UE