Rapporto OICE 2020: l'ingegneria italiana resiste al Covid
Nei primi sei mesi del 2020 il fatturato estero delle imprese italiane di ingegneria e progettazione è calato “solo” del 14,5%. A dirlo il rapporto OICE 2020 presentato ieri e che conferma una sostanziale tenuta delle nostre imprese all’estero, nonostante il Covid e il lockdown.
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Da anni ormai le imprese di ingegneria e progettazione italiane sono sempre più forti nei mercati esteri. La conferma arriva dai numeri dell’ultimo rapporto OICE, dove si legge che nel 2019 le nostre imprese hanno conseguito all’estero oltre la metà del loro fatturato: 1,7 miliardi di euro, pari al 60% di quello complessivo.
Chiaramente il Covid ha frenato la corsa anche di questo settore, ma in misura più contenuta rispetto a quanto si potesse temere. Quel 14,5% di calo, infatti, va letto come un dato tutto sommato positivo considerando il lockdown di marzo e il fatto che la maggior parte del volume di affari deriva da paesi lontani, Asia in primis.
Cresce il mercato asiatico e il procurement privato. Tra i settori vola l’energia
Entrando nel vivo delle cifre, nel 2019 oltre il 50% del fatturato è stato realizzato in Asia (incluso il Medio Oriente), con un balzo vigoroso rispetto all’anno precedente registrato in Asia centrale (dove il turnover delle nostre imprese è passato dal 5,5% al 18,2%).
Molto bene anche l’Africa che si colloca in seconda posizione dopo l’Asia e che ha registrato un altro boom di fatturato rispetto all’anno prima: il 23,1% nel 2019 rispetto al 13,6% del 2018.
Passando alla committenza, invece, la parte del leone continua ad essere il settore privato, “segnando dunque ampi margini di crescita in quello pubblico”, si legge nel rapporto.
Se si guarda infine ai settori dei progetti portati a casa dalle nostre imprese, con il suo 71% svetta senza dubbio quello dell'energia. Seguono quindi il campo che interessa la progettazione urbana e quella dei trasporti.
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Ingegneria italiana e Covid: i dati sul 2020. Crescerà il mercato UE
Davanti alla pandemia, il comparto dell'ingegneria e della progettazione italiana sembra stia resistendo abbastanza bene.
I dati del primo semestre 2020 segnano infatti una flessione del 14,5% del turnover realizzato all’estero. A pesare è stata anzitutto la difficoltà legata agli spostamenti (soprattutto nei paesi più lontani), a cui si è aggiunta la riduzione del lancio di nuovi progetti, il ritardo dei pagamenti e più in generale una complessiva incertezza politica che rende il quadro instabile.
Rispetto a questi fenomeni, le nostre imprese stanno reagendo rapidamente, adattandosi in qualche modo alle contingenze causate dal virus. Non sorprende quindi che, secondo l’OICE, nell'immediato il mercato UE potrebbe subire un balzo in avanti, passando verso ilmente dal 12,8% del 2019 al 34,2%.
Giudizio positivo sulle azioni del governo
Come ha avuto modo di sottolineare anche il sottosegretario agli esteri, Manlio di Stefano intervenendo alla presentazione, dal rapporto emerge che l’84% delle società OICE ha accolto con favore il sostegno del sistema istituzionale ed economico italiano per l’attività all’estero (MAECI, Ambasciate, Consolati, ICE). A piacere sono state in particolare le misure messe in campo da SACE e dal SIMEST, che incassano un giudizio positivo del 63% la prima e del 77% la seconda.
Ma per il futuro l'aspettativa è di un incremento ulteriore dell’assistenza del Sistema Italia sui mercati esteri, nonché l’avvio di una nuova fase di gestione del patrimonio esistente e dei nuovi investimenti da adottare nei piani di recovery, dove il mondo italiano dell'ingegneria, dell'architettura e della progettazione vuole giocare un ruolo di prima piano.
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