Caro bollette: verso la riprogrammazione dei fondi europei
Nella giornata di oggi il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, dovrebbe ricevere da Ministeri e Regioni responsabili dei fondi strutturali europei e del FSC indicazioni sulle priorità per la riprogrammazione delle risorse ancora inutilizzate. Risorse che potranno finanziare le misure straordinarie contro il caro energia, come proposto dalla Commissione UE il mese scorso.
5 ipotesi per utilizzare i fondi europei contro il caro bollette
Il 18 ottobre Bruxelles ha infatti adottato un pacchetto di misure per affrontare la crisi energetica, che comprende anche la proposta di autorizzare - come già previsto per l'emergenza Covid e per l'accoglienza de rifugiati in fuga dall'Ucraina - un uso flessibile dei fondi strutturali europei della Politica di Coesione 2014-20. In questo modo il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo e il Fondo di coesione - nel limite del 10% delle risorse assegnate a ciascun paese UE non ancora utilizzate - potranno coprire varie misure adottate dai Governi in risposta al caro bollette, incluso il sostegno al capitale circolante delle imprese.
Per l'Italia i fondi europei potenzialmente utilizzabili si aggirano sui 3 miliardi, a patto di trovare la quadra con le amministrazioni titolari dei Programmi operativi nazionali e regionali che, insieme al ministro Fitto, dovranno individuare gli interventi FESR e FSE da definanziare a favore degli aiuti anticrisi e sulle eventuali compensazioni a valere sul Fondo sviluppo e coesione (FSC).
Parallelamente alla riprogramazione dei fondi europei 2014-2020, sul tavolo del Governo Meloni c'è anche l'ipotesi di modificare quanto previsto dall'Accordo di partenariato sui fondi UE 2021-27 approvato a luglio dalla Commissione. Come nel caso del PNRR, l'argomentazione dell'Esecutivo nel confronto con Bruxelles poggia sul fatto che il contesto economico e le priorità strategiche che dettano le scelte di investimento pubblico sono profondamente mutate, ponendo gli investimenti per l'autonomia energetica in cima all'agenda del paese.
Il ministro Fitto ne ha parlato in occasione degli incontri con i rappresentanti sindacali e delle imprese, prospettando un quadro unitario in cui far operare in sinergia la riprogrammazione dei fondi UE e FSC 2014-2020, le nuove programmazioni dei fondi europei e nazionali 2021-27 e il PNRR rivisto. Il tutto in tempi brevissimi, visto che i fondi della scorsa programmazione vanno spesi entro il 2023, quelli del Recovery entro il 2026 e il nuovo ciclo della Politica di Coesione parte già in ritardo, con diversi Programmi operativi regionali non ancora approvati dalla Commissione e i PON tutti fermi al palo.
Per approfondire: Cosa prevede l'Accordo di partenariato 2021 -27 dell'Italia