Attuazione PNRR, Corte dei Conti: risultati buoni ma ipoteche per il futuro
La Corte dei Conti ha approvato la Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR nel primo semestre 2023, confermando i buoni risultati raggiunti dagli obiettivi europei. Per il prossimo futuro urge però concludere la revisione del Piano, nonché assicurare personale adeguato via via che aumentano le operazioni di rendicontazione della spesa. Incerta anche la digitalizzazione della PA dove mancano all’appello 65mila tecnici digitali.
Le proposte di revisione del PNRR
E’ questo in buona sostanza il quadro di attuazione del PNRR certificato dalla Corte dei Conti nella delibera n. 34/SSRRCO/REF/2023 che da un lato si concentra sul conseguimento degli obiettivi (target e milestone) concordati a livello europeo e nazionale nel primo semestre 2023, mentre dall’altro si occupa del semestre in corso.
Il risultato è una fotografia a luci e ombre in cui, al progresso degli obiettivi del primo semestre, si affiancano incertezze sulla seconda parte dell’anno che prevede ulteriori 69 obiettivi, la maggior parte dei quali interessati dalla proposta di revisione del Governo.
Oltre a certificare il livello di attuazione del Recovery plan italiano, la Relazione della Corte dei Conti contiene anche dei focus specifici sull'impatto dell’inflazione sulla realizzazione del Piano, sulle attività di monitoraggio e rendicontazione e le relative strutture chiamate a farlo nonché sul processo di digitalizzazione della PA italiana che, nonostante l’accelerazione dettata dal PNRR, resta ancora indietro rispetto al resto d’Europa.
L’attuazione del PNRR nel 2023
Per quanto concerne il primo semestre 2023, risultano tutti conseguiti a sistema i 28 obiettivi previsti, con il conseguente innalzamento al 34% del livello complessivo di attuazione del Piano che, a fine 2022, era al 28%. Un po’ meno performanti - scrive invece la Corte - i risultati per le 54 scadenze di rilevanza nazionale, dove si evidenzia un tasso di conseguimento più basso (74%), mentre il 19% circa figura in corso e un’ulteriore 7% in ritardo.
Anche fronte riforme prosegue il percorso di attuazione, in molti casi attraverso il passaggio alla fase della regolamentazione di dettaglio, di fonte secondaria. Ciò ha interessato, in particolare, il settore della giustizia civile e penale, oltre che quello del pubblico impiego. Di particolare rilievo, per l’impatto sugli operatori di mercato, l’avanzamento della riforma sulla riduzione dei tempi di pagamento delle PA. In ambito fiscale, l’obiettivo di semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti è stato perseguito, invece, attraverso l’avvio delle dichiarazioni IVA precompilate per l’esercizio 2022, rese disponibili per oltre 2,4 milioni di soggetti.
Infine sul versante degli investimenti, sono molte le iniziative che hanno visto il loro percorso attuativo progredire attraverso la conclusione delle procedure di gara e l’aggiudicazione dei contratti.
Come già accennato, nel semestre in corso l’avanzamento del Piano prevede ulteriori 69 obiettivi europei, la maggior parte dei quali interessati dalla proposta di revisione del Governo. Sulla base delle informazioni disponibili a inizio ottobre a sistema ReGiS, integrate con quanto comunicato dalle Amministrazioni titolari, 10 dei 69 obiettivi europei risultano come già raggiunti, 57 figurano ancora in corso (83% del totale), mentre una quota più residuale appariva in ritardo rispetto alle tempistiche del cronoprogramma (2, pari al 3%). Le valutazioni delle Amministrazioni titolari in merito al grado di complessità dei 59 obiettivi ancora da raggiungere restituiscono un quadro in cui 10 sono classificati con un grado di difficoltà alta, 21 media e 28 bassa. Sul fronte delle scadenze con rilevanza meramente nazionale, dei 15 obiettivi del terzo trimestre dell’anno, 6 risultavano già completati.
Rendicontazione PNRR: importante assicurare personale adeguato
Un aspetto rilevante messo in luce dalla Relazione è poi quello relativo al sistema di gestione e controllo sulle attività del PNRR, con particolare riguardo a quelle di verifica sulla rendicontazione della spesa. Su questo fronte il giudizio della Corte è positivo, visto che i magistrati contabili lo ritengono caratterizzato da un adeguato grado di affidabilità.
Importante però l’alert per il futuro, nel quale è atteso un presumibile incremento delle attività connesse ai riscontri della rendicontazione di spesa, con l’avanzamento delle iniziative e l’inoltro a sistema delle domande di rimborso. In queste fasi sarà quindi cruciale monitorare costantemente l’adeguatezza organica delle strutture di controllo, al fine di assicurare il tempestivo espletamento delle verifiche e garantire la liquidità ai soggetti attuatori.
L’impatto dell’aumento dei prezzi sull'attuazione del PNRR
Uno dei focus della Relazione della Corte è poi quello relativo alla valutazione dell’impatto dell’inflazione sui progetti di investimento del Piano.
In base all’attuale livello dei prezzi, la Corte ha infatti certificato che la produzione dei beni e servizi nell’ambito del PNRR ha subito un aumento di prezzo ponderato stimabile nell’ordine del 10,7%.
In tale contesto, le misure poste in essere dal Governo, in particolare attraverso l’integrazione delle risorse con il Fondo opere indifferibili (FOI), sembrano essersi distribuite in modo coerente con le necessità.
Importante poi sottolineare come gli interventi destinatari a sistema REGIS delle risorse integrative evidenzino incrementi di prezzo più elevati di quelli medi del Piano, nell’ordine del 12,6%. Su tali interventi le risorse aggiuntive del Fondo raggiungono il 17% del finanziamento PNRR iniziale.
Infine, una ricognizione effettuata sulle gare di appalto mostra come il finanziamento aggiuntivo FOI abbia raggiunto procedure di affidamento caratterizzate da maggiore problematicità, in particolare in termini di incidenza di numero di gare andate deserte.
PNRR e digitalizzazione PA: mancano 65mila tecnici
Infine la Relazione va sul percorso di digitalizzazione della PA italiana, stimolato dalle misure del PNRR, ma che dovrà necessariamente essere accompagnato dal rafforzamento delle dotazioni di personale caratterizzato da elevate competenze tecniche.
Al riguardo, infatti, emerge come la PA italiana risulti in grave ritardo, rispetto agli altri Paesi europei, nella dotazione di personale specializzato in ambito digitale: per portare il peso nell’occupazione della PA delle figure qualificate come “scientists and engineers” agli standard medi europei occorrerebbe aumentarne il numero di ben 65.000 occupati.
Consulta la Relazione della Corte dei Conti
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