Corte Conti UE: i finanziamenti europei per l'acquacoltura non centrano gli obiettivi
Secondo i giudici di Lussemburgo, nonostante i fondi europei stanziati siano triplicati, l'efficacia dei finanziamenti per l’acquacoltura sostenibile è ancora debole. "La produzione acquicola in Europa - avverte la Corte - sembra proprio a un punto morto".
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Alla luce dell'importanza dell'acquacoltura per gli obiettivi dell'European Green Deal e della Strategia UE per l’economia blu, ricorda la Corte, i finanziamenti europei per la produzione acquicola sono notevolmente aumentati rispetto al passato.
Basti pensare che le risorse del FEAMP, il Fondo europeo per gli affari marittimi alla pesca, dedicate esclusivamente all'acquacoltura nella programmazione 2014-2020, pari a 1,2 miliardi, sono state il triplo di quelle previste nel settennato 2007-2013. Gli sforzi finanziari per l'acquacoltura sostenibile proseguono nella programmazione 2021-2027 con il FEAMPA, che non a caso riporta nell'acronimo una “a” finale, che sta proprio per acquacoltura, con un budget di un miliardo di euro.
In base alla relazione pubblicata dalla Corte dei Conti europea, però, queste risorse sono state stanziate senza una valutazione effettiva del fabbisogno, nella scorsa programmazione sono rimaste in parte inutilizzate e alla fine non hanno prodotto risultati concreti, anche perché l'eccesso di fondi ha spinto gli Stati membri a finanziare quasi tutti i progetti presentati, indipendentemente dall'effettivo contributo agli obiettivi UE per l’acquacoltura.
Così, se in generale gli auditor rilevano che, nonostante l'incremento dei finanziamenti destinati all'acquacoltura nel periodo 2014-2020, la produzione acquicola non è decollata e il numero di imprese e di posti di lavoro nel comparto è diminuito, in due dei maggiori paesi produttori - l'Italia e la Francia – la Corte registra addirittura un calo.
Secondo la Corte, quindi, la Commissione avrebbe dovuto adottare un approccio più mirato, per rendere più selettivi ed efficienti gli aiuti. In più, c'è un problema di monitoraggio: nonostante l'acquacoltura sia una risorsa chiave nella strategia europea per la blue economy, non è stato previsto un insieme unico di indicatori per valutare la sostenibilità ambientale del settore e i dati attualmente forniti sono disomogenei e non attendibili, per lo più sovrastimati, con “valori conteggiati tre volte e cifre che variano a seconda del sistema di rendicontazione selezionato”.