A rischio i fondi europei per la pesca del PO FEAMP 2014-2020
Un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome chiede al Mipaaf di invocare la causa di forza maggiore dovuta all’epidemia da Covid-19 per evitare il disimpegno automatico delle risorse del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.
Cosa finanzierà il nuovo PO FEAMPA 2021-27
L'attuazione del PO FEAMP 2014-2020, già in forte ritardo per le complessità che caratterizzano la gestione del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, è stata ulteriormente rallentata dalle conseguenze del Coronavirus.
Spesa fondi FEAMP in ritardo
Secondo i dati del portale di open data della Commissione europea, al 22 novembre le risorse allocate a valere sul PO FEAMP 2014-2020 corrispondono al 68% della dotazione, mentre la spesa è ferma al 38%, circa 376,5 milioni a fronte di un buget totale di 979,4 milioni di euro. Per quanto riguarda la quota di fondi UE, i pagamenti sono fermi al 44% dei 537,2 milioni a carico del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, pari a 238,9 milioni di euro.
Si tratta di una situazione che non interessa solo l'Italia e che vede una velocità di esecuzione poco elevata anche a livello UE: a fronte di 7,8 miliardi di risorse a disposizione dei Programmi FEAMP, tra fondi europei e rispettivi cofinanziamenti nazionali, gli impegni si attestano al 42%; guardando ai 5,6 miliardi di quota FEAMP, i pagamenti non raggiungono il 50% del totale. Un quadro imputabile alla complessità amministrativa che caratterizza il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca 2014-2020 e che sin dall'avvio della programmazione ha generato notevoli ritardi negli Stati membri. Tanto che, secondo uno studio del Parlamento europeo, a metà del ciclo 2014-2020 il tasso di esecuzione del FEAMP si limitava al 7% a livello UE.
In questo contesto si è innestata la crisi Covid-19, aggravando il quadro, nel caso dell'Italia, fino al rischio imminente di disimpegno automatico.
Ricorso a clausola forza maggiore per evitare disimpegno automatico
Secondo il documento approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e inviato al Ministero delle Politiche agricole, le difficoltà di attuazione del Programma collegate alla complessità delle procedure e alle problematiche strutturali che hanno rallentato sin dall'inizio la gestione delle risorse e l'assunzione di impegni a valere sul FEAMP si sono aggravate considerevolmente a seguito dell'emergenza sanitaria.
La pandemia, infatti, si legge nel documento, “ha influito negativamente sulla reale possibilità di fare investimenti da parte delle imprese ittiche, che sono state costrette a richiedere proroghe e/o a rinunciare alla realizzazione di progetti già ammessi a contributo”. Inoltre, molte imprese fornitrici hanno cessato l’attività a causa del Covid, scaricando il problema sui beneficiari dei fondi.
La conseguenza, avvertono le Regioni, è un rischio concreto di disimpegno automatico. Nonostante l’impatto del Coronavirus, infatti, il calendario e le regole del disimpegno automatico non sono stati modificati e alla scadenza del 31 dicembre 2021 l'Italia rischia di perdere ingenti risorse.
L'unica strada per ridurre l'importo soggetto a disimpegno consisterebbe nell'attivare la clausola della forza maggiore: l'Autorità di Gestione del Programma dovrebbe cioè appellarsi a una circostanza eccezionale - in questo caso l'emergenza Covid - come impedimento che ha compromesso gravemente l'attuazione del Programma, in tutto o in parte.
E' questa la via suggerita dal documento indirizzato al Mipaaf, che è AdG del Programma operativo FEAMP, con le Regioni in qualità di organismi intermedi. “L’Autorità di Gestione è sempre stata informata nell’ambito dei diversi monitoraggi, nei quali sono state evidenziate tali criticità”, si legge nel testo, e “prevedendo la difficoltà nel raggiungere gli obiettivi di spesa dovute principalmente al Covid-19, già nel 2020, diversi Organismi Intermedi hanno chiesto all’AdG di avvalersi di quanto previsto all’art. 87 comma 1 lett. B del Regolamento UE 1303/2013, invocando la causa di forza maggiore dovuta all’epidemia da Covid-19 e di conseguenza “eccezione” al disimpegno automatico (N+3)”.
Si tratta, in ogni caso, di un passaggio non scontato. Con i pacchetti CRII e CRII Plus, introdotti dalla Commissione per accelerare l'utilizzo dei fondi europei in risposta alla pandemia, Bruxelles non ha infatti agevolato il riconoscimento della forza maggiore, ma ha solo semplificato la procedura, permettendo di riunire in un unico dossier giustificativo le operazioni di importo inferiore a un milione di euro aggregandole a livello di priorità.
Per accedere al riconoscimento della forza maggiore, quindi, il Mipaaf dovrebbe quantificare il rischio disimpegno e dimostrare alla Commissione europea che il target di spesa non è stato raggiunto come conseguenza diretta del Coronavirus, ma anche che sono state prese tutte le misure di dovuta diligenza per ridurre l’impatto della forza maggiore sull’avanzamento dei progetti e a livello di Programma.
In Gazzetta UE il regolamento FEAMPA 2021-27: 6,1 miliardi per la pesca
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