Consiglio europeo: rafforzamento mercato unico a partire dal rapporto Letta e nuovo Patto per la competitività
Il Consiglio europeo accoglie con favore la relazione sul mercato unico "Much More Than A Market", presentata dal presidente del Jacques Delors Institute ed ex premier italiano, Enrico Letta, e invita la futura presidenza ungherese del Consiglio a portare avanti i lavori sulle sue raccomandazioni entro la fine dell'anno. “È l’ultima finestra di opportunità per mettere fine alla frammentazione e agire insieme“, ha detto in conferenza stampa il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
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Il rapporto Letta sul futuro del mercato unico, che si pone lungo una linea ideale che va dal rapporto Monti del 2010 e conduce al report sulla competitività che Mario Draghi dovrebbe presentare al Consiglio europeo a fine giugno, è stato uno dei punti qualificanti del dibattito tra capi di Stato e di governo dell'Unione, che giovedì hanno avuto un lungo confronto sulle possibili traiettorie da seguire per aumentare la competitività dell'Unione attraverso una maggiore integrazione in alcuni ambiti e settori chiave.
Il tema, già al centro delle riunioni di marzo e giugno 2023, è strettamente legato al sostegno alla transizione verso un'Europa climaticamente neutra, digitale e inclusiva, ma anche alla necessità, si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo, di rispondere alle "tensioni geopolitiche" e alle "misure politiche più assertive adottate dai partner e concorrenti internazionali". In questo quadro i leader UE hanno convenuto sulla necessità di un nuovo "Patto per la competitività europea, ancorato a un mercato unico pienamente integrato" da mettere al servizio "del rafforzamento della base economica, manifatturiera, industriale e tecnologica europea, in modo da garantire la resilienza economica, il rinnovamento industriale, la competitività globale, la leadership tecnologica e l'attrattiva in quanto sede di attività economiche dell'Unione".
A questi obiettivi dovranno concorrere a livello finanziario un uso strategico degli appalti pubblici, i finanziamenti della Politica di Coesione e della BEI e un approfondimento dell'Unione dei mercati dei capitali. Un ambito, quest'ultimo, che vede però i paesi membri ancora distanti, con diversi Stati contrari all'armonizzazione delle regole fiscali nazionali e alla convergenza della vigilanza dei mercati dei capitali in tutta l'UE. La mediazione raggiunta dal Consiglio sarebbe quella di limitare l'armonizzazione al diritto fallimentare e la vigilanza comune solo agli attori “più rilevanti dal punto di vista sistemico”.
Sul fronte del rafforzamento del mercato unico, invece, le conclusioni del Consiglio invitano ad elaborare, entro il giugno 2025, una nuova strategia orizzontale che si concentri soprattutto "sulla risposta alle sfide che incidono sulla competitività delle imprese di tutte le dimensioni, prestando particolare attenzione alle PMI e alle start-up". Sarà uno dei compiti della nuova Commissione dopo le elezioni europee dell'8-9 giugno.
Non poteva mancare, tra i riferimenti alle sfide settoriali, un richiamo alle problematiche dell'agricoltura, che secondo i leader UE richiede ulteriori misure di sostegno, sia fronte semplificazione amministrativa sia per il rafforzamento della posizione degli agricoltori europei nella filiera agroalimentare e rispetto alla concorrenza globale. Tra le misure necessarie, per i 27, ci sono anche la proroga del Quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, proposta in questi giorni dalla Commissione europea, e la possibilità di aumentare il massimale per gli aiuti de minimis a favore dell'agricoltura.
Cosa dice il rapporto Letta sul mercato unico
Premessa del rapporto Letta, che ha dato l'avvio alla discussione tra i leader dell'Unione, è che, ad oltre trent'anni dalla sua istituzione, il mercato unico si conferma una pietra miliare dei valori europei, fungendo da “potente catalizzatore per la crescita, la prosperità e la solidarietà”, ma rivela anche tutti i limiti di uno strumento pensato “per il mondo di allora”.
Per farne una leva di sviluppo non basterà proseguire sulla strada della convergenza e del riconoscimento reciproco delle legislazioni nazionali, si legge nel documento, ma servirà un vero e proprio salto, che aggiorni anche i punti cardine del mercato unico per allinearli alla nuova visione del ruolo dell'Unione europea nel mondo.
Lo stesso radicamento nelle quattro libertà fondamentali - la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali -, in quanto “si basa fondamentalmente su principi teorici del XX secolo”, è per il rapporto Letta superato da “un mercato sempre più plasmato dalla digitalizzazione, dall'innovazione e dalle incertezze legate al cambiamento climatico e al suo impatto sulla società”. Serve quindi anzitutto una quinta libertà volta a fare di ricerca, innovazione e istruzione “il fulcro del mercato unico”.
Integrazione, semplificazione e investimenti sono ingredienti chiave del piano Letta, che vede nella frammentazione dei settori finanziario, energetico e delle comunicazioni elettroniche una delle ragioni principali del calo di competitività dell'Europa. Al contrario all'UE serve un approccio a due livelli, con un'autorità centralizzata dell'Unione europea responsabile di garantire la coerenza delle norme che hanno una dimensione di mercato unico e un quadro comune di riferimento per le autorità nazionali competenti sulle questioni che, per dimensioni o rilevanza, rimangono appannaggio degli Stati membri.
Analogamente la semplificazione delle normative relative a vari settori critici per il ciclo di vita di un'azienda gioca un ruolo fondamentale nell'aumentare l'attrattività del mercato unico per le imprese europee e di paesi terzi, oggi scoraggiate dalla sovrapposizione di regolamenti e dalle complessità amministrative generate dalla governance multilivello dell'UE.
Decisiva è poi la capacità dell'UE di tradurre in pratica gli impegni legislativi assunti per la transizione verde e digitale convogliando tutte le risorse pubbliche e private necessarie verso la trasformazione del sistema produttivo europeo. Per farlo è essenziale mobilitare il capitale privato, anche sfruttando i risparmi delle famiglie che attualmente non contribuiscono adeguatamente alle esigenze strategiche dell'UE, e anzi in parte vengono dirottati all'estero. La proposta Letta in questo caso è la creazione di un'Unione del Risparmio e degli Investimenti, sviluppata a partire dall'ancora incompleta Unione dei mercati dei capitali, che mantenga nell'UE il risparmio privato europeo e attragga risorse aggiuntive dall'estero.
Il secondo passo, per colmare il funding gap e supportare gli investimenti nelle transizioni gemelle, è riaprire il dibattito sugli aiuti di Stato per sviluppare "soluzioni coraggiose e innovative" che trovino un equilibrio tra la necessità di mobilitare rapidamente aiuti nazionali mirati per l'industria e la tutela della concorrenza e della parità di condizioni nel mercato unico.
Un approccio analogo dovrebbe essere applicato, secondo il rapporto Letta, anche agli altri due grandi processi che caratterizzeranno l'UE nel prossimo decennio, ovvero l'allargamento e la sfida della sicurezza.
Sul primo fronte, il dibattito non dovrebbe concentrarsi solo sull'obiettivo dell'allargamento in sé, ma più specificamente sui metodi e sui tempi di tale espansione, facilitando un'estensione graduale ma significativa dei benefici del mercato unico ai paesi candidati e salvaguardando al contempo la stabilità delle loro economie e del mercato unico. Precondizioni non aggirabili sono che qualsiasi Paese che voglia beneficiare di una sostanziale partecipazione al mercato unico garantisca il pieno rispetto per i principi non negoziabili di "democrazia, stato di diritto, diritti umani e tutela delle minoranze" e che l'allargamento non venga percepito dai governi o dai cittadini - in particolare nei Paesi di più recente adesione – come la fine del sostegno alla convergenza fornito finora dalla Politica di coesione e dalla Politica agricola comune. La Coesione in particolare è fondamentale per il successo del mercato unico e ad essa dovrebbe aggiungersi uno strumento di solidarietà per l'allargamento, dotato di risorse finanziarie ad hoc.
Quanto alla sicurezza, anche questa va affrontata in una dimensione globale, trasformando radicalmente la capacità industriale europea per evitare di ripetere le dinamiche osservate nel periodo 2022-2024, quando circa l'80% degli ingenti fondi spesi dall'UE per sostenere la resistenza ucraina sono stati utilizzati per materiali non europei, mentre specularmente gli Stati Uniti hanno acquistato circa l'80% delle attrezzature militari da fornitori americani.
Tutte questi sforzi dovrebbero contribuire a un principio fondamentale, espresso da Letta anche nel suo intervento al Cohesion Forum di Bruxelles la scorsa settimana: alla libertà di circolazione nel mercato unico dovrebbe corrispondere pari libertà di restare dove si è. E questo richiede una distribuzione equa dei benefici dell'appartenenza all'Unione, che ad oggi, con quasi un terzo della popolazione europea residente in luoghi soggetti a un lento declino, non è ancora garantita a chi è costretto a cercare lavoro, istruzione e servizi essenziali di qualità altrove.
A questa prima ricognizione delle sfide e delle questioni strategiche che l'UE dovrebbe affrontare per rilanciare il potenziale del mercato unico segue nel rapporto una serie di raccomandazioni pratiche, esplorate negli aspetti tecnici in sei capitoli:
- il primo, “A 5th Freedom to enhance research, innovation, and education in the Single Market”, illustra la proposta di introdurre una "quinta libertà" incentrata su ricerca, innovazione, conoscenza e istruzione;
- il secondo, “A Single Market to finance strategic goals”, pone l'accento sui possibili meccanismi innovativi per mobilitare risorse pubbliche e private verso gli investimenti funzionali agli obiettivi chiave dell'UE;
- il terzo, “A Single Market to play big: scale matters”, affronta questi temi con particolare attenzione ai settori che richiedono un'azione di trasformazione per aumentare l'ambizione del mercato unico;
- il quarto, “A sustainable Single Market for all”, presenta alcune proposte per migliorare le condizioni per cittadini, PMI e regioni;
- il quinto, “A Single Market to go fast and go far”, presenta un approccio pragmatico per migliorare il quadro normativo e rafforzarne gli strumenti applicativi con l'obiettivo di aumentare velocità ed efficienza del mercato unico;
- il sesto, “The Single Market beyond its borders”, esplora le interazioni tra dinamiche interne ed esterne e il potenziale del mercato unico per estendere l'influenza dell'UE sulla scena mondiale.
Consulta il testo del Rapporto Letta sul mercato unico “Much more than a market”
Consulta le Conclusioni del Consiglio europeo del 17-18 aprile 2024