Terremoto - Prime regole Anac per i bandi di ricostruzione
L’Anac fissa le prime regole di ingaggio per gli appalti della ricostruzione post sisma.
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E’ questa la sostanza del protocollo di intesa firmato dall’Autorità anticorruzione, dalla Protezione civile e dai presidenti delle quattro Regioni coinvolte nel terremoto del 24 agosto scorso. Ora che, con l’approvazione del decreto del Governo, la fase di ricostruzione vera e propria sta prendendo corpo, bisognadare un quadro preciso entro il quale amministrazioni e imprese potranno muoversi per gli appalti.
I tre pilastri del sistema
Il sistema disegnato dall’accordo, allora, si basa su tre pilastri: controlli preventivi sulle procedure, verifiche sui contratti assegnati alle imprese e vigilanza collaborativa sulle diverse fasi. Tutto si metterà in moto a partire dagli interventi più urgenti, che riguardano il superamento della prima fase di emergenza e che, secondo quanto è scritto nelle ordinanze di Protezione civile, valgono circa 50 milioni di euro.
Deroghe chirurgiche
Per tutti questi appalti si agirà in maniera chirurgica sulle deroghe: se, infatti, in passato le eccezioni alle regole generali del Codice appalti erano state un modo per abbandonarsi ad abusi, con questa ricostruzione le cose cambieranno. Vengono, allora, indicate a monte 28 deroghe da parte della Protezione civile, che saranno le uniche ad essere utilizzate durante la ricostruzione. Secondo il presidente Anac, Raffaele Cantone, questo sistema dovrà essere “un progetto pilota” per tutte le emergenze che il Governo dovrà gestire nei prossimi anni.
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Gli effetti sulla Protezione civile
Non a caso, infatti, i risultati raggiunti nei prossimi mesi saranno utilizzati per dare attuazione a una riforma strategica: quella della Protezione civile. Al momento, il Senato ha in approvazione in seconda lettura una legge delega che, però, dovrà essere attuata tramite un pacchetto di decreti, ispirandosi anche agli spunti che arriveranno da Amatrice e dintorni.
La vigilanza collaborativa modello Expo
Il sistema conferma la volontà di utilizzare il modello della vigilanza collaborativa, già sperimentato in passato per l’Expo e poi esportato ad altri grandi eventi. In pratica, l’Anac non interverrà soltanto dopo la stesura dei bandi, ma vigilerà in maniera puntuale su tutta la fase di scrittura degli appalti, accompagnando le amministrazioni passo dopo passo.
I confini dei controlli preventivi
I controlli preventivi degli uomini di Cantone, nello specifico, saranno effettuati sui bandi di gara e arriveranno fino agli atti di aggiudicazione veri e propri. In fase di esecuzione saranno controllati gli adempimenti delle parti e gli avanzamenti in cantiere. Ma sarà affrontato anche il tema dei contenziosi, tramite accordi bonari e transazioni nel caso in cui si presentino problemi non risolvibili.
Gli obblighi delle stazioni appaltanti
Le stazioni appaltanti non saranno obbligate ad adeguarsi, come spiega esplicitamente il protocollo. Qualora rilevi delle irregolarità, l’Anac potrà formulare un rilievo motivato alla Pa. Questa, se ritiene fondato il rilievo, vi si adegua, modificando o sostituendo l’atto in conformità al rilievo. Se, invece, non ritiene il rilievo fondato potrà procedere. Anche se, sul punto, l’Autorità avrà potere di assumere “gli atti di propria competenza”. E, quindi, eventualmente intervenire ancora.
Le gare di somma urgenza
C’è, poi, una categoria di gare che sarà analizzata con un’attenzione particolare: sono gli appalti affidati secondo le regole della somma urgenza, quindi senza alcun tipo di gara anche informale, entro un tetto massimo che arriva fino a 400mila euro. In questi casi – particolarmente sensibili – l’Anac effettuerà verifiche a campione per accertarsi della regolarità delle procedure.