Made in Italy - SACE, Brexit frenerebbe crescita export verso UK
In caso di uscita del Regno Unito dall'Ue SACE prevede una contrazione della crescita di export italiano verso Londra fino al 2% nel 2016.
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Oggi: interscambio Italia - Regno Unito
Attualmente, il Regno Unito rappresenta un mercato molto importante per l’export italiano. Nel 2015 l'interscambio commerciale Roma-Londra ha raggiunto i 33,1 miliardi di euro, registrando un +5,9% rispetto al 2014 e un saldo positivo per l’Italia di 11,9 miliardi di euro. L'export italiano in UK è stato di 22,5 miliardi di euro, con una crescita del 7,4% rispetto al 2014. E anche nei primi quattro mesi del 2016 le spedizioni italiane sono cresciute dell’1,1% in termini tendenziali.
Dell'export italiano Oltremanica:
- il 16,8% è costituito dalla meccanica strumentale (pompe e compressori, macchine per sollevamento e movimentazione, rubinetti e valvole, impianti di refrigerazione e ventilazione);
- il 14% è rappresentato da mezzi di trasporto;
- il 10,1% è costituito da alimentari e bevande.
Seguono, sotto il 10% i prodotti chimici e i prodotti in legno.
A livello di import, invece, le spedizioni di Londra verso l'Italia hanno raggiunto, nel 2015, quota 10,6 miliardi, con un aumento del 2,8% rispetto al 2014. Si tratta, principalmente, di mezzi di trasporto, prodotti chimici e meccanica strumentale.
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Domani: possibile impatto Brexit su export italiano
Ipotizzando una vittoria del “remain” al referendum del 23 giugno sulla Brexit (l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea), il gruppo assicurativo-finanziario attivo nell'export credit SACE ha previsto una crescita media annua dell’export italiano verso il Regno Unito del 5,5% nel periodo 2017-2019.
Sulla base di uno scenario macroeconomico proposto da Oxford Economics, SACE ha però delineato anche le previsioni per l’export italiano in caso di vittoria del "leave" al referendum sulla Brexit.
L’uscita dall’Unione europea del Regno Unito implicherebbe una minore crescita per l’export italiano verso Londra di circa 1-2 punti percentuali nel 2016, pari a 200-500 milioni di euro in meno di beni esportati.
In caso di uscita di Londra dall'Ue, l'impatto sarebbe, almeno per l'anno in corso, relativamente contenuto perchè, anche se vincesse il “leave”, bisognerebbe comunque aspettare la definizione di modalità e tempi di transizione. Le conseguenze maggiori si abbatterebbero in ogni caso sulla meccanica strumentale, con una crescita inferiore di circa 100-200 milioni di euro, e sui mezzi di trasporto. Nel caso di settori del Made in Italy, come tessile, abbigliamento, alimentari e bevande, non sono previste variazioni negative.
Nel 2017, invece, l’impatto sui prodotti italiani sarebbe maggiore. SACE prevede infatti una contrazione del 3-7% dell’export italiano verso il Regno Unito, equivalente a circa 600-1.700 milioni di euro in meno di prodotti esportati. Ancora una volta il settore più colpito sarebbe quello dlla meccanica strumentale, seguito dai mezzi di trasporto, con una contrazione che potrebbe superare il 10%. I prodotti alimentari, inceve, manterrebbero comunque un andamento positivo.
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