Bilancio Ue 2014-2020: intesa tra Consiglio e Parlamento europeo
Le delegazioni dei negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sulle prospettive finanziarie per il settennato 2014-2020: il valore del prossimo bilancio Ue dovrebbe ammontare a 960 miliardi di euro, la stessa cifra concordata a febbraio dai leader dell'Unione.
Invariati i limiti complessivi di spesa per il periodo 2014-2020, rispetto a quanto stabilito dai capi di Stato e di Governo dell'Unione, ma con la possibilità di trasferire parte dei fondi non spesi dal bilancio di un anno al successivo. Una 'misura di flessibilità' che, secondo la Commissione europea, può agevolare la spesa dei fondi comunitari ed evitarne il disimpegno.
Le delegazioni hanno previsto anche una clausola di revisione obbligatoria del bilancio nel 2016, per verificare l'adeguatezza dei fondi stanziati e il rafforzamento del Fondo di solidarietà dell'Ue, per renderlo più rispondente alle calamità naturali come le alluvioni. Quanto alla Youth Employment Initiative, si è deciso di mobilitare rapidamente i 6 miliardi di euro per l'occupazione dei giovani, tra il 2014 e il 2015, anzichè lungo tutto il settennato.
Ad annunciare l'accordo tra i rappresentanti degli Stati membri e quelli del Parlamento europeo è stato, dopo molte ore di contrattazione, il vice primo ministro irlandese Eamon Gilmore, che ha anticipato che chiederà ministri dell'Unione di approvare il pacchetto nella riunione in programma a Lussemburgo per martedì prossimo. Ma le dichiarazioni del negoziatore capo del gruppo S&D al Parlamento europeo, che si è detto non soddisfatto del risultato, hanno subito messo in discussione la ratifica.
L'intesa richiede, infatti, il via libera del Pe per diventare effettiva a partire dal 2014 e senza il supporto del gruppo socialista difficilmente si potrà calendarizzare il voto per il mese di luglio. Più probabilmente serviranno prima ulteriori colloqui, con il rischio di rimandare l'avvio dei nuovi programmi di finanziamento allo sviluppo per le regioni più povere colpite dalla recessione e le iniziative in programma per combattere la disoccupazione giovanile.