End of Waste - cosa cambia con lo Sblocca Cantieri
Da oltre un anno gli operatori aspettavano una norma che sbloccasse gli iter autorizzativi per il riciclo dei rifiuti non regolato da regolamenti europei o da decreti nazionali. Ci ha pensato lo Sblocca Cantieri, ma l’accoglienza è tutt’altro che calorosa.
> Sblocca Cantieri: pubblicato in Gazzetta Ufficiale
Il decreto-legge 32/2019, meglio noto come Sblocca cantieri, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 giugno, introdurrebbe una serie di novità che, di fatto, impedirebbero di riciclare molte tipologie di rifiuti, di ottenere nuovi prodotti riciclati ed avviare nuove attività di riciclo. A dare l’allarme è l’ex ministro dell’Ambiente e presidente della Fondazione sviluppo sostenibile Edo Ronchi.
“Ci sono voluti quasi 16 mesi – sottolinea Ronchi - per intervenire con nuove norme dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 28 febbraio 2018 che, riscontrando una carenza legislativa in materia, aveva bloccato sia i rinnovi sia le nuove autorizzazioni, da parte delle Regioni, per il riciclo di rifiuti non regolato da regolamenti europei o da decreti nazionali: un blocco che ha recato gravi danni al settore coinvolgendo quasi tutte le attività innovative di riciclo e le nuove norme in materia,inserite nel decreto sblocca cantieri non risolvono un bel niente”.
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Lo Sblocca cantieri blocca il riciclo?
In attesa dei decreti ministeriali, lo Sblocca cantieri stabilisce che continuano ad essere utilizzati come decreti per la cessazione della qualifica di rifiuto - l'End of waste, appunto - il decreto ministeriale del 5 febbraio 1998 e successivi, compresi i loro allegati che definiscono “tipologia, provenienza e caratteristiche dei rifiuti, attività di recupero e caratteristiche di quanto ottenuto da tale attività”.
Disposizioni non consentono di riciclare:
- tipologie di rifiuti con provenienze o con caratteristiche non previste dal DM del 1998: per esempio rifiuti da spazzamento stradale che oggi potrebbero essere recuperati con produzione di ghiaia e sabbia, rifiuti in vetroresina da demolizione delle barche e pale eoliche ecc;
- con attività di recupero non previste dal citato decreto: per esempio attività di produzione di biometano da rifiuti organici, attività di trattamento di rifiuti di plastiche miste per ottenere prodotti non conformi ai prodotti in plastica usualmente commercializzati, alcuni trattamenti innovativi dei RAEE (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche);
- ottenendo prodotti non previsti dal citato DM: per esempio con il riciclo dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione non è prevista la produzione di aggregati riciclati, con gli PFU (pneumatici fuori uso) non è previsto di fare granulo per i campi da calcio ecc.
“Le nuove disposizioni hanno quindi ingessato il riciclo dei rifiuti, fermandolo alle tipologie, tecnologie e prodotti del 1998, ignorando il grande progresso che c’è stato e che continua con grande rapidità e numerose innovazioni”, nota ancora l’ex ministro.
La soluzione? “Basterebbe recepire con urgenza l’art.6 della direttiva 2018/851 - che modifica la direttiva 2008/98 relativa ai rifiuti , ndr - che prevede condizioni e criteri specifici, unitari e validi per tutto il territorio nazionale, che consentirebbero di superare la sentenza del Consiglio di Stato e di affidare alle Regioni, in mancanza di decreti nazionali e di regolamenti europei, di autorizzare, caso per caso, attività di riciclo completo, con la cessazione della qualifica di rifiuto del prodotto ottenuto”.
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End of waste: la montagna ha partorito un topolino
“Dopo quasi un anno e mezzo dalla sentenza del Consiglio di stato che ha bloccato il rilascio delle autorizzazioni sull'EoW caso per caso, dopo decine di appelli dal mondo dell'industria, come dell'ambientalismo, numerosi emendamenti presentati e subito dopo ritirati, il Governo dà una risposta assolutamente insufficiente al problema”. Il commento tranchant è di FISE UNICIRCULAR, Unione Imprese dell’economia circolare.
“Ci sono settori, come la gomma e gli inerti da costruzione e demolizione, che attendono da anni un decreto End of Waste specifico, adeguato alle esigenze operative e tecnologiche: cosa succederà a questi impianti, che adesso rimangono inchiodati ad una norma vecchia, anzi stravecchia, ad oggi non è dato saperlo”, Andrea Fluttero, presidente di Unicircular.
“Il pacchetto di direttive europee per la transizione verso l’economia circolare costituisce una grande opportunità di sviluppo per le industrie green del nostro Paese: serviva un’accelerazione e invece viaggiamo col freno a mano tirato. Le aziende innovative investiranno all’estero, molte imprese rischiano la chiusura e interi flussi di rifiuti, anziché essere riciclati, finiranno in discarica o a incenerimento”.