Horizon 2020 - Le statistiche dei primi 100 bandi
L’Italia è terza in Europa per numero di domande presentate nel contesto di Horizon 2020
La Dg Ricerca della Commissione Ue ha pubblicato i risultati dei primi 100 inviti a presentare proposte (call) lanciati nell’ambito del programma europeo per la ricerca e l’innovazione, Horizon 2020. I dati più interessanti riguardano la percentuale di progetti finanziati, pari al 14%, in calo rispetto al precedente settennato, dove veniva finanziato 1 progetto su 5 presentati.
Questa percentuale si dimezza poi sullo SME Instrument, perchè l'interesse delle Pmi è molto alto visto che non è necessario fare un partenariato internazionale per presentare un progetto e quindi la competizione diventa più forte.
Enti e imprese italiane non hanno ancora risultati migliori dei principali paesi membri della Ue, ma gli ultimi dati, specie sullo SME instrument, indicano una inversione di tendenza.
Quadro generale
La Commissione Ue ha ricevuto 111.579 domande, provenienti dai 28 Stati membri, in risposta ai primi 100 inviti di Horizon 2020, un numero nettamente inferiore rispetto ai primi risultati del Settimo programma quadro (7PQ), con 598. 080 domande ricevute. Il Regno Unito si colloca al primo posto per domande presentate (oltre 14mila), seguito da Germania (più di 13mila) e Italia (circa 12mila). Agli ultimi posti ci sono Lussemburgo, Lettonia e Malta, con meno di mille domande.
Guardando alla partecipazione dei Paesi terzi, invece, la Commissione Ue ha ricevuto complessivamente 3.950 domande provenienti da 122 Paesi, con gli Stati Uniti in testa (oltre 1%), seguiti da Canada e Cina (0,4%).
Tasso di successo e partecipanti
La Commissione Ue ha ricevuto 31.115 proposte complete, di cui 4.315 (14%) selezionate per l’accesso ai contributi di Horizon 2020, un tasso di successo inferiore rispetto a quello registrato dal 7PQ (20%).
Il tasso di successo delle domande presentate varia da Paese a Paese, con Francia e Belgio ai primi posti (17% circa), seguite da Austria ed Estonia (più del 16%). Agli ultimi posti si collocano Italia, Croazia, Ungheria, Slovenia e Bulgaria (meno del 12%).
Tra i partecipanti, invece, le università si sono distinte per il maggior numero di domande ammissibili (5.977), seguite dal settore privato (5.566) e dalle organizzazioni di ricerca (4.164), mentre gli enti pubblici si registrano ulimi (1.133).
Grant agreement
Una volta approvato il progetto presentato nell’ambito di Horizon 2020 i beneficiari devono sottoscrivere un contratto di sovvenzione con la Commissione Ue, noto come grant agreement. Per i primi 100 bandi Horizon 2020, sono gli inglesi i partecipanti che hanno sottoscritto il maggior numero di grant agreement (15% circa), seguiti da tedeschi (14%), spagnoli (11% circa) ed italiani (10% circa). Lettonia, Lituania e Malta sono ultime in Europa per contratti firmati.
Guardando ai Paesi terzi, invece, il maggior numero di grant agreement è stato siglato con gli Stati Uniti, seguiti da Canada, Sud Africa e Cina.
Il contributo europeo assegnato ai partecipanti varia profondamente tra i 28 Stati membri, a causa di diversi fattori, tra cui la dimensione del progetto presentato e i costi previsti in ogni Paese. I tedeschi sono primi in classifica per contributi europei ricevuti (23% circa), seguiti da inglesi (15%), francesi (più del 10%), spagnoli ed italiani (meno del 10%). Agli ultimi posti ci sono Slovacchia, Lituani e Malta.
In merito alla tipologia dei partecipanti le università sono prime per l'adesione agli accordi di sovvenzione, seguite dal settore privato e dalle organizzazioni di ricerca. Guardando ai contributi europei assegnati le università sono di nuovo prime, segutite dalle organizzazioni di ricerca e dal settore privato.
Concentrandosi sul ruolo delle PMI nei grant agreement, si nota un aumento considerevole della loro partecipazione rispetto al 7PQ (+5% circa), anche in termini di contributi europei assegnati (+4% circa).
Nuovi partecipanti
Tra i partecipanti ai primi 100 bandi Horizon 2020 il 38% rientra nella categoria dei 'nuovi arrivati', ossia coloro che non hanno presentato domande nell'ambito del precedente 7PQ. Si tratta di un dato positivo secondo la Commissione Ue, che dimostra gli sfrozi fatti finora per rendere Horizon 2020 più accessibile. Tra i nuovi arrivati il 40% è rappresentato dalle PMI.
Strumento per le PMI
L'EASME ha ricevuto 4.694 domande nell'ambito dello SME Instrument di Horizon 2020, con le PMI italiane in testa (887 domande), seguite da quelle spagnole (740), inglesi (412), tedesche (338) e francesi (267). Agli ultimi posti ci sono le imprese croate, lussemburghesi e maltesi.
La situazione cambia profondamente se si prende in cosiderazione il tasso di successo delle domande presentate, ossia le proposte effettivamente finanziate, con Malta al primo posto, seguita da Irlanda, Svezia, Danimarca, Regno Unito. L'Italia si colloca al 14esimo posto.
Tempistiche ed esperti
Horizon 2020 prevede tempi più brevi per l'istruttoria delle domande; gli esiti di valutazione sono comunicati entro 5 mesi dalla chiusura del bando e i grant agreement vengono firmati entro i tre mesi successivi. Queste tempistiche sono state rispettate nel 95% dei casi.
Per la valutazione delle proposte dei primi 100 bandi la Commissione Ue ha concluso oltre 9mila contratti per l'assunzione di valutatori dei progetti; più della metà sono 'nuovi esperti', che non hanno svolto attività di istruttoria per il 7PQ. L'obiettivo è coinvolgere valutatori provenienti da diversi settori di specializzazione (industria, settore pubblico, pubblico ed accademico).
Links
Horizon - First results
Horizon 2020 – sfida sociale 2, anticipazioni sul programma di lavoro 2016-2017
Europrogettazione per i work programme 2016-2017 Horizon 2020