Dissesto idrogeologico: il testo del Piano nazionale
Arriva in Gazzetta ufficiale il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri contenente il Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico approvato a febbraio.
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Grazie al coinvolgimento e coordinamento di numerose istituzioni, il Piano nazionale per il dissesto idrogeologico attuerà interventi in cinque ambiti diversi: emergenza; prevenzione; manutenzione; semplificazione; rafforzamento della governance.
I fondi del Piano nazionale anti dissesto
Il Piano individua sia azioni immediatamente attuabili con le risorse e la normativa già previste che azioni a carattere programmatico, che necessitano di interventi normativi ed eventuali ulteriori coperture finanziarie.
L’obiettivo ultimo resta quello di superare le attuali difficoltà tecnico-amministrative di gestione e coordinamento delle misure in materia di dissesto idrogeologico e rischio sismico per garantire, ad una paese particolarmente vulnerabile sotto questi aspetti, un’adeguata pianificazione e gestione degli interventi.
Le risorse economiche del Piano, a valere su varie leggi nazionali e su diversi strumenti di programmazione, superano i 10 miliardi di euro. Tra questi si segnalano gli oltre 3,4 miliardi in capo alla Protezione Civile, 6,5 miliardi gestiti dal Ministero dell’Ambiente, 1,1 miliardi del Ministero degli Interni e 2,3 miliardi del Ministero delle Politiche Agricole.
Della dotazione complessiva del Piano, 3 miliardi saranno impiegati per interventi infrastrutturali immediatamente eseguibili già nel corso dell’anno, aventi carattere di urgenza e indifferibilità, che confluiranno in un Piano stralcio 2019.
Sarà compito delle amministrazioni coinvolte nel Piano (Protezione Civile, Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Politiche Agricole, etc.), ognuna delle quali a capo di una pluralità di programmi-obiettivo, predisporre entro 60 giorni dall’emanazione del Dpcm l’elenco degli interventi previsti per il 2019, divisi in liste regionali e stabiliti mediante apposite conferenze di servizi, sulla base dei fabbisogni e delle proposte delle regioni interessate.
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Gli interventi previsti dal Piano
Oltre agli interventi infrastrutturali ad immediata cantierabilità, il Piano prevede altre 34 azioni. Tra le principali gestite dalla Protezione Civile, figura il Piano Emergenza Dissesto, oltre agli “interventi urgenti di messa in sicurezza dei territori e delle infrastrutture di trasporto e di rete danneggiate da eventi emergenziali” e quelli “per la mitigazione del rischio idraulico ed idrogeologico e riduzione del rischio residuo, connesso con gli eventi emergenziali”.
L’ambito della Prevenzione, affidato al Ministero dell’Ambiente (MATTM), include il “Piano operativo dissesto idrogeologico 2019”, grazie a cui il MATTM assegnerà alle Regioni almeno il 30% delle risorse disponibili a legislazione vigente per il rapido avvio di interventi e di attività di progettazione.
Sempre a cura dell’Ambiente saranno anche le azioni in materia di “Servizi specializzati di ingegneria e fondo progettazione” per il rapido potenziamento della disponibilità quali-quantitativa di servizi specializzati di ingegneria, grazie ad una efficace assegnazione e rendicontazione delle risorse del “Fondo progettazione” di 100 milioni di euro assegnati alle Regioni, oltre ad altri interventi tra cui: il Programma di manutenzione del territorio, i Piani di gestione del rischio alluvione e i Piani per l'Assetto Idrogeologico (o PAI).
Spetta invece al Ministero degli Interni il coordinamento delle misure dell’ambito Manutenzione, a cominciare dal Piano Dissesto Piccoli Comuni (fino a 20.000 abitanti) che prevede l‘erogazione di contributi per interventi di messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, a valere sui fondi di numerose leggi già in vigore.
Sempre in materia di manutenzione interverrà anche il Ministero delle Politiche Agricole (MIPAAFT) grazie al “Piano difesa idrogeologica aree montane, agricole e forestali” per interventi di difesa del suolo e difesa idrogeologica per la salvaguardia del potenziale produttivo agricolo.
Il MIPAAF predisporrà, inoltre, anche interventi in materia di miglioramento degli schemi irrigui, gestione forestale sostenibile, oltre a un progetto di riforestazione grazie alla definizione di un Piano straordinario di recupero dei terreni abbandonati e di difesa dei boschi (Progetto-Bandiera), e a un programma per la trasformazione del danno forestale in risorsa grazie al recupero e alla valorizzazione del legname dei tronchi abbattuti dalle intemperie, a cominciare dal Veneto.
Una legge quadro contro il dissesto
Nell'ambito delle misure di Semplificazione rientra l’intervento sulle norme, diretto alla creazione di una legge quadro sul dissesto idrogeologico. Il provvedimento, approvato nei giorni scorsi in via preliminare dal Consiglio dei Ministri col titolo di “Cantiere Ambiente”, prevede un incremento dei fondi per la progettazione per supportare le Amministrazioni nella definizione e realizzazione degli interventi al fine di sostenere, possibilmente a fondo perduto e senza vincolo di destinazione territoriale, i costi della progettazione tecnica di beni ed edifici pubblici dei progetti infrastrutturali.
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Sempre tra gli obiettivi di questa misura figura il raggiungimento dei target della spesa dei fondi europei. Per questo saranno istituite apposite task force che potranno affiancare ciascuna Regione che lo richieda nelle fasi di progettazione e realizzazione degli interventi, per garantire una cooperazione rafforzata per l’accelerazione degli interventi finanziati con il FESR.
Punto poi di rilevante interesse è l’ipotesi di introdurre un’Assicurazione facoltativa contro le calamità naturali, recuperando l’onere del premio assicurativo mediante forme di agevolazione fiscale.
>DPCM 20 febbraio 2019 - Piano nazionale dissesto idrogeologico
Strategia Italia
A questo piano si aggiunge anche l'istituzione di una Cabina di Regia, denominata Strategia Italia, per la verifica dell’attuazione di piani e programmi di investimento infrastrutturali, enucleando le criticità che ne determinano rallentamenti nella realizzazione e individuando le soluzioni operative.
Per il funzionamento della Cabina di Regia, approvata con Dpcm del 15 febbraio pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta ufficiale, sarà imprescindibile una cooperazione con le amministrazioni competenti che definiranno i piani e i programmi degli interventi.
> DPCM del 15 febbraio 2019 - Strategia Italia
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