Le misure per il Mezzogiorno nella legge di conversione del dl Rilancio
Il Sud non dovrà pagare il prezzo di questa crisi da Covid-19. A confermarlo la legge di conversione del decreto Rilancio, con un ventaglio di misure a sostegno della coesione territoriale per fronteggiare la crisi e preparare la ripartenza. Tra i pilastri a sostegno del Mezzogiorno: riprogrammazione del Fondo di Sviluppo e Coesione, credito d'imposta per attività di ricerca e sviluppo, sostegno a nuove imprese con Resto al Sud.
> Cosa prevede il decreto rilancio
Riprogrammazione Fondo Sviluppo e Coesione
La legge di conversione del decreto Rilancio permette anzitutto di riprogrammare le risorse del Fondo Sviluppo e coesione, nel rispetto della regola generale di riparto territoriale - che riserva l'80% delle risorse al Sud e il 20% al Centro-Nord - con maggiore semplicità.
In pratica, diventa possibile utilizzare in via eccezionale le risorse FSC dei cicli programmatori 2000-2006, 2007-2013 e 2014-2020 per qualsiasi tipologia di intervento connesso a fronteggiare l’emergenza sanitaria, economica e sociale conseguente alla pandemia da Covid-19, coerentemente con quanto stabilito a livello UE con le importanti modifiche ai regolamenti europei relativi ai Fondi Strutturali e di Investimento (SIE).
Al fine di accelerare e semplificare la riprogrammazione delle risorse del FSC, è possibile procedere alla rimodulazione dei Piani di sviluppo e coesione di ciascuna amministrazione passando per una informativa al CIPE, senza attendere l'approvazione vera e propria.
L'articolo 242 del provvedimento, inoltre, definisce la possibilità di applicare un tasso di cofinanziamento del 100% alle spese dichiarate nelle domande di pagamento nel periodo contabile che va dal 1 luglio 2020 al 31 giugno 2021. Le risorse erogate dall'Unione europea a rimborso delle spese rendicontate per le misure emergenziali sono riassegnate alle stesse Amministrazioni che hanno proceduto alla rendicontazione, fino a concorrenza dei rispettivi importi, per essere destinate alla realizzazione di programmi operativi complementari, vigenti o da adottarsi.
L'obiettivo della riprogrammazione è liberare spazi e risorse al fine di rendicontare e certificare le spese dell'emergenza anche attraverso il tasso di cofinanziamento UE.
Aliquota maggiorata per il credito d'imposta per ricerca e sviluppo
La legge di conversione del dl Rilancio prevede poi la maggiorazione nelle regioni del Mezzogiorno - Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia - del credito d'imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, inclusi i progetti di ricerca e sviluppo in materia di Covid-19.
L'aumento previsto va:
- dal 12% al 25% per le grandi imprese che occupano almeno 250 persone, il cui fatturato annuo è almeno pari a 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio è almeno pari a 43 milioni di euro,
- dal 12% al 35% per le medie imprese, che occupano almeno 50 persone e realizzano un fatturato annuo di almeno 10 milioni di euro,
- dal 12% al 45% per le piccole imprese che occupano meno di 50 persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro.
La maggiorazione dell'aliquota del credito d'imposta si applica nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dal regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, relativo ad "Aiuti ai progetti di ricerca e sviluppo".
La misura potrà rivolgersi a progetti che comprendano una delle seguenti categorie: ricerca fondamentale, ricerca industriale, sviluppo sperimentale.
In sede di conversione del decreto il Parlamento ha esteso la maggiorazione del credito d’imposta anche alle imprese operanti nelle regioni Lazio, Marche e Umbria, colpite dagli eventi sismici del 24 agosto, del 26 e del 30 ottobre 2016 e del 18 gennaio 2017.
> Chiarimenti sul credito d'imposta Mezzogiorno
> Piano Sud 2030: come rilanciare gli investimenti in ricerca e innovazione
Contributi a fondo perduto per beneficiari di Resto al Sud
Al fine di salvaguardare la continuità aziendale e i livelli occupazionali delle attività finanziate dalla misura agevolativa Resto al Sud, i fruitori di questo incentivo possono accedere, nei limiti delle risorse disponibili, ad un contributo a fondo perduto a copertura del loro fabbisogno di circolante, il cui ammontare è pari a:
- 15mila euro per le attivita di lavoro autonomo e libero-professionali esercitate in forma individuale;
- 10mila euro per ciascun socio, fino ad un importo massimo di 40mila euro per ogni impresa.
Per accedere al contributo, i liberi professionisti, le ditte individuali e le società, incluse le cooperative, devono rispettare alcuni parametri. Tra questi:
- aver completato il programma di spesa finanziato dalla suddetta misura agevolativa;
- essere in possesso dei requisiti attestanti il corretto utilizzo delle agevolazioni;
- avere adempiuto, al momento della domanda, agli oneri di restituzione delle rate del finanziamento bancario.
Fondo sostegno aree interne e aiuti al Terzo settore
Con risorse a valere sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione sono concessi inoltre contributi volti al sostegno del Terzo settore nelle Regioni del Mezzogiorno, al fine di rafforzare l'azione a tutela delle fasce più deboli della popolazione a seguito dell'emergenza epidemiologica da coronavirus. In sede di conversione in legge, l’ambito di applicazione della misura è stato esteso agli enti del Terzo settore operanti alle regioni Lombardia e Veneto, particolarmente colpite dall’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Lo stanziamento complessivo per la misura è pari ad 120 milioni di euro per l'anno 2020, di cui 20 milioni riservati ad interventi per il contrasto alla povertà educativa, e a 20 milioni di euro per l'anno 2021.
Il contributo è concesso in forma di sovvenzione diretta per il finanziamento dei costi ammissibili e a seguito di selezione pubblica nel rispetto dei principi di trasparenza e parità di trattamento.
Con l'articolo 243, modificato dal Parlamento, inoltre, è stato approvato il rifinanziamento del Fondo di sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali dei comuni delle aree interne. Lo strumento viene incrementato nella misura di 60 milioni per il 2020 e di 30 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022, allo scopo di consentire ai Comuni presenti nelle aree interne di far fronte alle maggiori necessità di sostegno del settore artigianale e commerciale conseguenti al manifestarsi dell’epidemia da Covid-19.
In sede di conversione, è stato previsto un ulteriore rifinanziamento del Fondo, nell’importo di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, al fine di realizzare interventi di sostegno alle popolazioni residenti nei comuni svantaggiati.