Il MIT chiarisce: quando spetta l'anticipo alle imprese appaltatrici?
Il MIT ha pubblicato una circolare che chiarisce alcuni aspetti della misura prevista dal dl Rilancio che innalza al 30% l'anticipo erogabile alle imprese appaltatrici. L’intervento, lo ricordiamo, fa parte di un pacchetto più ampio di misure a sostegno delle imprese che ruotano attorno al mondo degli appalti, incluso il pagamento dei 12 miliardi di debiti pregressi della PA.
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Con la circolare n. 112 dell’11 agosto 2020 il Ministero delle infrastrutture e trasporti (MIT) ha fornito specifici chiarimenti sull'interpretazione dell’aumento al 30% dell'anticipo erogabile alle aziende vincitrici di un appalto, chiarendo in tal modo alcune criticità insorte in sede applicativa e che sono state anche oggetto di segnalazioni pervenute al MIT.
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Ok al 30% di anticipo sui contratti
Per favorire la liquidità delle imprese, infatti, il decreto ha innalzato al 30% l’anticipazione del prezzo, sia per le gare già pubblicate sia per quelle che saranno bandite entro il 30 giugno 2021.
Inoltre, per venire incontro alle necessità delle aziende, il testo ha previsto che l’aumento possa essere riconosciuto non solo per le gare non ancora scadute, ma anche nel caso in cui l’impresa abbia già usufruito di un anticipo. In quest’ultimo caso si prevede infatti la possibilità di procedere con un’integrazione della percentuale mancante.
Tutto ciò però può avvenire solo “nei limiti e compatibilmente con le risorse annuali stanziate per ogni singolo intervento a disposizione della stazione appaltante”.
Rispetto al testo dell'articolo (il n. 207) del decreto, la Circolare 112-2020 del MIT chiarisce due punti:
- Il primo fa riferimento all’ambito di applicazione della misura che riguarda “tutti i contratti in corso di esecuzione, anche stipulati all’esito di procedura selettiva svolta sulla base di normativa anteriore o comunque diversa da quella del codice, indipendentemente dal fatto che gli appaltatori abbiano o meno già percepito una anticipazione”. Inoltre, specifica sempre la circolare, la misura riguarda anche appalti di importo inferiore alle soglie comunitarie ed a quelli indetti nei settori speciali.
- Il secondo, invece, riguarda la disponibilità delle somme da usare per l’anticipazione. A tal proposito il Ministero specifica che il vincolo si riferisce solo alla disponibilità delle relative somme negli stanziamenti annuali previsti nel quadro economico dell’intervento e non si riferisce, invece, ad un capitolo di spesa specificamente destinato all’anticipazione del corrispettivo.
Sblocco di 12 miliardi di pagamenti della PA
Il principale intervento previsto dal decreto Rilancio a favore delle imprese che gravitano attorno al mondo degli appalti resta, però, il pagamento dei debiti pregressi della PA, grazie all'intervento di Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
Più nello specifico, la misura prevede l'istituzione di un "Fondo per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili" da 12 miliardi, affidato appunto a CDP, che concede a Enti locali e Regioni l'anticipo di risorse per pagare i debiti che le amministrazioni hanno nei confronti delle imprese. Si tratta, insomma, della più grande iniezione di liquidità nel sistema produttivo prevista dal decreto Rilancio.
Dei 12 miliardi del Fondo:
- 8 miliardi sono per gli appalti non sanitari (con 6,5 miliardi destinati agli enti locali e i restanti 1,5 miliardi alla Regioni);
- 4 miliardi, invece, vanno a quelli sanitari.
Da punto di vista operativo, dal 15 giugno e fino al 7 luglio, gli Enti locali e le Regioni hanno potuto inviare a CDP la richiesta di anticipazione di liquidità straordinaria che ha riguardato, però, solo quei debiti commerciali e sanitari scaduti al 31 dicembre 2019 e ai quali non riescono a far fronte, anche a seguito dell’emergenza coronavirus. L’anticipazione dovrà essere restituita in massimo 30 anni, con un piano di ammortamento a rate costanti e con un tasso fisso dell'1,226%.
Una volta perfezionato il contratto con CDP, le risorse saranno accreditate in 7 giorni lavorativi e a quel punto le amministrazioni dovranno pagare le imprese secondo le seguenti tempistiche:
- 30 giorni per i debiti commerciali;
- 60 giorni per i debiti sanitari.
Durante la conversione in legge del decreto, rispetto a quanto stabilito dal governo, il Parlamento non ha cambiato l'assetto dell'intervento. L’unica novità - introdotta con un nuovo articolo (il 117-bis) - riguarda i crediti commerciali verso enti del Servizio Sanitario. I parlamentari, infatti, hanno deciso che i crediti commerciali certi, liquidi ed esigibili vantati nei confronti degli enti del Servizio Sanitario Nazionale per il pagamento dei debiti scaduti della PA, possono essere ceduti solo a seguito di espressa accettazione da parte dell'ente debitore.
Stop al contributo all’ANAC per tutto il 2020
Un altro intervento che mira a mettere in tasca alle imprese quanta più liquidità possibile è la sospensione dei contributi all’ANAC fino alla fine dell’anno.
Facendo seguito, infatti, alla disponibilità annunciata a inizio aprile dall’Autorità, il decreto Rilancio ha stabilito l'esonero dal versamento della c.d. “tassa sulle gare” che sia le aziende partecipanti sia le stazioni appaltanti sono tenute a versare. Si tratta di un contributo che oscilla tra i 30 e gli 800 euro per le stazioni appaltanti, e tra i 20 e i 500 euro per le imprese.
Per far fronte ai mancati introiti, l’ANAC utilizzerà un tesoretto messo da parte nel corso degli anni, costituito dagli avanzi di bilancio e che vale 100 milioni. Grazie alla gestione virtuosa delle spese dell'Autorità, quindi, lo stop alle tasse permette un risparmio da parte delle imprese di circa 27 milioni di euro (e di 15 milioni, invece, per le stazioni appaltanti).
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Per il Fondo salva opere arrivano 40 milioni di euro in più
Nella legge di conversione del decreto Rilancio trova posto un ulteriore stanziamento di 40 milioni di euro per il Fondo salva opere, lo strumento creato dal decreto Crescita per sostenere i subappaltatori rispetto al fallimento dei main contractor.
L’aggiunta di risorse serve in particolare per coprire tutte le domande finora arrivate e che, si legge nella relazione illustrativa, cubano 82 milioni di euro.
Un'iniezione di nuovi fondi sicuramente necessaria per sostenere quelle imprese che, già prima del coronavirus, si trovavano in sofferenza per il mancato pagamento da parte dei main contractor, ma che per le associazioni di categoria sono insufficienti, dato che il reale fabbisogno sarebbe molto più alto.
Investimenti: si parte con autostrade, Rfi e edilizia scolastica
Infine, se si parla di appalti, non può mancare il capitolo sulla programmazione degli investimenti di grande opere pubbliche. Su questo fronte il dl Rilancio prevede tre principali interventi.
Il primo riguarda la nomina entro 30 giorni di un Commissario straordinario per accelerare gli interventi di messa in sicurezza dell’A24 e dell’A25 (dalla fase di programmazione delle attività, fino a quella di esecuzione) e la relativa tabella di marcia. Su questo fronte il Parlamento ha introdotto alcuni nuovi commi all’art. 206 che stanziano fondi per la Salaria e per l’ANAS. I parlamentari, inoltre, hanno introdotto anche il comma 7-bis che, per accelerare la realizzazione delle infrastrutture autostradali, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione e fino al 30 giugno 2021, prevede che l'affidamento della concessione autostradale a società in house possa avvenire anche in favore di società integralmente partecipate da altre pubbliche amministrazioni.
Il secondo, invece, concerne RFI che viene autorizzata ad usare 40 milioni di euro tra il 2020 e il 2021 per la realizzazione del progetto di fattibilità tecnico-economica degli interventi di potenziamento dell’alta velocità Salerno - Reggio Calabria, Taranto - Metaponto - Potenza - Battipaglia e Genova-Ventimiglia.
Infine in vista delle Olimpiadi ci sono 70 milioni (da qui al 2025) destinati alla realizzazione della "Variante di Riga" e 10 milioni (da qui al 2026) per la realizzazione del collegamento ferroviario "Bergamo - Aeroporto di Orio al Serio". Infine si prevedono oltre 90 milioni (da qui al 2032) per il raddoppio selettivo della linea Parma-La Spezia. Anche in questo caso l'intervento dei parlamentari ha riguardato alcuni aspetti di singole opere, mantenendo inalterato l'impianto della misura.
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