In GURI il DPCM con il riparto del Fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali
E’ stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il DPCM del 23 dicembre 2020 che ripartisce, tra i diversi ministeri, le risorse del Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali, previsto dalla Manovra 2020.
Legge bilancio 2020: le misure per il rilancio degli investimenti
Con i suoi 20,8 miliardi di euro da qui al 2034, il Fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali è senza dubbio uno dei più ricchi contenitori previsti dalla Legge di bilancio 2020 per rilanciare gli investimenti pubblici nel nostro Paese.
Per poter essere utilizzate, però, le risorse del Fondo debbono essere prima ripartite tra i diversi Ministeri tramite un DPCM che è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale (GURI) n. 41 del 18 febbraio 2021.
DPCM per la ripartizione del Fondo amministrazioni centrali
Obiettivo del Fondo è il sostegno e il rilancio degli investimenti pubblici, identificati come una delle principali leve per la ripresa economica.
Per questo c’era grande attesa per l’approvazione del riparto del Fondo tra i diversi Ministeri che adesso, grazie alla pubblicazione del DPCM del 23 dicembre 2020 in GURI, potranno iniziare ad impiegare le risorse.
Considerando però che alcuni interventi - e cioè le Olimpiadi, la Ryder Cup e le bonifiche - hanno assorbito una porzione distinta delle risorse e sono stati approvati con un altro decreto, il DPCM finito in GURI procede alla fine al riparto dei restanti 19,701 miliardi di euro (anni 2020-2034).
Tra i Ministeri, la parte del leone la fa comprensibilmente il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che si porta a casa il 31% dei fondi, pari ad oltre 6 miliardi di euro. Seguono:
- il Ministero dello Sviluppo economico con il 13,8% dei fondi (oltre 2,7 miliardi);
- il Ministero della Difesa a cui spettano oltre 2,4 miliardi (il 12,2%);
- il Ministero dell'Istruzione e della ricerca a cui sono stati assegnati l’11,7% dei fondi, pari a oltre 2,3 miliardi di euro.
Agli altri Ministeri sono state assegnate quote inferiori al 7%, con stanziamenti che oscillano tra gli 884 milioni di euro del Ministero dell’Ambiente e i 14 milioni destinati a quello del Lavoro.
La ripartizione è stata definita tenendo conto delle proposte formulate dai singoli Ministeri e di una loro valutazione effettuata sulla base di specifici criteri come: il carattere innovativo e la sostenibilità, ma anche l’impatto sociale, l’effettiva cantierabilità, le ricadute sul mercato interno, la capacità di attrarre finanziamenti europei e di completare progetti già avviati, nonché la loro capacità di realizzare interventi di contrasto al dissesto idrogeologico, di mitigazione del rischio sismico e di manutenzione straordinaria della rete viaria.
Ciascun Ministero, adesso, è tenuto al monitoraggio della spesa, predisponendo entro il 15 settembre di ogni anno un resoconto sullo stato di avanzamento degli interventi finanziati.
Consulta il DPCM del 23.12.2020, pubblicato sulla GURI n. 41 del 18.02.2021