Codice Spettacolo - nuove risorse per FUS, Tax credit musica e Art Bonus
Aggiornato il 13 dicembre 2017 Dal tax credit musica all'Art bonus, tutte le novità della legge 175-2017, da cui deriverà il nuovo Codice dello spettacolo.
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Entrerà in vigore il 27 dicembre la legge delega in materia di spettacolo nata dallo stralcio dell'articolo 34 della legge Cinema e Audiovisivo, inizialmente pensata come disciplina organica per tutti e tre i settori e poi approvata il 3 novembre senza il riferimento allo spettacolo.
Tra le novità della legge n. 175-2017, appena pubblicata in Gazzetta ufficiale, il via libera alla spesa di 4 milioni di euro per attività culturali nei territori colpiti dal sisma del Centro Italia e l'estensione dell'Art Bonus a tutti i settori dello spettacolo.
Il testo, approvato a settembre dal Senato e confermato nella stessa versione dalla Camera a novembre, delega il Governo ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la riforma delle disposizioni legislative in materia di attività, organizzazione e gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche e degli enti di cui al decreto legislativo n. 367 del 1996 e di cui alla legge n. 310 del 2003.
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Inoltre, la delega riguarda la revisione e il riassetto delle norme in materia di teatro, prosa, musica, danza, spettacoli viaggianti e attività circensi, anche mediante la redazione di un testo unico, il cosiddetto Codice dello spettacolo.
La legge prevede anche l'istituzione, presso il Mibact, del Consiglio superiore dello spettacolo, un organismo consultivo con funzioni propositive e di valutazione degli effetti degli interventi di sostegno finanziario che andrà a sostituire la Consulta per lo spettacolo semplificando il quadro organizzativo e rendendolo uniforme rispetto al cinema e l’audiovisivo.
I criteri della delega
I criteri generali cui dovranno ispirarsi i decreti legislativi sono:
- la razionalizzazione del sostegno pubblico per il settore dello spettacolo, coordinando le misure a valere su risorse nazionali e quelle degli altri enti pubblici territoriali;
- il coordinamento delle disposizioni vigenti, in modo da garantire la coerenza giuridica, logica e sistematica della normativa;
- l'introduzione di adeguati strumenti di informazione, partecipazione, contraddittorio, trasparenza e pubblicità nei procedimenti amministrativi attuativi e nell'organizzazione e gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche e degli altri enti e organismi che ricevono contributi pubblici nel settore dello spettacolo;
- la diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, anche nei rapporti con i destinatari dell'azione amministrativa.
Il futuro delle fondazioni lirico-sinfoniche
Nello specifico, per quanto riguarda le fondazioni lirico-sinfoniche i decreti attuativi dovranno:
- portare a termine il processo di riforma avviato con il decreto legislativo n. 367 del 1996;
- prevedere il controllo e la vigilanza sulla gestione economico-finanziaria delle fondazioni;
- rivedere i criteri di ripartizione del contributo statale con l'obiettivo di incentivare la buona gestione amministrativo-contabile, operativa ed economica delle fondazioni, la qualità dell'attività lirica, sinfonica e di balletto realizzata e la capacità di reperire risorse private e di altri soggetti pubblici compresi gli enti locali;
- prevedere una disciplina organica del sistema di contrattazione collettiva;
- incentivare un'adeguata contribuzione da parte degli enti locali;
- consolidare il percorso di risanamento e di stabilizzazione economico-finanziaria e patrimoniale avviato dalle fondazioni in base al decreto-legge n. 91 del 2013.
Teatro, musica, danza e circo
Quanto ai settori del teatro, della prosa, della musica, della danza, degli spettacoli viaggianti e delle attività circensi, invece, tra i principi guida dei decreti legislativi rientrano:
- l'ottimizzazione delle risorse, individuando criteri e modalità di collaborazione nelle produzioni;
- la destinazione di una quota crescente del finanziamento statale in base alla qualità della produzione;
- l'ampliamento del sistema dei crediti d'imposta attualmente previsto per chi sostiene la realizzazione e il restauro di strutture delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri, per incoraggiare la partecipazione dei privati al rafforzamento del settore;
- la razionalizzazione dell'organizzazione e del funzionamento dei diversi settori in modo da favorire una migliore gestione, economicità, imprenditorialità e sinergia tra i diversi enti e soggetti operanti in ciascuno di essi;
- il sostegno alla diffusione dello spettacolo italiano all'estero e ai processi di internazionalizzazione, in particolare in ambito europeo, attraverso iniziative di coproduzione artistica, collaborazione e scambio, favorendo la mobilità e la circolazione delle opere.
I decreti attuativi della delega dovranno essere adottati su proposta del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, previa acquisizione del parere della Conferenza unificata, del Consiglio di Stato e delle commissioni parlamentari competenti.
Polemiche hanno accompagnato l'emendamento che ha previsto il graduale superamento dell’utilizzo degli animali nei circhi, in sostituzione della norma che avrebbe condotto alla totale eliminazione del ricorso ad animali negli spettacoli, fortemente criticata dagli operatori del settore.
Il quadro degli incentivi
L’articolo 4 della legge delega prevede che la dotazione del Fondo unico per lo spettacolo (FUS) sia incrementata di 9,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019 e di 22,5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2020.
Confermate anche per il 2018, inoltre, le misure già previste solo per il 2017 dal decreto-legge n. 244 del 2016 a favore di attività culturali nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio Marche e Umbria interessate dagli eventi sismici, con una spesa prevista pari a 4 milioni di euro.
Il provvedimento prevede inoltre l'estensione dell'Art-Bonus, cioè il credito di imposta del 65% per favorire le erogazioni liberali a favore della cultura, a tutti i settori dello spettacolo, anziché alle sole fondazioni lirico-sinfoniche e ai teatri di tradizione. Ammessi, quindi, teatri nazionali, teatri di rilevante interesse culturale, istituzioni concertistico-orchestrali, festival, imprese e centri di produzione teatrale e di danza, nonché circuiti di distribuzione - senza scopo di lucro - che svolgono le loro attività esclusivamente nel settore dello spettacolo.
Infine, viene confermato a regime il tax credit musica, il credito di imposta per le opere prime, seconde e terze di nuovi talenti definiti come artisti, gruppi di artisti, compositori o artisti-interpreti. Il beneficio è riconosciuto alle imprese produttrici di fonogrammi e di videogrammi musicali e organizzatrici e produttrici di spettacoli di musica dal vivo per attività di sviluppo, produzione, digitalizzazione e promozione di registrazioni fonografiche o videografiche.
Si tratta della riproposizione di una misura prevista una tantum per il triennio 2014-2016 dai commi da 1 a 6 dell’articolo 7 del decreto-legge n. 91 del 2013, i cui oneri sono stimati in 4,5 milioni di euro a decorrere dal 2018.
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