Giornata contro la violenza sulle donne: le iniziative e i bandi 2024
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre, proponiamo una rassegna di bandi diretti a contrastare la violenza di genere e a favorire l'autonomia delle donne.
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Nel 1999 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito il 25 novembre come Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: in questa occasione, governi, organizzazioni internazionali e ONG sono invitati a promuovere iniziative e attività volte a combattere questo drammatico fenomeno.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità "nel mondo una donna su tre subirà violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita". Per questo motivo, ha affermato in questa ricorrenza la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, serve ricordare che "dietro ogni numero c'è un volto, un nome e una storia". Il numero uno di Bruxelles ha citato anche il caso di Giulia Cecchettin in Italia, spiegando che storie come questa debbano essere raccontate e ascoltate poiché "è così che rompiamo il silenzio; è così che porremo fine alla violenza".
Contributi europei contro la violenza sulle donne
Il tema della violenza di genere è da sempre al centro delle priorità dell'Unione europea. Nell'ottobre 2023 l'UE ha aderito alla convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, altrimenti nota come "convenzione di Istanbul", la quale costituisce il più ambizioso atto giuridico internazionale che imponga obblighi vincolanti per prevenire e combattere la violenza contro le donne e le ragazze.
La necessità di prevenire e combattere la violenza contro le donne, proteggere le vittime e punire gli autori di questi reati è uno degli assi portanti della strategia per la parità di genere 2020-2025, il cui obiettivo è fare sì che in UE tutte coloro che hanno subito abusi possano godere pienamente dei diritti loro riconosciuti dalle norme dell'Unione.
A questo documento ha fatto seguito l'adozione a maggio di quest'anno della direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e a quella domestica. Scopo principale di questo documento è fornire un quadro giuridico generale in UE per rendere penalmente perseguibili una serie di reati tra cui lo stupro come atto basato sulla mancanza di consenso, le mutilazioni genitali femminili e la violenza online, in particolare: la condivisione non consensuale di immagini intime, lo stalking online, le molestie online e l'incitamento alla violenza o all'odio online. Con questa normativa, inoltre, si mira ad accrescere la protezione e l'assistenza alle vittime, agevolando loro l'accesso alla giustizia e migliorando la prevenzione, la raccolta di dati, il coordinamento e la cooperazione.
A proposito dei fondi che l'Unione mette a disposizione per contrastare la violenza sulle donne e promuovere la parità di genere, il riferimento principale è il programma di finanziamento "Cittadini, uguaglianza, diritti e valori (CERV)". Nel 2025, ad esempio, verrà messo a disposizione della sezione DAPHNE un budget di 23 milioni per sostenere sia azioni transnazionali volte a contrastare e prevenire la violenza sui bambini e la violenza di genere nella sfera domestica e nelle relazioni intime, sia interventi di protezione e assistenza alle vittime di violenza di genere, compresi sistemi di protezione dell'infanzia.
Nonostante attualmente non ci siano bandi aperti che vertono nello specifico sul tema, anche il programma europeo "Giustizia" prevede una serie di interventi rivolti, da un lato, alle organizzazioni della società civile e ai portatori di interessi senza scopo di lucro attivi nel settore che aiutano le vittime ad accedere ai loro servizi e, dall'altro, alle organizzazioni che lavorano alla corretta attuazione della legislazione dell'UE in materia di ordini di protezione.
Inoltre, l'Unione Europea contribuisce ad aumentare la sensibilizzazione sul tema e a ricercare approcci innovativi per combattere la violenza di genere anche attraverso Horizon Europe. Un esempio di questo impegno è il progetto IMPROVE, finanziato con le risorse del programma quadro per ricerca e innovazione dell'UE, che intende aiutare le vittime di violenza domestica, fornendo loro strumenti e informazioni in merito ai propri diritti e alle modalità con cui denunciare gli abusi. Il progetto ISEDA, invece, mira a combinare tecnologie e pratiche all'avanguardia provenienti da scienze sociali, discipline umanistiche e competenze del settore per sviluppare programmi di formazione destinati agli ufficiali di polizia, per sostenere le vittime nella denuncia della violenza domestica e per fornire prove utili per processi giuridici.
Violenza di genere, i bandi nazionali
Il femminicidio è una piaga difficile da contrastare a livello nazionale, nonostante le leggi, i piani strategici, le campagne di sensibilizzazione, la rete di centri antiviolenza sui territori, l’impegno delle istituzioni, dei movimenti e delle associazioni.
"La violenza contro le donne presenta numeri allarmanti. È un comportamento che non trova giustificazioni, radicato in disuguaglianze, stereotipi di genere e culture che tollerano o minimizzano gli abusi, che si verificano spesso anche in ambito familiare" ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Secondo i dati del report "Il Punto - Il pregiudizio e la violenza contro le donne" realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale polizia criminale, ufficio interforze del Dipartimento della pubblica sicurezza, e diffuso in coincidenza della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, i reati con vittime donne in Italia sono "in costante aumento" rispetto agli anni passati.
Un primo indicatore particolarmente rilevante è quello rappresentato dai cosiddetti reati spia, ossia quei delitti che sono indicatori di una violenza di genere, in quanto "potenziale e verosimile espressione di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica diretta contro una donna in quanto tale". A tal proposito, nei primi sei mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, gli atti persecutori sono cresciuti del 6%, i maltrattamenti contro familiari e conviventi del 15% e le violenze sessuali dell'8%. In particolare, da gennaio a giugno di quest'anno i reati di "stalking" sono stati 9.914 a fronte dei 9.359 della stessa finestra temporale del 2023. I maltrattamenti contro familiari e conviventi passano dagli 11.808 casi del primo semestre 2023 ai 13.541 di quest'anno, mentre l'incidenza delle vittime di genere femminile resta costante (81%) in entrambi i periodi. Si registra un trend in crescita anche per le violenze sessuali: erano state 2.991 nei primi sei mesi del 2023, sono 3.229 nei primi sei mesi del 2024.
Aumentano, inoltre, anche i reati introdotti dalla legge n. 69-2019, nota come "Codice rosso" che rafforza la tutela di tutti coloro che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti. Nei primi sei mesi del 2024, infatti, i casi di costrizione o induzione al matrimonio lievitano del 67%, mentre gli episodi di deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso scendono da 44 a 43 (-2%), con una percentuale di vittime donne che però si impenna dal 13 al 26%. Un +22% per i reati di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (il cosiddetto "revenge porn"): dai 620 casi del primo semestre 2023 si passa ai 755 del primo semestre di quest'anno, con una forte preponderanza delle vittime donne che raggiungono il 68%. Le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, infine, da gennaio a giugno 2024 aumentano del 38%, passando dai 1.170 del primo semestre dell'anno scorso a 1.610.
"Come Governo, dall'inizio del nostro mandato, abbiamo messo in campo strumenti di contrasto, prevenzione e sicurezza", ha ricordato la premier Giorgia Meloni, che sui social ha parlato di "troppi casi di violenza e femminicidi" come "una piaga sociale e culturale che non ci consente di voltare lo sguardo dall'altra parte, ma che ci spinge a riflettere e ad agire con ogni azione possibile volta a tutelare le vittime dall'abominio della violenza".
Anche dalla legge di Bilancio 2025 si occupa del tema, prevedendo un incremento delle risorse a disposizione del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità pari a 3 milioni di euro annui a decorrere dal prossimo anno. La nuova iniezione di liquidità è specificamente finalizzata ad attività di orientamento e formazione al lavoro per le donne vittime di violenza, al fine di consentirne l’emancipazione e l’indipendenza economica.
Questo Fondo, istituito nel 2006, aveva già goduto di importanti incrementi economici per potenziare alcune misure strategiche. A tal proposito, infatti, la legge di Bilancio 2024 aveva previsto il rafforzamento del Reddito di libertà, il sussidio fino a 400 euro mensili destinato a favorire l'indipendenza economica e l'emancipazione delle donne vittime di violenza in condizione di povertà, seguite dai centri antiviolenza. Una novità messa a terra attraverso un aumento del Fondo per le pari opportunità di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 e di 6 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027.
Inoltre, una parte del Fondo - circa 60,5 milioni di euro - è destinata al finanziamento di azioni finalizzate alla prevenzione e al contrasto della violenza maschile nei confronti delle donne ed in particolare all’attuazione del Piano strategico nazionale contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
Parlando invece più in generale di politiche di genere e di supporto all'occupazione e all'imprenditoria femminile, una misura avviata da tempo è la sezione speciale per le imprese femminili del Fondo di garanzia PMI, che facilita l'accesso al credito delle piccole e medie imprese femminili attraverso un sostegno in forma di garanzia per facilitare l'accesso ai finanziamenti bancari. Con l'intervento del Fondo, l'impresa non riceve quindi un contributo in denaro, bensì si assicura la reale possibilità di ottenere finanziamenti senza dover prestare garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative).
I bandi delle Regioni per la lotta contro la violenza di genere
A livello regionale attualmente sono aperti alcuni bandi.
In Liguria, ad esempio, è aperto fino alla fine dell’anno un invito ad hoc da 120 mila euro per erogare un bonus ai datori di lavoro che assumono donne vittime di violenza di genere.
Vale 175 mila euro, invece, il bando della Provincia Autonoma di Bolzano per concedere un contributo di solidarietà alle donne vittime di violenza e maltrattamenti che intendano denunciare gli abusi subiti.
Una regione particolarmente virtuosa sul tema è la Toscana, che attualmente ha all'attivo tre avvisi pubblici per la realizzazione di interventi a favore di donne inserite in percorsi di uscita dalla violenza e di autonomia. I bandi in questione spaziano dall’erogazione di contributi individuali fino all’attivazione di tirocini di orientamento, percorsi di formazione e di inserimento/reinserimento nel mondo del lavoro. La dotazione, i beneficiari e le tempistiche variano a seconda che si tratti del primo, del secondo del terzo invito a presentare proposte.
Di più ampio respiro, invece, l’iniziativa della Regione Lazio per incentivare l’adozione di sistemi di gestione sulla parità di genere da parte delle micro e piccole imprese del territorio. Oltre ad un budget di 250mila euro, l'avviso dà il diritto alle aziende di utilizzare il marchio “Impresa Rosa Regione Lazio” che comporta l’accesso esclusivo o preferenziale a progetti formativi volti all’inserimento lavorativo delle donne, a partire da tirocini per le donne vittime di violenza.