Contributi agricoltura: 8 miliardi di fondi europei per i bandi PSR dal 2021
Parlamento europeo e Consiglio hanno raggiunto un accordo sugli 8 miliardi di aiuti straordinari per l'agricoltura e le aree rurali previsti dal pacchetto per la ripresa dal Covid-19 Next Generation EU. I fondi europei saranno disponibili già dal 2021, senza attendere l'entrata in vigore della nuova Politica agricola comune (PAC), per finanziare le misure del PSR a sostegno degli investimenti e della sostenibilità ambientale.
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La Commissione europea aveva proposto di legare gli oltre 8 miliardi assegnati al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) dal pacchetto Next Generation EU all'avvio della nuova PAC che, dopo un periodo transitorio di due anni, dovrebbe partire nel 2023. Dopo solo due triloghi sul tema, Parlamento europeo e Consiglio hanno invece concordato di rendere disponibili gli aiuti straordinari per l'agricoltura già nel biennio 2021-2022.
Le risorse dovranno essere essere utilizzate per sostenere la ripresa dalla crisi del Covid-19 e per centrare gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale del Green deal, in particolare delle strategie Farm to fork e Biodiversità al 2030, ha spiegato il relatore Paolo De Castro (S&D) in conferenza stampa.
8 miliardi di fondi europei FEASR per l'agricoltura in attesa della nuova PAC
Gli 8,07 miliardi a prezzi correnti previsti da Next Generation EU saranno assegnati in due tranche: la prima, pari a circa 2,4 miliardi, nel 2021, la seconda, da circa 5,6 miliardi, nel 2022. Una suddivisione che tiene conto del fatto che il prossimo anno le imprese agricole potranno beneficiare anche dei 2,6 miliardi di euro provenienti dall'anticipo dei fondi per lo sviluppo rurale previsto nell'ambito del Quadro finanziario pluriennale.
In tutto, quindi, nei prossimi due anni l'agricoltura europea potrà contare su un pacchetto di oltre 10 miliardi di euro che permetteranno di affrontare gli effetti della pandemia da Covid-19 in attesa del nuova PAC.
Si tratta, tuttavia, di un punto di partenza, ha spiegato De Castro. Questi fondi potranno infatti essere cofinanziati con risorse nazionali per il massimo del 400%, su base facoltativa. I Paesi UE potranno però anche decidere di non integrare il FEASR con risorse nazionali, per cui l'UE coprirà al 100% le misure attivate grazie ai fondi di Next Generation EU.
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Contributi a sostegno degli investimenti e della sostenibilità ambientale
In questa fase le risorse del FEASR dovranno essere utilizzate per sostenere la ripresa, aumentando parallelamente la resilienza delle imprese agricole, la sostenibilità e favorendo il ricorso alla digitalizzazione. Di conseguenza, ha chiarito De Castro, è escluso il finanziamento di misure business as usual.
In particolare, almeno il 55% degli oltre 8 miliardi dovrà andare al sostegno degli investimenti delle piccole e medie imprese agricole, alle misure che riguardano la cooperazione, al primo insediamento di giovani agricoltori, agli investimenti per lo sviluppo sociale ed economico delle aree rurali.
Questi investimenti potranno riguardare l'efficienza nell'uso delle risorse naturali, l'agricoltura di precisione, la modernizzazione dei macchinari, il miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro, la promozione delle filiere corte, le energie rinnovabili, l'economia circolare e la bioeconomia, l'accesso a tecnologie ICT di alta qualità nelle aree rurali.
Dal momento che questa spinta all'innovazione deve avere carattere democratico, ha precisato De Castro, l'accesso a queste misure sarà garantito indipendentemente dalle dimensioni aziendali e dal background formativo degli agricoltori. Proprio per favorire la partecipazione ai bandi delle imprese di minori dimensioni, gli Stati membri potranno quindi innalzare l'intensità del contributo dall'attuale 40% a un massimo del 75%. E per sostenere il ricambio generazionale in agricoltura, i contributi per il primo insediamento di giovani agricoltori potranno salire dagli attuali 70mila euro a 100mila euro.
La seconda priorità di spesa è quella della sostenibilità ambientale: i colegislatori hanno quindi stabilito che almeno il 37% dei fondi FEASR vada al finanziamento di misure agroambientali, in particolare al sostegno dell'agricoltura bio, alle azioni per l'adattamento ai cambiamento climatici e per la conservazione dei suoli, al miglioramento della gestione idrica, al mantenimento degli habitat, alla riduzione dei rischi derivanti dall'uso di pesticidi e antibiotici e al benessere animale.
Gli Stati membri potranno allocare liberamente le risorse residue, pari all'8% del totale, assegnando ulteriori fondi alle due linee di intervento prioritarie o attivando misure PSR relative ad altri ambiti. E' prevista, tuttavia, una clausola di non regressività ambientale. Significa che alle misure ambientali non potranno andare meno fondi di quanto previsto nel periodo 2014-2020.
Una volta che i 27 avranno approvato l'accordo, il testo verrà validato dalla plenaria del Parlamento UE senza possibilità di modifica. Il testo infatti verrà incorporato nel regolamento transitorio della Politica agricola comune, che estende l'attuale PAC fino al 31 dicembre 2022.
In questo modo si punta a evitare ritardi e ad assicurarsi che le risorse siano operative dal 1° gennaio 2021, per tutto il periodo transitorio. Secondo quanto anticipato da De Castro, l'Aula dovrebbe votare l'accordo durante la plenaria di dicembre, in quanto subordinato all'intesa sul Quadro finanziario pluriennale 2021-27. Un'indicazione che lascia intendere che anche l'accordo tra PE e Consiglio sul prossimo bilancio europeo è ormai questione di poche settimane.
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