Africa - le priorita' del PIE, il piano UE di investimenti esterni
Bruxelles intende mobilitare 44 miliardi di investimenti sostenibili nei settori energia, PMI, agricoltura, sviluppo urbano e digitale.
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A neanche una settimana dal quinto summit UE-Africa, in programma il 29 e il 30 novembre ad Abidjian (Costa D'Avorio) e in concomitanza con la conferenza di alto livello organizzata dal Parlamento UE a Bruxelles per rilanciare la cooperazione bilaterale, la Commissione europea ha definito le prime 5 aree di intervento del suo Piano europeo per gli investimenti esterni (in breve PIE).
Gli obiettivi del PIE
Annunciato lo scorso 28 settembre, il PIE intende mobilitare, attraverso lo strumento del Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), circa 44 miliardi di euro per lo sviluppo sostenibile nei Paesi dell'Africa e del Vicinato UE.
Le cinque "finestre di investimento" (investment windows) definite dalla Commissione riguardano altrettante priorità di sviluppo delle aree destinatarie:
- "Energia sostenibile e connettività": attrazione di investimenti nelle energie rinnovabili, nei trasporti e nell'efficienza energetica;
- "Migliore accesso ai finanziamenti per PMI": sostegno a microimprese, piccole e medie imprese, che rappresentano le principali opportunità di lavoro in Africa e nel vicinato UE e offrono alternative più sostenibili all'economia sommersa;
- "Agricoltura sostenibile, imprenditori rurali e agribusiness": semplificazione dell'accesso agli strumenti finanziari da parte di piccoli agricoltori, cooperative e PMI agroalimentari al fine di affrontare i problemi di sicurezza alimentare;
- "Città sostenibili": mobilitazione di investimenti per lo sviluppo urbano sostenibile di infrastrutture municipali per mobilità urbana, acqua, servizi igienico-sanitari, gestione dei rifiuti, energia rinnovabile, etc;
- "Digitale per lo sviluppo": promozione di investimenti in soluzioni digitali innovative per esigenze locali, inclusione finanziaria e creazione di posti di lavoro dignitosi.
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I prossimi passi
Come passo successivo, la Commissione europea inviterà le istituzioni finanziarie ammissibili - quali le banche di sviluppo - a presentare proposte concrete di programmi di investimento in queste cinque aree. Dopo una valutazione da parte dell'Esecutivo UE e di esperti indipendenti, agli istituti finanziari selezionati verrà affidata la gestione dei programmi.
I primi accordi con gli intermediari dovrebbero essere firmati nella prima metà del 2018.