Cooperazione: Africa in cima ad agenda UE
Aggiornato il 22 novembre 2017 A Bruxelles una conferenza di alto livello per rilanciare il partenariato bilaterale. Il presidente del PE Tajani propone un Piano Marshall per l'Africa.
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Il vertice UE-Africa in programma il 29 e 30 novembre 2017 ad Abidjian (Costa d'Avorio) dovrà essere diverso da tutti gli altri e dovrà concludersi con "risultati concreti e una tabella di marcia chiara e precisa" sul futuro del continente africano e dei suoi rapporti con l'Unione europea. Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani in apertura della Conferenza di alto livello in corso in queste ore a Bruxelles.
In vista del summit di Abidjan, le istituzioni UE hanno organizzato l'incontro di oggi per rilanciare la cooperazione bilaterale e ribadire che - come aveva anticipato già ieri il numero uno dell'Europarlamento - è giunto il momento di "mettere l'Africa in cima all'agenda dell'Unione europea" e di "trovare il consenso politico per un cambiamento radicale" dell'azione UE in Africa. A cominciare da un bilancio pluriennale dotato di risorse adeguate, una sorta di "piano Marshall, in grado di attirare investimenti per centinaia di miliardi e sostenere la transizione del continente verso una base manifatturiera sostenibile, un'agricoltura moderna e infrastrutture di rete”.
Oltre al presidente del PE, lo ricordiamo, alla conferenza partecipano, per parte europea, l'alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza comune Federica Mogherini, il presidente della BEI Werner Hoyer, il vicepresidente della Commissione europea Andrus Ansip e i commissari europei Günther Oettinger, Karmenu Vella, Neven Mimica e Mariya Gabriel.
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Apertura di Tajani: guardare Africa con 'lenti africane'
Per molti anni, ha detto oggi Tajani nel discorso di apertura della conferenza di alto livello, l'Unione europea non ha guardato all'Africa "con l'attenzione dovuta", spesso voltandosi dall'altra parte, incurante delle "emergenze umanitarie, climatiche, di sicurezza, stabilità, che affliggono il continente" e senza maturare una "reale consapevolezza del nostro primario interesse strategico per l'Africa".
L'Europa, ha continuato il presidente del PE, su questo fronte si è mossa "in ordine sparso, con una pluralità di voci dissonanti, perseguendo interessi e agende diverse". La conseguenza di tale approccio è stata, ha proseguito il numero uno del PE, "un percorso lastricato di buone intenzioni, ma con molte opportunità mancate e scarsi risultati".
A questo punto, ha sottolineato Antonio Tajani, è arrivato il momento di un "nuovo inizio" e di guardare l'Africa attraverso "lenti africane". Per far ciò occorre instaurare "un dialogo franco e diretto, da pari a pari".
La globalizzazione e i flussi migratori, ha proseguito l'ex commissario europeo all'Industria, hanno dimostrato che "alzare muri o barriere non è la soluzione" perchè "i problemi dell'Africa sono anche i problemi dell'Europa". Entro il 2050, la popolazione africana raddoppierà, superando i 2,5 miliardi. Questa esplosione demografica può essere un problema, ma anche un'opportunità.
Alla luce di tutto questo, "senza una "forte azione" per contrastare fenomeni come "desertificazione, carestie, pandemie, terrorismo, disoccupazione" e malgoverno, che alimentano l'instabilità e "contribuiscono a un'immigrazione fuori controllo", le nuove generazioni, ha detto Tajani, si sposteranno verso l'Europa, "in cerca di speranza e futuro". Dunque è "urgente dare loro prospettive, per restare e contribuire a risollevare la loro terra".
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Un Piano Marshall per l'Africa
Rilanciando una proposta già anticipata ieri, Tajani ha spiegato che il programma di investimenti UE per l'Africa da 3,4 miliardi di euro "è un importante passo nella giusta direzione, ma è lungi dall'essere sufficiente". Gli sforzi del continente verso "una base industriale sostenibile, un'agricoltura efficiente, fonti rinnovabili, infrastrutture adeguate per acqua, energia, mobilità, logistica e digitale" vanno invece sostenuti con quello che il presidente del PE ha definito un Piano Marshall.
L'Unione, ha proseguito Tajani, deve lavorare affinché "nel prossimo bilancio pluriennale UE, il fondo d'investimenti per l'Africa sia dotato di almeno 40 miliardi di euro". Grazie all'effetto leva e alle "sinergie con la Banca europea per gli investimenti" (BEI), ha continuato, si potrebbero "mobilitare investimenti pubblici e privati per circa 500 miliardi".
Su questa base, UE e Africa potranno "portare avanti una forte diplomazia economica che promuova integrazione dei mercati, trasferimenti di tecnologia e di saper fare industriale, sostenibilità, formazione". L'obiettivo, ha concluso Tajani, è creare un contesto favorevole allo sviluppo di una base manifatturiera, all'imprenditoria, alla nascita di PMI, al lavoro per i giovani.