Direttiva insolvenza: accordo su nuove norme UE per imprese in difficolta'
Il Consiglio ha definito la sua posizione in merito alla direttiva sull'insolvenza delle imprese. Possono ora avere inizio i negoziati con l'Europarlamento, al fine di raggiungere un accordo all'inizio del 2019.
> Unione Mercati Capitali - nuove norme per insolvenza imprese
Il Consiglio Giustizia e affari interni ha concordato la sua posizione in merito alla direttiva proposta nel 2016 dalla Commissione UE nell'ambito del piano d'azione sull'Unione dei mercati dei capitali per armonizzare le norme in materia di insolvenza e offrire una seconda chance alle imprese in difficoltà.
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La proposta della Commissione UE
La direttiva proposta dalla Commissione UE intende fornire alle imprese economicamente sostenibili in difficoltà finanziarie la possibilità di accedere a quadri di ristrutturazione preventiva in modo da ristrutturarsi in una fase precoce e di evitare l'insolvenza.
Scopo della normativa è favorire l'eliminazione degli ostacoli allo sviluppo dei mercati dei capitali nell'Unione, dando certezza giuridica agli investitori transfrontalieri e alle società che operano nell'Unione e contribuendo a creare e conservare l'occupazione. Attualmente in Europa sono circa 200mila le imprese che, ogni anno, sono costrette a dichiarare il fallimento, causando la perdita di oltre 1,7 milioni posti di lavoro.
Una volta adottate, le nuove norme integreranno il regolamento sull'insolvenza del 2015, che si concentra sulla risoluzione dei conflitti di giurisdizione e sulla legislazione in materia di procedure d'insolvenza transfrontaliere e garantisce il riconoscimento delle sentenze in materia d'insolvenza in tutta l'UE.
La posizione del Consiglio
La posizione del Consiglio mantiene tutti gli elementi principali della proposta iniziale della Commissione UE, ma concede agli Stati membri una maggiore flessibilità per adeguare le nuove norme ai rispettivi quadri esistenti.
In particolare, il Consiglio ha modificato le disposizioni su:
- il coinvolgimento dei giudici: pur mantenendo l'obiettivo di accelerare le procedure di insolvenza, la posizione del Consiglio lascia agli Stati membri una maggiore flessibilità per decidere quando e dove rendere obbligatorio il coinvolgimento dei giudici;
- la durata della sospensione delle azioni esecutive individuali: pur mantenendo la durata proposta dalla Commissione (ossia un massimo di quattro mesi per la durata iniziale), il Consiglio introduce la possibilità di un periodo più lungo per consentire ai giudici di omologare i piani più complessi;
- la ristrutturazione trasversale dei debiti: pur mantenendo le norme definite nella proposta, gli Stati membri hanno deciso una maggiore flessibilità a livello nazionale nella definizione delle condizioni necessarie per effettuare una valutazione preliminare di un'impresa, nonché delle norme che stabiliscono quando una classe di creditori può beneficiare di tale meccanismo.
Poiché il Parlamento europeo ha già adottato la sua posizione, i negoziati nell'ambito del trilogo possono iniziare al più presto. L'obiettivo delle tre istituzioni è raggiungere un accordo politico prima delle elezioni europee del 2019.