Cooperazione: al via i finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo 2014-2020
A disposizione 30,5 miliardi di euro di aiuti
L'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Unione Federica Mogherini e il commissario allo Sviluppo Neven Mimica hanno annunciato l'entrata in vigore dell'11° Fondo europeo di sviluppo, il principale strumento di aiuto dell'Ue per i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico.
Per il periodo 2014-2020, gli strumenti finanziari per le relazioni esterne dell'Unione europea mettono a disposizione complessivamente 51,5 miliardi di euro. In questo quadro rientra anche il Fondo europeo di sviluppo (FES) che, a differenza degli altri strumenti europei di cooperazione allo sviluppo finanziati a valere sul bilancio dell'Unione, è alimentato da contributi diretti degli Stati membri.
Creato nel 1957 dal trattato di Roma e lanciato nel 1959, il Fondo europeo di sviluppo è il principale strumento dell'Unione per la fornitura di aiuti allo sviluppo ai Paesi dell'Africa, del Pacifico e dei Caraibi (ACP) e ai Paesi e territori d'oltremare (OCT).
Nel campo delle azioni esterne dell'Unione europea, la normativa applicabile è costituita in particolare dalla convenzione internazionale di Cotonou per gli aiuti finanziati dal Fondo europeo di sviluppo, dai regolamenti di base relativi ai diversi programmi di cooperazione adottati dal Consiglio e dal Parlamento europeo e da regolamenti finanziari.
Per il periodo 2014-2020 il FES dispone di 30,5 miliardi di euro, di cui oltre 3,8 miliardi a carico dell'Italia, terzo Paese Ue per entità del contributo al Fondo, subito dopo Germania (6,2 miliardi) e Francia (5,4 miliardi).
L'obiettivo dello strumento è finanziare attività di cooperazione nei settori dello sviluppo economico, sociale e umano, di cooperazione regionale e per l'integrazione. In particolare, lo strumento mira a favorire una buona governance e una crescita sostenibile nelle aree destinatarie dei finanziamenti e si concentra su un massimo di tre settori per Paese, ad eccezione di contesti particolarmente fragili come la Repubblica Democratica del Congo e il Mali.
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