Ecco il testo del ddl Nucleare depositato al Cdm
Il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza ambientale ha inviato a Palazzo Chigi il disegno di legge delega sul nucleare, affinché sia inserito nell'ordine del giorno del primo Consiglio dei Ministri utile. È, di fatto, il primo passo formale verso il ritorno del nucleare in Italia. «L’obiettivo è rendere strutturale la riduzione dei prezzi dell’energia e occorre un mix energetico», ha detto il ministro Pichetto Fratin in un'informativa urgente alla Camera questa mattina. «Si muove in questa direzione anche la diversificazione delle fonti di produzione a disposizione del Paese, abilitando tutte le tecnologie, incluso il nucleare».
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Il testo del disegno di legge delega contempla quattro articoli e una relazione illustrativa (allegati in fondo all'articolo). Il titolo è "Delega al governo in materia di Nucleare sostenibile". Subito viene quindi richiamata l'importanza del nucleare quale "fonte" taglia-emissioni per raggiungere «gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050», oltre che aumentare la «sicurezza e l'indipendenza energetica del Paese» e per contenere «i costi dei consumi energetici» di famiglie e imprese.
Il governo è «delegato ad adottare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti la disciplina per la produzione di energia da fonte Nucleare sostenibile sul territorio nazionale». Per il provvedimento - presentato dal ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin - è stata richiesta l'iscrizione all'ordine del giorno della prima riunione utile del Consiglio dei ministri.
Nessun rischio dai referendum
In uno dei passaggi della relazione illustrativa, ci si sofferma anche sull'eventuale ostacolo dato dal doppio voto sul rederendum sul nucleare, nel 1987 e nel 2011. In sintesi - è la teoria - non ci sarebbe alcun rischio perchè la tecnologia di oggi è nuova e soprattutto non è "comparabile" con quella alla quale "il Paese aveva rinunciato". Questo - si legge nella relazione al ddl - rende "giuridicamente legittimo, anche in considerazione della giurisprudenza costituzionale, intervenire sulla materia senza alcun rischio che i precedenti referendari possano costituire un ostacolo normativo all’intervento del legislatore". Concetto ribadito anche dal ministro Pichetto Fratin in mattinata a margine della sua partecipazione a un convegno.
La delega sul nucleare si occuperà anche di smantellamento
L'articolo 1 precisa che nei prossimi ventiquattro mesi il Governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi sulla produzione di energia da «fonte nucleare sostenibile sul territorio nazionale, anche ai fini della produzione da idrogeno, la disattivazione e lo smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, la ricerca, lo sviluppo e utilizzo dell'energia da fusione, nonchè la riorganizzazione delle competenze e delle funzioni in materia, anche mediante riordino e modificazioni della normativa vigente».
Una vera e propria delega complessiva, quindi, che dovrebbe espletarsi nei prossimi due anni. La cornice generale è la previsione di un programma nazionale per sviluppare la produzione di energia da fonte nucleare sostenibile. Termine, quest'ultimo, che ricorre numerose volte nel testo normativo. I decreti legislativi saranno adottati dal Mase di concerto con i Ministeri di competenza, con tutte le intese istituzionali del caso, inclusi la Conferenza delle Regioni e il Consiglio di Stato. Tali decreti saranno poi trasmessi al Parlamento per far esprimere un parere alle Camere.
Nucleare anche per l'idrogeno e priorità all'elettrificazione
L'articolo due definisce l'oggetto della corposa delega. Complessivamente, assumono priorità, da un lato, l’elettrificazione dei consumi e, dall’altro, la progressiva decarbonizzazione della generazione elettrica, prioritariamente attraverso le fonti rinnovabili e, poi, per mezzo di altre fonti a bassa impronta carbonica, tra cui, come riconosciuto a livello internazionale, l’energia nucleare, che rappresenta la fonte energetica più pulita (ovvero con le minori emissioni di CO2 per unità di energia generata, rinnovabili incluse) in grado di garantire una produzione di energia stabile e programmabile, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, a integrazione delle rinnovabili non programmabili.
Tra le priorità, poi, anche la disciplina della sperimentazione, della localizzazione, della costruzione e dell’esercizio di nuovi impianti di produzione di energia da fonte nucleare sostenibile sul territorio nazionale, anche ai fini della produzione di idrogeno, e dei relativi sistemi di sicurezza e di radioprotezione.
È in questo ambito che si inserisce anche la competenza della sperimentazione, localizzazione, costruzione ed esercizio di impianti di stoccaggio temporaneo dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito, «qualora non riciclabile, riutilizzabile, e dei relativi sistemi di sicurezza e radioprotezione». Sembrerebbe, quindi, che in questa previsione rientri anche tutta la tematica della costruzione del deposito unico di scorie, la cui gestazione nel nostro Paese è ormai pluridecennale.
Formazione e informazione sul nucleare
Si apre anche la partita della formazione e della informazione: nel testo del ddl si prevede anche la formazione di tecnici, ricercatori, ingegneri e altre figure professionali per tutte le competenze necessarie allo sviluppo del nucleare. Il tutto considerando che «Affinché la produzione di energia possa ritenersi effettivamente sostenibile è essenziale il bilanciamento delle componenti economica, sociale ed ambientale della sostenibilità: una tecnologia energetica realmente sostenibile deve soddisfare pienamente la domanda industriale e sociale mediante la fornitura di energia a prezzi accessibili, tutelando il più possibile l’ambiente». Elementi tanto più importante, la formazione e la ricerca, visto che si richiama esplicitamente il ruolo dello sviluppo nel settore «della fissione nucleare e dell'energia da fusione, anche mediante forme di incentivazione dei relativi investimenti».
Per il nucleare "nessun onere"
Il decreto richiama numerose volte gli obiettivi di decarbonizzazione europei e di «sostenibilità ambientale», e la necessità di utilizzare le migliori tecnologie esperibili.
Nel testo - all'articolo 4 - c'è scritto: «I decreti legislativi sono adottati senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti di rispettiva competenza con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Qualora uno o più decreti legislativi determinino nuovi o maggiori oneri che non trovino compensazione al proprio interno, i decreti legislativi stessi sono adottati solo successivamente o contestualmente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie". I decreti legislativi dovranno essere adottati entro 24 mesi dall'approvazione della legge delega.
Leggi il testo della Relazione illustrativa del DDL Nucleare