Ricerca: l'Ue sulla buona strada con il 7 Programma Quadro
Questo programma di finanziamento di R&D - il più ambizioso che sia stato mai adottato dall’Unione Europea (50 miliardi di euro in sette anni) - permette di rispondere ai bisogni economici e sociali dell’Unione, anche grazie alla struttura e ai nuovi strumenti di lavoro utilizzati. La ricerca in ambiti d’azione prioritari come l’ambiente, l’energia o le nanotecnologie favoriscono lo sviluppo di un’economia durevole a bassa produzione di carbone e al tempo stesso le piattaforme tecnologiche aiutano a definire dei temi che rispondono ai bisogni al lungo termine del settore industriale.
Nuove iniziative tecnologiche congiunte stanno dando vita a progetti di una dimensione tecnologica e finanziaria inedita, a metà tra il settore pubblico e quello privato. Il 7° Programma Quadro è una carta preziosa nella lotta alla crisi: il suo budget aumenterà ogni anno del 13% fino al 2013.
Il rapporto presentato dall’esecutivo di Bruxelles mette in luce le sfide principali che restano da affrontare:
- mobilitare i nuovi stati membri,
- coinvolgere le Pmi ed
- incentivare la semplificazione amministrativa.
In questi anni, ben 5.500, sui 25 mila progetti che hanno ottenuto lo stadio di valutazione finale, sono stati finanziati per un ammontare complessivo di 10 miliardi di euro. Il Consiglio europeo della ricerca ha dovuto affrontate una forte domanda: circa 11 mila candidati hanno risposto ai primi bandi. Più di 600 borse sono state assegnate a ricercatori di talento nell’ambito dell’Unione Europea. Per rispondere ai bisogni dell’industria in materia di sviluppo tecnologico strategico, sono stati creati cinque partenariati pubblici e privati su larga scala. Il nuovo meccanismo di finanziamento della condivisione dei rischi, realizzato insieme alla BEI, ha concesso prestiti per 2 miliardi di euro in favore di progetti di ricerca e di sviluppo ad alto rischio.
L’obiettivo principale del 7° Programma Quadro è quello di costruire un mercato unico della ricerca e di sostenere l’innovazione aperta. Il Programma incoraggia la cooperazione transnazionale, favorisce la mobilità dei cervelli grazie alla concessione di borse e migliora le capacità di ricerca e di innovazione dell’Unione Europea, finanziando le infrastrutture di ricerca. Più di un terzo delle proposte presentate (36,7%) hanno riguardato il programma di sostegno alla ricerca d’equipe, mentre il 23,5% delle proposte concerneva il programma di mobilità dei ricercatori.
In questa prima fase, il 44% del budget della ricerca d’équipe è stato consacrato alla ricerca interdisciplinare in settori come l’ambiente, l’energia, l’agricoltura, i trasporti, le nanotecnologie, le TLC, permettendo il sostegno di una nuova strategia dell’Unione Europea a favore di uno sviluppo duraturo. Nella cornice di un piano europeo per il rilancio economico, il 7° Programma Quadro incoraggerà i processi di “greening” nel settore dell’automotive, in quello manifatturiero e delle costruzioni, attraverso tre partenariati pubblico-privati nell’ambito della R&D.
La priorità del 7° PQ è una cooperazione internazionale rafforzata e strategica. Grazie alle nuove adesioni al 7° PQ, sono saliti a dodici i paesi partecipanti ed inoltre è stato siglato l'importante partenariato UE-Africa nei campi della scienza dell’informazione e dell’aerospaziale. Infine il lancio di un reattore termonucleare sperimentale internazionale (ITER) ha incoraggiato la collaborazione scientifica globale per la creazione di energia copiosa e pulita.
Il 7° PQ ha permesso di semplificare le procedure burocratiche grazie a nuovo fondo di garanzia e a uno sportello unico per l’iscrizione. Due nuove agenzie esecutive sono state create per controllare lo svolgimento dei programmi di ricerca: l’Agenzia esecutiva per la ricerca (REA) e il Consiglio Europeo della Ricerca (ERC). Anche le procedure di audit sono state migliorate e semplificate.
Alcune questioni, come la scarsa partecipazione delle Pmi, meriterebbero maggiore attenzione. Un cambiamento delle regole di base potrebbe essere utile a semplificare le procedure amministrative. A tal fine la Commissione si avvarrà di un gruppo di esperti indipendenti che effettueranno una valutazione da qui al 2010. Per il momento Bruxelles ha preso in considerazione un rapporto di valutazione del 6° PQ che fornirà elementi utili per l’avvenire.
Il rapporto della Commissione Europea
(Alessandra Flora)