Rating legalita' - competenze all'Anac per finanziamenti e appalti
Il sistema di valutazione della storia delle imprese, da utilizzare per ottenere finanziamenti pubblici e privati ma anche per accedere alle gare di appalto, sarà unificato sotto il cappello dell’Anticorruzione.
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Il rating di legalità passerà così dall’Antitrust all’Anac. E’ quanto ha chiesto il presidente dell’Authority, Raffaele Cantone nel corso di un’audizione in Parlamento. E il nuovo Codice appalti, attualmente in attesa dei pareri di Camera e Senato, potrebbe essere modificato per andare incontro alle richieste avanzate dall’Autorità.
L'assetto in vigore
Al momento il rating di legalità può essere utilizzato per ottenere finanziamenti pubblici e privati. Può essere richiesto dalle imprese che abbiano almeno due milioni di euro di fatturato all’Antitrust. L’Autorità lo rilascia, emettendo una valutazione che va da una a tre stellette: in questo modo viene fotografata l’affidabilità dell’impresa. I dati del Garante della concorrenza attestano che, dalla sua istituzione, il rating è effettivamente servito per accedere con più facilità al credito ma, al momento risulta ancora poco usato. Nel corso del 2015 hanno fatto domanda 915 società.
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Il Codice appalti, attualmente in discussione in Parlamento, riprende tra le mani le regole sul rating, ma allarga il suo utilizzo. Oltre che per l’accesso al credito, la valutazione potrà essere utilizzata per fotografare il curriculum di un’impresa: i suoi precedenti, il modo in cui ha adempiuto ai suoi contratti, i tempi di realizzazione di cantieri, servizi e forniture. Il rating, così strutturato, potrà essere utilizzato in fase di accesso alle gare, secondo le indicazioni dell’Anac.
Le scelte del Codice
Queste versioni del rating sono entrambe presenti nel Codice appalti che, quindi, non opera una scelta precisa, tenendo vive sia le competenze dell’Anticorruzione che quelle dell’Antitrust. E dando anche qualche compito alle società di attestazione. Si tratta di un assetto che il presidente Anac, Raffaele Cantone ha duramente criticato, perché questo sdoppiamento potrebbe depotenziare lo strumento.
Appalti e finanziamenti
Bisogna, invece, adottare una strategia differente, come ha sottolineato lo stesso Cantone: le competenze dell’Anac e quelle dell’Anticorruzione vanno unificate, eliminando ogni compito delle società di attestazione. In questo modo, si potrà creare un meccanismo più efficace, che funzionerà sia per i finanziamenti che per l’accesso agli appalti pubblici. Le imprese saranno incentivate a registrarsi negli elenchi per ottenere le stellette.
Le competenze Anac
Questo sistema, secondo l’ipotesi di Cantone, dovrebbe essere unificato sotto la competenza dell’Anac. Se, infatti, finora il rating è rimasto piuttosto marginale con l’attività dell’Antitrust, l’Anticorruzione intende farne uno degli elementi di punta del suo lavoro nei prossimi anni, promuovendolo con forza tra gli operatori economici. Il presidente dell’Autorità ha già inoltrato una richiesta di modifica del Codice ai relatori. E’ quasi certo che questo assetto transiterà nel parere e, poi, nella versione definitiva del decreto, in approvazione entro il prossimo 18 aprile. Creando così il nuovo rating reputazionale.