Societa' in house - l'elenco Anac scatta dal 30 ottobre
L’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone lancia il nuovo elenco delle società in house.
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Dicono questo, in sostanza, le linea guida appena pubblicate sul sito dell’Anac: dal prossimo 30 ottobre partirà un albo, nel quale tutte le aziende controllate da soggetti pubblici dovranno iscriversi per ottenere affidamenti diretti, in deroga alle procedure di mercato.
L’obiettivo è di porre un argine alla zona grigia che mette in collegamento la pubblica amministrazione con le imprese sottoposte al suo controllo. Il nuovo meccanismo, originariamente previsto per l’estate, è stato rivisto per andare incontro alle novità portate dal correttivo al Codice appalti.
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Le modifiche rispetto al primo testo
“A seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 56 del 2017, l’Autorità ha ritenuto opportuno procedere all’aggiornamento delle linee guida n. 7”. Il provvedimento, in sostanza, è stato rivisto con alcune “modifiche procedurali necessarie ai fini del miglior funzionamento del sistema”. Adesso, però, dopo un’assenza di mesi è finalmente pronto a partire.
L'assenza dei requisiti
La novità più importante della revisione riguarda i casi in cui l’Autorità, accertata l’assenza dei requisiti di legge che devono essere posseduti per l’in house, dispone la mancata iscrizione o la cancellazione dall’elenco. Non si passa più dalla raccomandazione vincolante, rivista su richiesta del Consiglio di Stato, ma dai nuovi poteri dell’Anac, che prevedono sostanzialmente un avvertimento alla Pa e, poi, il ricorso al Tar.
Come funziona l'albo
Non cambia, comunque, la sostanza del nuovo sistema, che resta una delle novità più incisive del nuovo Codice appalti. L’Anac agirà con i suoi strumenti di vigilanza, per evitare che il mercato degli appalti pubblici sia in qualche modo limitato e per fare in modo che il collegamento tra pubblico e privato non si trasformi in un’occasione di limitazione della concorrenza.
Lo snodo del nuovo sistema sarà, come detto, il nuovo albo, che dovrà contenere tutti gli elementi identificativi delle amministrazioni controllanti e delle società: quindi, i rapporti che esistono tra i diversi soggetti dovranno diventare pienamente trasparenti, a beneficio della concorrenza e del mercato.
I requisiti di fatturato
Un focus specifico, in particolare, sarà acceso sui fatturati delle società: in pratica, bisognerà evidenziare in maniera precisa dove vanno a finire i proventi del lavoro delle imprese. Andrà quindi indicata in maniera esplicita la presenza di una clausola che imponga di girare al soggetto controllante una quota pari almeno all’80% degli incassi.
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Nel testo si parla anche del controllo analogo. Si tratta, in altre parole, del potere di indirizzo esercitato dalla Pa nei confronti della società in house. E’ importante perché, in base alle regole europee, gli affidamenti diretti, in deroga ai principi di apertura del mercato, sono consentiti solo quando esiste questo tipo di controllo. Sarà l’Anac a controllare anche il rispetto di questo requisito.
Quando parte la vigilanza
La vigilanza scatterà dal prossimo 30 ottobre. A partire da quella data solo chi ha fatto domanda di iscrizione nell’elenco potrà legittimamente procedere tramite affidamenti in house. Per tutti gli altri questa procedura sarà vietata. Di fatto, l’Anac diventa il giudice che potrà stabilire quando ci sono i presupposti per questo tipo di affidamento e quando, invece, bisogna andare in gara.
Quali società saranno coinvolte
Per capire l’entità del fenomeno, tra le in house rientrano tutte le società controllate dal Comune di Roma, come Atac o Ama. Allo stesso tempo, però, ci sono migliaia di soggetti in tutto il paese, controllati dai ministeri (come Sogesid o Invitalia), o dai Comuni. Basta pensare che, secondo i dati dell’Istat, le partecipate sono oltre 10mila. Su tutti questi soggetti arriva la lente di Raffaele Cantone.
L’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone lancia il nuovo elenco delle società in house.