UE – attenzione a squilibri macroeconomici e fisco aggressivo
Non c'è solo il problema degli squilibri macroeconomici eccessivi al centro dei richiami della Commissione UE nell'ambito del Semestre europeo. Sette Stati membri sono infatti finiti nel mirino di Bruxelles per le loro politiche fiscali aggressive che danneggiano la concorrenza all'interno dell'Unione.
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L'economia europea è in forte espansione e la prospettiva economica favorevole si accompagna a un miglioramento del mercato del lavoro e della situazione sociale, ma il recupero non avvantaggia allo stesso modo tutti i membri della società e le debolezze strutturali frenano la crescita e la convergenza in alcuni Stati membri. Tre Paesi - Croazia, Cipro e Italia – vengono richiamati per squilibri macroeconomici eccessivi, mentre sette Paesi - Belgio, Cipro, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Olanda e Ungheria - sono accusati di politiche fiscali aggressive ai danni dell'equità del mercato unico.
E' quanto emerso dall'analisi della situazione economica e sociale negli Stati membri compiuta dalla Commissione con il pacchetto d'inverno del Semestre europeo, il ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche a livello UE.
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Il pacchetto di inverno del Semestre europeo
Il pacchetto d'inverno del Semestre europeo 2018 segue la pubblicazione, a novembre, dell'analisi annuale della crescita 2018 e la raccomandazione sulla politica economica della zona euro, che definiscono le priorità per l'anno successivo a livello europeo.
L'attenzione si sposta ora verso la dimensione nazionale del Semestre e fornisce la base affinché gli Stati membri elaborino i loro programmi nazionali annuali entro la metà di aprile. Insieme alle relazioni per paese, i programmi nazionali costituiranno la base per le proposte della Commissione per la prossima serie di raccomandazioni specifiche per paese nel mese di maggio.
Esaminando i progressi compiuti nel corso degli anni, in più di due terzi delle raccomandazioni, gli Stati membri hanno conseguito almeno la menzione "alcuni progressi". L'attuazione delle riforme è stata solida in alcuni dei settori principali.
Fin dall'avvio del Semestre europeo nel 2011, gli Stati membri hanno compiuto i maggiori progressi nel campo dei servizi finanziari, delle politiche e della governance di bilancio, nell'affrontare l'accesso ai finanziamenti, nella legislazione a tutela dell'occupazione e nei quadri di riferimento per i contratti di lavoro.
In Italia squilibri macroeconomici eccessivi
Nel novembre scorso la Commissione ha avviato esami approfonditi relativi a 12 Stati membri per accertare l'eventuale presenza di squilibri macroeconomici e valutarne l'entità. In tutti i 12 Stati membri sottoposti quest'anno a esame approfondito sono stati individuati squilibri o squilibri eccessivi relativi all'anno scorso.
La Commissione ha concluso che 11 dei 12 Stati membri esaminati presentano squilibri, mentre la Slovenia non presenta più squilibri economici, in particolare:
- Croazia, Cipro e Italia presentano squilibri economici eccessivi.
- Bulgaria, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia presentano squilibri economici (Per la Bulgaria, la Francia e il Portogallo si tratta di un miglioramento rispetto agli squilibri eccessivi dell'anno scorso).
"Il numero di paesi coinvolti nella procedura è in calo dall'inizio della crisi e oggi premiamo i progressi compiuti in Bulgaria, Francia, Portogallo e Slovenia con un cambiamento di categoria positivo”, ha commentanto il commissario responsabile per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane Pierre Moscovici, che in conferenza stampa, a Bruxelles, è intervenuto anche sul tema della pianificazione fiscale aggressiva.
Politiche fiscali aggressive in sette Paesi UE
Nelle raccomandazioni per Paese Bruxelles ha infatti effettuato anche un'analisi dei sistemi fiscali degli Stati membri, denunciando le pratiche che possono compromettere la concorrenza nel mercato interno.
La pianificazione fiscale aggressiva comporta perdite significative per i contribuenti europei, distorce la concorrenza tra le aziende e devia ingiustamente le risorse dagli obiettivi di spesa dei governi, si legge nella comunicazione che accompagna le relazioni per Paese. La stima di Bruxelles è che le perdite di entrate derivanti dallo spostamento degli utili all'interno dell'UE ammontino a 50-70 miliardi di euro, si legge.
L'abuso fiscale, continua la Commissione, può essere frenato rafforzando la legislazione fiscale nazionale, aumentando la trasparenza e la cooperazione tra i governi. Alcuni progressi in questa direzione sono stati rilevati dalla Commissione da parte di Belgio, Cipro, Malta e Paesi Bassi, quattro dei sette Paesi che sono finiti nel mirino di Bruxelles insieme a Irlanda, Lussemburgo e Ungheria.
Si tratta di pratiche che mettono a rischio l'omogeneità del mercato unico a danno dei cittadini europei, ha dichiarato Moscovici in conferenza stampa, riconoscendo gli sforzi compiuti da alcuni Stati, ma sollecitando maggiore impegno da parte di tutti i Paesi coinvolti.
> Comunicazione introduttiva sulle relazioni per paese
© European Union, 2018/Source: EC - Audiovisual Service/Photo: Georges Boulougouris