Made Green in Italy - il regolamento attuativo
In Gazzetta ufficiale il regolamento per l'attuazione di Made Green in Italy, lo schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell'impronta ambientale dei prodotti.
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Istituito con il Collegato ambientale, il marchio volontario Made Green in Italy intende rafforzare la competitività del sistema produttivo italiano nei mercati nazionali e internazionali attraverso l'indicazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti.
L’impronta ambientale di un bene o servizio è una misura fondata su una valutazione multi-criterio delle prestazioni ambientali di un prodotto, analizzato lungo tutto il suo ciclo di vita, ed è calcolata principalmente al fine di ridurre gli impatti ambientali di tale bene o servizio considerando tutte le attività della catena di fornitura, dall’estrazione delle materie prime, attraverso la produzione e l’uso, fino alla gestione del fine-vita.
Chiusa a luglio 2016 la consultazione pubblica su Made Green in Italy, il regolamento che stabilisce le modalità di funzionamento dello schema in questione approda in Gazzetta ufficiale. Entrerà in vigore a partire dal 13 giugno.
Cos’è e come funziona Made Green in Italy
Per prodotti Made Green in Italy si intendono i prodotti Made in Italy che presentano prestazioni ambientali pari o superiori ai benchmark di riferimento, la valutazione delle quali è effettuata secondo il metodo PEF (Product Environmental Footprint, metodo che determina l'impronta ambientale di un prodotto).
L’adesione allo schema Made Green in Italy è limitata ai prodotti classificabili come Made in Italy, per i quali esiste una RCP (Regola di categoria di prodotto) in corso di validità. Per definire le regole e i requisiti (obbligatori e facoltativi) necessari per la conduzione di studi relativi all’impronta ambientale per una specifica categoria di prodotto, il ministero dell’Ambiente rilascia infatti delle indicazioni metodologiche, le cosiddette RCP, che hanno una validità di quattro anni.
Novanta giorni prima della scadenza del termine di validità, il ministero avvia una consultazione pubblica per il loro aggiornamento.
I soggetti pubblici o privati costituiti da almeno 3 aziende (di cui una PMI), che rappresentano la quota maggioritaria del settore di una certa categoria di prodotto, inviano al ministero la richiesta per elaborare una proposta di RCP.
Qualora per una specifica categoria di prodotto sia stata definita l’impronta ambientale in sede europea, questa deve essere recepita nella RCP.
Entro 30 giorni dall’acquisizione della richiesta di adesione allo schema volontario, il ministero concede la licenza d’uso di un apposito logo Made Green in Italy per tre anni.
Il dicastero, infine, utilizza nei CAM – Criteri Ambientali Minimi - relativi alle nuove categorie di prodotti, oltre che nei CAM già approvati e pubblicati, l'adesione allo schema Made Green in Italy come strumento di verifica del rispetto delle specifiche tecniche, da parte delle stazioni appaltanti, laddove pertinenti e riguardanti il ciclo di vita del prodotto.