Fondi UE – riserva di efficacia congelata per 28 Programmi operativi
Bruxelles blocca 783 milioni di euro di fondi UE assegnati all'Italia: 28 Programmi operativi non hanno superato la verifica intermedia dell’efficacia dell’attuazione.
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Come funziona la riserva di efficacia
Nella programmazione 2014-2020 ogni Stato membro dispone di una riserva di efficacia dell’attuazione, pari al 6% delle risorse stanziate a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione (FC), che viene accantonata e poi effettivamente assegnata con una decisione della Commissione al raggiungimento dei target individuati nell’ambito del performance framework.
Si tratta di indicatori legati principalmente all'attuazione finanziaria e agli interventi realizzati, per cui sono fissati dei target intermedi (milestones) da conseguire entro il 31 dicembre 2018 e da valutare nel 2019 e dei target finali da raggiungere entro il 31 dicembre 2023 e valutati a chiusura del periodo di programmazione.
La Commissione ha quindi il compito di verificare lo stato di attuazione dei programmi con la cosiddetta performance review e di attribuire la riserva alle priorità che hanno conseguito almeno l'85% del valore del target. In caso di gravi carenze rispetto agli obiettivi, invece, sono previste la sospensione dei pagamenti, nel 2019, e correzioni finanziarie, nel 2025.
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Riserva di efficacia congelata per 28 Programmi italiani
Nelle scorse settimane la Commissione europea ha proceduto alla verifica intermedia dell’efficacia dell’attuazione dei Programmi operativi cofinanziati dai fondi strutturali europei ed ha assegnato definitivamente le risorse della riserva a 23 dei 51 Programmi italiani. 28 Programmi, invece, non hanno superato i target intermedi e hanno subito il congelamento delle risorse.
Le risorse bloccate ammontano a circa 783 milioni di euro, degli oltre 3 miliardi di euro accontonati complessivamente a titolo di riserva di efficacia. In termini assoluti quello italiano è l'importo più elevato congelato dalla Commissione a livello UE, seguito da quelli decisi per Spagna, Romania e Slovacchia, mentre per valore della riserva di efficacia l'Italia è seconda alla Polonia, dove vale 5,4 miliardi.
Se si guarda però all'incidenza delle risorse congelate in termini relativi, le performance peggiori si riscontrano in Slovacchia, Croazia, Irlanda, Danimarca e Romania, con oltre il 2% dei fondi a loro destinati sospesi dalla Commissione UE.
Non si tratta in ogni caso di risorse perse: i fondi sospesi per mancato raggiungimento dei target intermedi vengono infatti dirottati, nell'ambito degli stessi Programmi operativi, su altre priorità ritenute capaci di assorbire maggiori finanziamenti. L'Italia dovrà quindi proporre a Bruxelles una riassegnazione degli importi corrispondenti della riserva di efficacia dell'attuazione. Una volta adottate le misure correttive, la Commissione porrà fine alla sospensione dei pagamenti intermedi.
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