Fondi UE – Bruxelles, rischio tagli senza investimenti adeguati al Sud
La Commissione europea avverte l'Italia: se il livello di spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno non rispetterà i parametri previsti nell'ambito dell'Accordo di partenariato, Bruxelles potrà operare una rettifica finanziaria e tagliare i fondi europei destinati al Sud.
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Il richiamo è contenuto in una lettera inviata dall'Esecutivo comunitario al Governo italiano ed è stato confermato dal direttore generale per la Politica regionale della Commissione Ue, Marc Lemaitre, nel corso di un evento della Settimana europea delle regioni e delle città che si è aperta ieri a Bruxelles.
In vista della programmazione dei fondi europei post 2020, intanto, Bruxelles ha presentato l'Indice di competitività regionale 2019 e un Eurobarometro sulla percezione della Politica di Coesione da parte dei cittadini, da cui emerge che in Italia la conoscenza dell'esistenza di fondi UE per lo sviluppo regionale è salita dal 33 al 50 del cento degli intervistati tra giugno 2010 e giugno 2019.
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Italia rischia taglio fondi UE per il Sud
"Non conosco nessun altro Paese che ha una situazione così debole" sul fronte degli investimenti pubblici, ha dichiarato il direttore generale Lemaitre, commentando la lettera indirizzata all'Italia. "Gli sforzi europei fatti attraverso il bilancio comunitario sono stati neutralizzati dai tagli agli investimenti pubblici nel Mezzogiorno", che secondo Bruxelles “sono in calo e non rispettano i livelli previsti per non violare la regola UE dell'addizionalità".
I fondi strutturali europei sono infatti concepiti come aggiuntivi rispetto alla spesa pubblica ordinaria prevista dagli Stati membri; solo così possono rappresentare un valore aggiunto e stimolare la realizzazione di investimenti che altrimenti non verrebbero finanziati.
Nel caso italiano, nel periodo 2014-2016, a fronte dell'impegno a destinare alle Regioni del Sud risorse pubbliche pari allo 0,47% del PIL del Mezzogiorno, la spesa pubblica si è fermata allo 0,40% del PIL ed è scesa al 38% tra il 2014 e il 2017. Un calo incompatibile con quanto previsto dall'Accordo di partenariato 2014-2020, che stabilisce un livello di spesa pubblica al Sud pari allo 0,43% del PIL del Mezzogiorno.
Senza un deciso cambio di rotta, quindi, avverte la lettera, la Commissione sarà costretta ad operare una rettifica finanziaria, cioè a tagliare i fondi strutturali europei.
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Lavori in corso per la Politica di Coesione post 2020
Mentre monitora l'avanzamento della Politica di Coesione 2014-2020, l'Esecutivo UE è al lavoro sulla programmazione dei fondi europei 2021-2027.
Dopo aver presentato, nell'ambito del Semestre europeo, le sue raccomandazioni sulle priorità di investimento in ciascuno Stato membro, Bruxelles sta discutendo con gli Stati membri i contenuti degli Accordi di partenariato che regoleranno l'utilizzo delle risorse e sta predisponendo una serie di strumenti per aiutare i Paesi UE ad indirizzare meglio gli investimenti.
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In questo quadro si colloca l'Indice di competitività regionale 2019 presentato lunedì, uno strumento web interattivo – aggiornato ogni tre anni – che permette a responsabili politici e cittadini di monitorare la posizione di ciascuna Regione rispetto alle altre in ambiti quali innovazione, governance, trasporti, infrastrutture digitali, salute o capitale umano. In questo modo le amministrazioni regionali possono individuare facilmente i propri punti di forza e debolezza e di conseguenza i settori cui destinare maggiori risorse pubbliche nell'ambito della Politica di Coesione.
Insieme all'Indice la Commissione ha pubblicato un Eurobarometro sulla percezione della Politica regionale da parte dei cittadini, che mostra che la grande maggioranza degli europei (81%) ritiene che i progetti finanziati dall'UE abbiano un impatto positivo sulla loro vita e si aspetta maggiori investimenti soprattutto in istruzione, sanità e infrastrutture sociali (91%), nell'ambiente (90%) e a favore delle regioni con un elevato tasso di disoccupazione (69%).
Richieste in linea con quelle riscontrate nel campione italiano, che vede il 95% degli intervistati indicare come priorità scuola, sanità e sociale, da una parte, e ambiente dall'altra, seguiti da ricerca e innovazione (93%) ed energia rinnovabile e pulita (92%).
"Prima saranno pronti i nuovi programmi della Politica di Coesione, prima i fondi dell'UE potranno conseguire risultati sul campo. La Commissione sta aiutando attivamente gli Stati membri nella definizione dei programmi e sia l'Indice di competitività regionale sia l'Eurobarometro forniscono indicazioni utili sui settori nei quali indirizzare gli investimenti pubblici e dell'UE”, ha commentato il commissario per la Politica europea di vicinato e i negoziati di allargamento, responsabile anche per la Politica regionale, Johannes Hahn.
> La proposta della Commissione per la Politica di Coesione post 2020
> Indice di competitività regionale 2019
> Eurobarometro sulla Politica di Coesione
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