RIF 2019: MES, no alla ponderazione dei titoli di Stato
Imprese, banche e assicurazioni sono contrarie alla ponderazione dei titoli di Stato. Questo il messaggio lanciato durante la seconda plenaria del Rome Investment Forum 2019, che dà seguito alle considerazioni fatte ieri dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
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L’ultima giornata di lavori del Rome Investment Forum 2019, evento organizzato dalla Federazione delle Banche, delle Assicurazioni e della Finanza (FeBAF) con il patrocinio del Parlamento europeo e la collaborazione della Commissione UE, si è aperta con un confronto sul Meccanismo europeo di stabilità (MES).
Il MES rappresenta uno strumento utile per i paesi come l’Italia, ha dichiarato il presidente di FeBAF Luigi Abete, ribadendo che le forze trainanti dell’economia italiana si oppongono all’unanimità alla ponderazione dei titoli di Stato.
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Patuelli, l’UE deve definire la sua natura giuridica per crescere
In questi ultimi mesi stiamo assistendo ad una progressiva dilaniazione dell’Occidente, dove nuovi protezionismi incentivano la chiusura di società aperte, limitando lo sviluppo e la crescita, ha dichiarato Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI).
Gli effetti di questo andamento si faranno sentire anche in Europa, dove l’incertezza giuridica della sua costituzione rappresenta una debolezza significativa, che si ripresenta ciclicamente con la preparazione di un nuovo trattato o l’aggiornamento di quelli esistenti. Sebbene sia nata come un’unione prevalentemente economica, l’UE ha bisogno ora come non mai di una crescita istituzionale che proceda in parallelo con quella del mercato interno, definendo una volta per tutte la sua natura giuridica.
Per quanto riguarda il rinnovo del Meccanismo europeo di stabilità, Patuelli ha sottolineato la necessità di assicurare la trasparenza dei trattati intergovernativi, ribandendo che dopo il MES non ci sarà la ponderazione dei titoli di Stato. E’ quindi necessario definire a livello nazionale ed europeo regole stabili e certe per tutti, affinché si possa creare un clima di fiducia indispensabile per sostenere la crescita degli investimenti.
Farina, la forza dell’industria assicurativa in Italia
Nel corso del suo intervento, Maria Bianca Farina, a capo dell’Associazione Nazionale tra le Imprese Assicuratrici (ANIA), ha fatto il punto sull’industria assicurativa in Italia.
Nell’attuale contesto economico caratterizzato da un notevole rallentamento degli investimenti, il settore delle assicurazioni continua a crescere. In base alle stime, per il 2019 il fatturato dell’industria assicurativa ammonta a 140 miliardi di euro, con uno stock di investimenti che supera i 950 miliardi di euro e con riserve tecniche pari al 18%; si tratta di cifre importanti, che collocano il mercato assicurativo italiano al quarto posto in Europa e all’ottavo nel mondo.
Guardando al futuro la sfida che interesserà maggiormente il settore delle assicurazioni è lo scenario dei bassi tassi di interesse, che metterà in discussione modelli di business consolidati, ha evidenziato la Farina. Concentrandosi sullo sviluppo del paese, la presidente di ANIA ha ricordato la necessità dell’Italia di investire nelle infrastrutture, che comprendono non solo trasporti, energia e digitale, ma anche il sistema sanitario e la sicurezza degli edifici.
In particolare, per prevenire e gestire i disastri naturali servono partenariati pubblico-privati (PPP) tra istituzioni, imprese e assicurazioni, al fine di aumentare la resilienza delle comunità locali.
Per colmare il gap di interventi finanziari nel campo delle infrastrutture, gli assicuratori possono svolgere un ruolo importante nel riorientare e promuovere investimenti in progetti sostenibili, ma occorrono regole e progettualità a livello europeo. Nei mesi scorsi, infatti, ANIA ha varato un fondo assicurativo dedicato alle infrastrutture in Italia.
Boccia, lavorare insieme per crescere
La questione importante per il nostro paese è il rifiuto della ponderazione dei titoli di Stato, ha dichiarato, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria. Il percorso da seguire per la crescita dell’Italia e dell’Europa è molto chiaro: bisogna puntare sul lavoro, riducendo i divari e riattivando l’ascensore sociale.
Confindustria si sta muovendo in questa direzione, condividendo con le associazioni imprenditoriali di Germania e Francia strategie comuni per contrastare divisioni interne all’Europa.
Durante il Business forum trilaterale della scorsa settimana Confindustria, insieme a BDI e MEDEF, ha chiesto ai Governi politiche anti-cicliche per supportare gli investimenti infrastrutturali, in una logica di sostenibilità armonica, che tenga conto degli aspetti economici, sociali ed ambientali.
Per il futuro serve quindi una convergenza di pensiero, indispensabile per definire politiche comuni basate sulla collaborazione tra diversi attori.