Dai dazi alle etichette: misure UE per tutelare agrifood
Dai dazi USA all'etichettatura sul benessere animale, dalle opportunità del Green Deal UE ad una più ambiziosa PAC post 2020. Ecco le principali misure discusse ieri a Bruxelles dal Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura e della pesca.
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Il vertice europeo ha visto la presentazione di novità rilevanti per allevatori e consumatori in relazione ad un ventaglio eterogeneo di tematiche nel settore agrifood. Spiccano l'introduzione dell'etichetta UE per il benessere animale e il nuovo sistema di etichettatura alimentare "a batteria".
Benessere animale: etichettatura comune europea
Un'etichetta comune europea per indicare i prodotti alimentari realizzati con un'attenzione particolare al benessere animale. È la proposta presentata dalla Germania in Consiglio agricoltura, che ha ricevuto l'adesione di oltre dieci Paesi, tra cui Italia, Francia e Spagna, con i distinguo di Danimarca, Polonia e Ungheria che hanno insistito sulla necessità di un sistema volontario.
"Fornire un'informazione al consumatore, la più completa possibile, sta diventando un fattore di competitività da non sottovalutare", ha evidenziato la ministra Bellanova ricordando Classyfarm, l'iniziativa italiana sul tema del benessere animale.
La ministra ha anche posto l'accento su un'importante conseguenza negativa della mancanza di una normativa comunitaria in materia, ovvero "la proliferazione di numerose regole produttive che, oltre a disorientare il consumatore, stanno mettendo in crisi il sistema allevatoriale".
Quindi, un sistema di etichettatura comune, "gioca un ruolo di primo piano nel miglioramento della sostenibilità delle produzioni zootecniche e nella lotta contro la resistenza antimicrobica e rappresenta quindi uno degli obiettivi chiave da raggiungere nel prossimo ciclo di programmazione della Politica agricola comune, sia per sostenere la competitività delle diverse filiere zootecniche che per la gestione delle problematiche sanitarie".
Made in Italy: il modello Nutrinform battery
A Bruxelles l'Italia si fa avanti con il suo NutrInform Battery, un sistema di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari, che ha l’obiettivo di costituire un’alternativa al modello francese del Nutriscore.
La misura, notificata alla Commissione UE, è illustrata nel decreto interministeriale predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero della Salute e dal Ministero delle Politiche Agricole, frutto di un lavoro sinergico portato avanti, insieme a tutta la filiera agroalimentare, per tutelare i prodotti nostrani.
In sintesi, il sistema italiano si basa su un simbolo “a batteria” che indicherà al consumatore l'apporto nutrizionale dell'alimento in rapporto al suo fabbisogno giornaliero e al corretto stile alimentare, evidenziando la percentuale di calorie, grassi, zuccheri e sale per singola porzione rispetto alla quantità raccomandata dall’Unione europea.
Questa proposta mira a superare gli effetti penalizzanti per il Made in Italy, derivanti dal sistema Nutriscore che utilizza invece i colori del semaforo per esprimere un giudizio sui prodotti agroalimentari, attraverso un algoritmo di misurazione che, basato su 100 gr, li classifica dalla A alla E, in contrapposizione ai principi della dieta mediterranea che si basa su un consumo bilanciato di tutti gli alimenti.
I produttori e i distributori del settore alimentare potranno adottare volontariamente il nuovo sistema di etichettatura ‘a batteria’, dopo il via libera della Commissione europea.
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Dazi USA, come salvaguardare il settore agrifood
A seguito dei nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti per 6,8 miliardi di euro, si fanno avanti una serie di azioni strategiche a sostegno del settore agroalimentare e degli agricoltori europei indebitamente colpiti. È dal 18 ottobre 2019, infatti, che gli USA hanno aumentato i dazi fino al 25% su un gran numero di prodotti agricoli come i vini francesi, i formaggi italiani e l'olio d'oliva spagnolo.
A tal proposito, nel corso della colazione di lavoro tra i ministri europei dell'Agricoltura e il Segretario all'Agricoltura USA, Sonny Perdue, si è espressa così la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova: "I dazi non sono la risposta che i cittadini si attendono da Stati Uniti ed Europa. Siamo fiduciosi che, anche per la profonda conoscenza del mondo agricolo, il Segretario Perdue possa contribuire ad evitare ulteriori misure restrittive".
Inoltre, la ministra, che incontrerà nuovamente Perdue a Roma il 30 gennaio, ha sottolineato che "l'agroalimentare ha bisogno di regole certe, che non possono essere messe in discussione continuamente, a maggior ragione se per questioni che nulla hanno a che vedere con il settore".
Per chiudere la parentesi relativa ai dazi, l'Italia chiederà alla Commissione europea di includere il riso cambogiano nella lista dei prodotti da escludere dai benefici per l'esportazione, nell'ambito dell'accordo europeo EBA. Al pari di prodotti tessili, scarpe, zucchero, ecc., il motivo della richiesta è legato alle accertate violazioni di diritti umani, civili e del lavoro.
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Agenda Verde UE e PAC post 2020
Di fondamentale rilevanza per delineare la tanto attesa riforma della PAC post 2020 è lo stretto legame tra questa e il Green Deal europeo.
"Per realizzare l'Agenda Verde della Commissione europea dobbiamo prendere la PAC molto seriamente, ma la proposta di riforma non cambia perché già contiene molti elementi per raggiungere gli obiettivi del Green Deal", hanno affermato, in una presentazione in tandem, il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans e il commissario UE all'Agricoltura Janusz Wojciechowski.
I commissari hanno riconosciuto che c'è un certo scetticismo degli agricoltori, ricordando che nell'ambizioso piano europeo la sostenibilità "non è solo ambientale, ma anche sociale ed economica" e che il "patto con la società è di non lasciare nessuno indietro, in particolare gli agricoltori e le aree rurali".
Interviene anche su questo rapporto la ministra Bellanova, affermando che "per dare risposte e strumenti concreti al settore agroalimentare, sarà necessaria una PAC ambiziosa e più coraggiosa per il 2030. La proposta di riforma della PAC deve essere realmente attenta al reddito degli agricoltori e delle imprese. Maggiore impegno deve significare più risorse, coerenti con gli sforzi senza precedenti che chiediamo agli agricoltori sulla tutela dell'ambiente".
Economia circolare, lotta allo spreco alimentare, contrasto alle nuove fitopatie, equilibrio tra approvvigionamento e sostenibilità ambientale, trasparenza nei rapporti di filiera e bilanciamento nella catena del valore. Queste le priorità indicate dall'Italia come passi necessari in prospettiva futura, interventi che andrebbero affiancati da strumenti più incisivi per la resilienza delle imprese agricole.
Quanto alla gestione del rischio, ha concluso la ministra Bellanova: "la proposta di riforma della PAC va migliorata. Proprio per questo, per far fronte alle crisi climatiche e fitosanitarie di livello catastrofale, abbiamo chiesto l'attivazione di un fondo di mutualizzazione sul primo pilastro".
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