Massimali più alti e un nuovo basket bond: cosa cambia per il Fondo di garanzia BEI per le imprese
Alla luce del protrarsi dell'emergenza Covid-19, la Commissione europea ha approvato delle importanti modifiche al Fondo paneuropeo di garanzia gestito dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) per sostenere le aziende colpite dalla crisi pandemica.
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Dopo l'autorizzazione alla creazione dello strumento, avvenuta lo scorso 14 dicembre, Bruxelles ha dato il via libera all'introduzione di tre azioni correttive relative al Fondo paneuropeo di garanzia gestito da BEI e FEI da 25 miliardi di euro.
Gli emendamenti al Fondo di garanzia BEI
Nello specifico, gli emendamenti al Fondo riguardano:
- un aumento dei massimali di finanziamento e delle scadenze di alcuni prodotti garantiti;
- la possibilità per le banche di includere prestiti e altre opzioni di finanziamento nell'ambito della garanzia del Fondo fino al 30 giugno 2022 e di prorogare ulteriormente la scadenza di questi prestiti in circostanze debitamente giustificate;
- un nuovo basket bond per rispondere alle specifiche esigenze di finanziamento delle PMI e delle mid-cap.
Inoltre, la Commissione ha definito queste nuove modifiche introdotte come "necessarie, appropriate e proporzionate per porre rimedio a un grave turbamento dell'economia degli Stati membri partecipanti, in linea con l'articolo 107(3)(b) TFUE e con i principi generali stabiliti nel quadro di riferimento temporaneo per gli aiuti di Stato".
Come funziona il Fondo di garanzia della BEI
Lo strumento fornisce garanzie sugli strumenti di debito, come i prestiti alle PMI, somministrate da banche locali e ad altri intermediari finanziari che in questo modo possono erogare maggiori finanziamenti per l'economia reale, senza rischiare l'instabilità finanziaria.
Garantendo parti di portafogli, infatti, l’intervento della BEI permette di liberare capitali per gli intermediari finanziari partecipanti, in modo da rendere disponibili più finanziamenti alle imprese.
Le operazioni sono garantite congiuntamente dai 22 Stati membri partecipanti - Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia – il cui contributo al Fondo è proporzionato al rispettivo contributo al capitale della BEI, per un totale di 25 miliardi di euro.
Mettendo in comune il rischio di credito tra tutti gli Stati membri partecipanti, l'impatto complessivo del Fondo può essere massimizzato, mentre il costo medio del Fondo è notevolmente ridotto rispetto ai sistemi nazionali. Gli Stati membri partecipanti prendono parte alla governance del Fondo - amministrato da BEI e FEI - attraverso il cosiddetto Comitato dei contributori, che decide sull'uso della garanzia.
Lo strumento, di natura temporanea, potrà garantire i prestiti concessi fino al 31 dicembre 2021.
Chi può accedere al Fondo di garanzia della BEI
Il Fondo di garanzia è mirato principalmente a sostenere le imprese europee che sono ad alto rischio a causa del Covid, ma che sono anche redditizie nel lungo termine e che, in assenza della pandemia, sarebbero state in grado di rispondere ai requisiti richiesti da finanziatori o da intermediari finanziari.
La maggior parte dei finanziamenti è destinata alle piccole e medie imprese, ma in percentuale anche:
- alle aziende con 250 o più dipendenti, con restrizioni applicabili alle aziende con oltre 3mila dipendenti;
- alle società del settore pubblico ed enti attivi nel campo della ricerca sanitaria o che forniscono servizi essenziali legati alla crisi sanitaria;
- agli investimenti in capitale di rischio, crescita e debito di rischio.
Le aziende possono presentare la richiesta di garanzia direttamente agli intermediari finanziari che partecipano al Fondo e che sono elencati sul sito della BEI.
Dato che la maggior parte dei finanziamenti viene richiesta dalle imprese degli Stati più colpiti e dai settori maggiormente feriti dalla pandemia, la BEI ha previsto di applicare dei massimali per i paesi più grandi e più piccoli, in modo da garantire un equilibrio nell’allocazione delle risorse.
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