Perché il Parlamento non vuole la transizione ecologica nel decreto Semplificazioni?
Memori forse dell’intricata matassa di norme ambientali finite nel precedente dl Semplificazioni, il 76-2020, i presidenti di quattro commissioni parlamentari chiedono al Governo di trattare la transizione ecologica in modo diverso, con un provvedimento ad hoc.
Il nuovo decreto Semplificazioni, che dovrebbe vedere la luce a metà aprile, è chiamato a snellire una serie di procedimenti decisivi per realizzare i progetti e le riforme incluse nel Recovery Fund.
Per alcuni settori, come la green economy, si tratta di riforme attese e profonde, che dovrebbero snellire iter burocratici che finora hanno frenato fortemente gli investimenti. Si tratta, ad esempio, delle semplificazioni relative alla valutazione di impatto ambientale (VIA), strategica per gli investimenti energetici compresi quelli del Piano nazionale energia clima, della riforma del permitting per le rinnovabili e l’accesso agli incentivi.
Non stupisce quindi la richiesta avanzata dai presidenti di quattro commissioni parlamentari di trattare le semplificazioni ambientali e energetiche con un provvedimento a sé stante, evitando così di farle rientrare nel dl Semplificazioni. Quest’ultimo, infatti, si profila spesso come un decreto omnibus, la cui efficacia - almeno per quanto riguarda l’ultimo decreto Semplificazioni, il 76/2020 - è stata messa in dubbio da molti rappresentanti del settore energia.
In una lettera - firmata dai parlamentari Gianni Girotto, Vilma Moronese (rispettivamente presidenti delle commissioni Industria e Territorio e ambiente del Senato), Martina Nardi e Alessia Rotta (rispettivamente presidenti delle commissioni Attività produttive e Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera) - hanno chiesto al Governo di dedicare alla transizione ecologica un provvedimento specifico
L’emergenza ha finora richiesto provvedimenti con un raggio d’azione trasversale, ma adesso - si legge nella lettera, citata da Il Sole 24 Ore - “occorre elaborare interventi di sistema, settorialmente definiti, caratterizzati da misure omogenee come contenuto, che possono essere esaminati nel merito dalle commissioni competenti per materia”.
Il Parlamento vuole quindi esaminare e proporre emendamenti alle norme relative alle semplificazioni burocratiche che riguardano direttamente la green economy, mentre un decreto omnibus finirebbe per lasciare alle commissioni parlamentari una semplice funzione consultiva.
“I requisiti di urgenza per fare un secondo decreto Semplificazioni ci sarebbero - sottolinea Girotto, presidente della commissione Industria del Senato - alla luce dell’emergenza ambientale e climatica che impone scelte rapide per la transizione ecologica. A maggior ragione vista la necessità di spendere rapidamente i fondi che a questo obiettivo sono riservati dal Recovery plan”.
Inoltre, si legge nella lettera, la nascita del nuovo ministero della Transizione ecologica “determina una interlocuzione privilegiata con le commissioni Industria e Ambiente. Tali organismi parlamentari possono offrire sostegno al dicastero e arricchire di contenuto le riforme necessarie che il nuovo esecutivo metterà in campo”.