Niente di fatto per il brevetto europeo
Allo stato attuale delle cose, la proposta di brevetto unico europeo è inaccettabile per sette paesi europei, che hanno deciso di rivolgersi ufficialmente alla Corte europea di Giustizia. In questo modo l'Ue si ritrova inevitabilmente divisa su temi centrali come l'innovazione e la competitività, che rappresentano l'architrave della ripresa economica. Gli sforzi per raggiungere un progetto comune al riguardo risalgono al 2003, ma i progressi sono stati sempre vanificati da difficoltà tecniche e legali.
Durante la presidenza di turno francese, nel 2008, è stato raggiunto un primo accordo e si è prospettata l'eventualità di inserire il brevetto europeo nel quadro di riferimento dello Small Business Act.
Le controversie riguardo alla traduzione dei brevetti si sono rivelate insormontabili e anche la proposta francese si è dimostrata piena di difetti, nonostante l'opinione pubblica e gli addetti ai lavori fossero d'accordo sulla necessità di raggiungere prima possibile un compromesso. I costi dei brevetti, soprattutto quelli legati alla traduzione, sono troppo elevati rispetto a quelli riscontrabili negli Stati Uniti o in Giappone.
Nel luglio 2010 il commissario per il mercato interno, Michel Barnier, ha presentato una proposta per superare l'impasse della traduzione. Inoltre la Commissione europea ha espresso l'intenzione di creare un tribunale unico per la risoluzione delle controversie legali legate ai brevetti. Entrambe le proposte sono state osteggiate dalla presidenza di turno spagnola che si è svolta nei primi sei mesi del 2010.
La posta in gioco è alta per le imprese europee al punto che il brevetto unico europeo è salito in cima alle priorità del semestre di presidenza belga attualmente in corso.
A fine agosto la Corte di giustizia europea si è espressa per l'incompatibilità del progetto di tribunale unico per i brevetti con il Trattato di Lisbona. Inoltre Cipro, Grecia, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo e Spagna si sono schierate contro il progetto della commissione che prevede la traduzione dei brevetti soltanto in inglese, francese e tedesco. L'Europarlamento, peraltro, ritiene che sia prematuro discutere sul tribunale europeo dei brevetti ancor prima dell'approvazione del brevetto unico europeo.
C'è poi il problema dell'European Patent Office, il cui quartier generale è situato a Monaco, in Germania. Si tratta di un organo non europeo che accetta membri provenienti da paesi al di fuori dell'UE. Per questi motivi meno suscettibile alle influenze di Bruxelles.
E' un paradosso che "Innovation Union" - l'iniziativa faro che Bruxelles si appresta a pubblicare a fine settembre per promuovere la competitività - si basi proprio sull'importanza di un brevetto unico europeo.
Nel giugno scorso Margot Frohlinger, funzionaria presso la Direzione Mercato Interno della Commissione Europea, aveva utilizzato l'espressione idiomatica "dead in the water" (binario morto) per definire lo stato di attuazione del brevetto europeo.