EurOcean 2010: serve piu' ricerca sugli ambienti marini
E' in corso in questi giorni a Ostenda la conferenza EurOCEAN 2010, organizzata dalla presidenza belga dell'Unione europea, in collaborazione con la Commissione europea e con il Consiglio marino della Fondazione europea della scienza. Al centro del dibattito la necessità di assicurare risorse adeguate alla ricerca e all'innovazione in ambito marino.
Alla conferenza, che vede confrontarsi oltre 300 ricercatori e politici, partecipano la Commissaria agli Affari marittimi e alla pesca Maria Damanaki e la Commissaria alla Ricerca, innovazione e scienza Máire Geoghegan-Quinn, con il compito di illustrare l’approccio dell’UE alla ricerca marina come leva per la crescita e l'occupazione e per contribuire ad affrontare sfide globali quali il cambiamento climatico, la crisi alimentare, la sicurezza dei trasporti marittimi, la salute umana e dell'ambiente.
Il settore marittimo ha usufruito dal 2007 ad oggi di circa 733 milioni di euro nell'ambito del Settimo programma quadro di ricerca dell'UE e ora la Commissione europea ha deciso di dedicarvi l'iniziativa "Marine Knowledge 2020", una comunicazione che chiede meno costi, maggiore innovazione e minore incertezza sul comportamento futuro degli oceani.
La comunicazione della Commissione comprende anche la direttiva Inspire, il Global Monitoring for Environment and Security system (GMES) e l'European Marine Observation and Data Network (EMODnet).
In particolare la rete EMODnet era stata richiesta nel corso della conferenza EurOCEAN del 2007, durante la quale era stata avanzata anche la proposta di predisporre un Atlante europeo dei mari, attualmente in stato avanzato di realizzazione.
Al termine della conferenza sarà infine adottata la "Dichiarazione di Ostenda", contenente gli intenti dell'UE in materia di ricerca su mari e oceani.