Settore finanziario: dalla UE una road map per inasprire le sanzioni
Nell’ambito dell’UE le regole nel campo dei servizi finanziari variano sensibilmente a seconda del paese che si prende in considerazione. La comunicazione adottata lo scorso 8 dicembre dall’esecutivo di Bruxelles, su iniziativa del commissario Michel Barnier, intende suggerire le possibili azioni a livello sovranazionale per regolare il far west che caratterizza attualmente il settore.
La comunicazione apre così il dibattito a tutti gli stakeholders: per inviare il proprio contributo all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. c’è tempo fino al 19 febbraio 2010.
La Commissione europea parte dal presupposto che le sanzioni variano da uno Stato membro all'altro. Per questo aumenta il rischio che le società e i privati operino laddove le sanzioni sono più deboli o meno probabili.
Tali dscrezionalità possono mettere a repentaglio la tutela dei consumatori, l'integrità del mercato e la fiducia nel settore finanziario. Le conseguenze sono significative per la stabilità e il funzionamento del sistema finanziario europeo.
La Commissione ritiene pertanto necessaria una maggiore convergenza tra i regimi sanzionatori. A tale proposito è necessario stabilire norme minime comuni per determinati aspetti, essenziali affinché i regimi sanzionatori siano efficaci, proporzionali e dissuasivi. Ciò potrebbe includere la possibilità di comminare sanzioni penali oltre che civili e di aumentarne l'entità.
Per redigere il documento ufficiale la Commissione ha incaricato i tre comitati di vigilanza europei di setacciare le più importanti direttive applicabili al settore: il Comitato delle autorità europee di vigilanza bancaria (CEBS), il Comitato delle autorità europee di vigilanza delle assicurazioni e delle pensioni aziendali o professionali (CEIOPS) e il Comitato delle autorità europee di regolamentazione dei valori mobiliari (CESR).
Anche la relazione del 2009 redatta dal gruppo ad alto livello sulla vigilanza finanziaria nell’UE (chiamato “gruppo De Larosière”, dal nome del suo chairman) riconosce che "L'attività di vigilanza non può risultare efficace se esistono sistemi sanzionatori deboli e notevolmente variabili. È fondamentale che, all'interno dell'UE e non solo, tutte le autorità di vigilanza siano in grado di applicare sistemi sanzionatori sufficientemente convergenti, rigorosi e con effetti deterrenti" .
Sistemi sanzionatori efficaci e sufficientemente convergenti sono inoltre un principio alla base delle nuove authorities di vigilanza istituite dal 1° gennaio 2011.
Tali posizioni sono condivise anche oltre oceano. Al summit di Washington, lo scorso 15 novembre 2008, i leader del G20 hanno detto sì all'attuazione di un piano d'azione per la riforma dei mercati finanziari con lo scopo di proteggere i mercati e gli investitori da comportamenti illeciti e garantire l'esistenza di regimi sanzionatori adeguati.
L’altra grande novità riguarda la revisione della cosiddetta direttiva Mifid (Markets in Financial Instruments Directive), che, nonostante gli interni con cui era stata ideata, non ha dato i suoi frutti, soprattutto in concomitanza con la crisi economica. La proposta di riforma avanzata da Barnier mira a garantire maggiore trasparenza su tutti i tipi di transazione finanziatia e una maggiore vigilanza.