Sarkozy propone ad Obama un sistema monetario multipolare
A pochi giorni della visita di stato del presidente cinese Hu Jintao a Washington, anche il titolare dell'Eliseo, Nicolas Sarkozy, si è recato oggi alla Casa Bianca. Principale obiettivo dell'incontro con Barack Obama è quello di conoscere il suo giudizio riguardo alle priorità della presidenza francese del G20 e del G8, la cui la presentazione ufficiale è prevista per il 24 gennaio.
Oltre alla revisione del sistema monetario internazionale, le altre due grandi priorità della presidenza francese, che culminerà con il summit del G20 a Cannes, il 3 e il 4 novembre 2011, riguardano la lotta alla volatilità del prezzo delle materie prime e la riforma della governance mondiale.
Secondo gli esperti, l'agenda francese rischia tuttavia di scontrarsi con le resistenze americane a rimettere in discussione il ruolo dominante del dollaro nel sistema monetario globale.
"Dobbiamo sviluppare una riflessione sulla validità di un modello basato sull'accumulazione di riserve in dollari. Questo sistema rischia di creare una dipendenza di una parte del mondo nei confronti della politica monetaria americana". Questa la dichiarazione rilasciata da Sarkozy al cinquantesimo anniversario dell'OCSE.
Il ministro dell'economia, Christine Lagarde, ha messo il dito nella piaga, lo scorso 6 gennaio, sottolineando che "la volatilità dei cambi e dei flussi di capitale è imputabile ad un sistema troppo "dollaro-centrico" ed auspicando un rafforzamento del ruolo dei cosiddetti Special Drawing Rights dell'Fmi.
In questo scenario Parigi ha proposto alla Cina di organizzare un seminario di esperti, composto dai migliori specialisti internazionali (economisti, banchieri, ex governatori delle banche centrali) per realizzare la riforma del sistema monetario in primavera. Ma l'ipotesi di includere lo yuan cinese nel paniere delle valute che compongono l'SDR non piace a tutti nel G20.
L'Eliseo però riconosce che non si può parlare di una riforma del sistema monetario internazionale senza coinvolgere la Cina e gli Stati Uniti. Facendosi interprete delle istanze dei paesi emergenti e fustigando il "disordine monetario internazionale", Sarkozy si schiera implicitamente dalla parte dei detrattori della Federal Reserve.
"Nel XXI secolo è anomalo - ha affermato recentemente il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz -avere un sistema basato su una sola moneta". Stiglitz è uno critici più accesi della politica di "svalutazione competitiva" condotta dalla FED: anche per questo forse Sarkozy lo ha invitato al suo "pranzo per esperti" che si è svolto lo scorso 6 gennaio all'Eliseo.
D'altro canto però la Casa Bianca continua a difendere l'operato della FED e propone semmai di ridurre lo squilibrio commerciale tra Usa e Cina. Nonostante finora si sia guardato bene dall'affermare che Pechino sia una "manipolatrice di moneta", il Tesoro americano non ha mai smesso di criticare la svalutazione dello yuan. Barack Obama intende sfruttare la visita di Hu Jintao a Washington per convincerlo a ridurre questi "squilibri". In ogni caso gli Usa non vogliono aprire un dibattito sulla riforma del sistema monetario nel quadro del G20. Secondo Istituto per le relazioni internazionali e strategiche, prima di inaugurare una riforma del sistema monetario, sarebbe meglio rafforzare la legittimità del G20. Solo in questo modo Sarkozy potrebbe giocarsi la carta della riforma della governance mondiale.