G20: più vicina la tassa sulle transazioni finanziarie
La Francia caldeggia una tassa sulle transazioni finanziarie. A dichiararlo è stato il presidente Nicolas Sarkozy, in occasione della conferenza stampa di presentazione degli obiettivi della presidenza francese del G8 e del G20. Anche di questo discuterà con il presidente cinese Hu Jintao a fine marzo a Pechino, in occasione di un seminario sulla riforma del sistema monetario internazionale.
Tra le priorità della presidenza francese ci sono la riforma del sistema monetario internazionale, la tassa sulle transazioni finanziarie e l'instaurazione di un livello di base per una protezione sociale universale.
Per rispondere alle reticenze americane, Sarkozy ha affermato che Parigi non intende rimettere in discussione il ruolo del dollaro, nè instaurare un controllo dei capitali, ma al contrario stabilizzare il sistema monetario, attualmente troppo volatile.
Secondo Sarkozy la tassa sulle transazioni finanziarie rappresenta la formula migliore per reperire nuove risorse per i paesi in via di sviluppo, nonostante al momento sia avversata da molti. Per il governo francese la tassa è molto utile - considerando la crisi che abbiamo attraversato - a evitare ulteriori speculazioni. Quando è fine a se stessa o avviata solo per destabilizzare i mercati, la transazione finanziaria rappresenta, infatti, uno strumento pericoloso. Per redigere una proposta definitiva, presto il presidente affiderà a un esperto di fama internazionale il compito di trovare una soluzione innovativa al limite tra settore pubblico e privato.
L'idea di tassare le transazioni finanziare, che per molti anni circolava con il nome di Tobin Tax è tornata alla ribalta con la crisi economica.
In Europa, la Germania e l'Austria hanno difeso finora l'idea di una tassa simile a livello europeo, ma alcuni paesi dell'Unione la giudicano priva di senso, perchè rischierebbe di provocare una fuga di capitali. Nessun consenso poi è stato raggiunto a livello mondiale a causa dell'opposizione dei paesi emergenti e del Canada.
La Francia, inoltre, vorrebbe rafforzare il ruolo dell'Fmi, anche rimettendo mano ai suoi statuti. "Proporremo al G20 di elaborare un codice di condotta in materia di gestione dei flussi di capitali e una riforma degli statuti dell'Fmi, affinché prevalgano regole comuni. A tale proposito bisogna ricordare che in questo momento l'Fmi è diretto da Dominique Strauss-Khan, che per Sarkozy rappresenta il rivale più accreditato in vista delle prossime elezioni politiche.
Sarkozy propugna poi la regolazione dei mercati finanziari sulle materie prime, in particolare quelle energetiche ed agricole. "Se non facciamo nulla per evitare la volatilità dei prezzi delle materie prime, i paesi più poveri del mondo saranno nuovamente colpiti dalle carestie. Per avere delle previsioni certe e per evitare il perpetuarsi di crisi alimentari, dobbiamo creare una base comune di dati come quella di cui disponiamo per il petrolio".