UE: verso un sistema di brevettazione unitario
Prosegue la procedura di cooperazione rafforzata per l'adozione di un unico sistema di brevetti all'interno dell'UE. La proposta di istituire un brevetto comunitario risale all'agosto del 2000 e ha dato vita a numerosi dibattiti tra gli Stati membri, soprattutto a causa delle divergenze in merito al regime di traduzione da adottare e in particolare rispetto alla proposta della Commissione di utilizzare solo tre lingue: inglese, francese e tedesco.
Nella sessione del 25 novembre 2010 del Consiglio "Competitività" dodici Stati membri (Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Svezia e Regno Unito) hanno però avviato la procedura di cooperazione rafforzata, che permette di stabilire una più stretta collaborazione tra gli Stati interessati e di procedere anche in assenza di un consenso unanime, vanificando di fatto l'opposizione di Italia e Spagna.
L'obiettivo è creare un sistema di tutela brevettuale unitaria che riduca i costi di traduzione, i quali attualmente rappresentano il 40% delle spese complessive di registrazione di un brevetto in Europa.
Al momento, per produrre effetti un brevetto europeo deve essere convalidato nella maggioranza degli Stati contraenti della Convenzione sul Brevetto Europeo (CBE). I principali costi da sostenere riguardano:
- i costi delle traduzioni tecniche (85 euro per pagina);
- le tariffe dei rappresentanti professionali (150-600 euro per la convalida di un brevetto, a seconda dello Stato membro);
- le tasse ufficiali addebitate dagli uffici nazionali dei brevetti per la pubblicazione delle traduzioni (25 -400 euro).
Come sottolineato nel documento presentato alla Commissione, l'introduzione di un sistema unitario di brevettazione agevolerà:
- l'instaurazione di un mercato interno;
- la promozione del progresso scientifico e tecnologico.
Attualmente infatti le imprese, soprattutto le PMI, considerano il sistema dei brevetti esistente troppo costoso e complesso, a causa della limitata copertura territoriale che comporta numerosi passaggi burocratici presso gli uffici di registrazione dei vari Stati membri. Questa situazione determina di conseguenza una riduzione degli investimenti in ricerca e sviluppo.
Negli Stati membri che decideranno di non partecipare alla cooperazione rafforzata, il quadro giuridico in materia di brevettazione non subirà modifiche. Gli inventori stabiliti in questi Stati potranno comunque beneficiare della tutela brevettuale uniforme nei territori aderenti.
Se il Parlamento approverà al procedura di cooperazione rafforzata, la Commissione potrà procedere alla presentazione di due proposte legislative, una relativa al regime linguistico, l'altra sull'istituzione vera e propria di un sistema unitario di brevettazione.