Nella conferenza stampa che si è tenuta ieri, a conclusione del Consiglio dei Ministri che ha approvato il Documento di economia e finanza 2011, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in quanto ai contenuti del Programma nazionale riforma, ha confermato che la prima riforma sarà quella fiscale e che il piano per il meridione spazierà dalla fiscalità di vantaggio ai crediti d'imposta. Ma arriva un freno sull'uso dei fondi UE per tali finalità.
Il PNR infatti non entra nel dettaglio per quanto riguarda la tipologia di risorse da utilizzare, ma Tremonti si è detto ottimista per un assenso della Ue su fisco di vantaggio e credito di imposta, considerando quanto emerso dal vertice Ue dello scorso 11 marzo: "Per assicurare la diffusione di una crescita equilibrata in tutta la zona euro – si legge nel documento Ue – saranno previsti strumenti specifici e iniziative comuni ai fini della promozione della produttività nelle regioni in ritardo di sviluppo".
Tuttavia, in seguito alla proposta presentata alla Commissione, alcuni mesi fa, dal ministero dello Sviluppo economico (attraverso il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica) e dal ministero per i Rapporti con le regioni per impiegare a favore del credito di imposta una parte dei fondi Ue non ancora spesi, ieri, Ton van Lierop, portavoce del commissario Ue alle Politiche regionali Johannes Hahn, si è mostrato estremamente cauto spiegando che "l'obiettivo della politica di coesione è produrre investimenti supplementari. In presenza di crediti di imposta tale missione sarebbe vana, e verrebbe percepita come un semplice contributo all'alleviamento del livello di indebitamento delle autorità fiscali".
Aggiunge però che "la Commissione sta discutendo della possibilità di cofinanziare una proposta relativa a un credito d'imposta ad hoc, limitato al settore della ricerca e soggetto a criteri di controllo selettivi e rigorosi".
Resterebbero di difficile applicazione, secondo questa primo commento, sia il credito d'imposta per gli investimenti sia quello per l'occupazione, tradizionalmente più ambiti dalle imprese meridionali.
Per quanto riguarda la Banca per il Mezzogiorno, viene assicurato che dovrebbe essere pienamente operativa nell'estate-autunno del 2011.
Sempre nell'ambito del piano per il Sud, il PNR introduce le zone a burocrazia zero, annunciate come strumento sostitutivo delle zone franche urbane: il documento ne prevede, in ciascuna Regione meridionale, almeno 10, "controllate dal lato dell'ordine pubblico, ma a burocrazia zero, afferma Tremonti.
Nelle aree individuate i provvedimenti amministrativi dovranno essere conclusi entro tempi certi (normalmente entro 30 giorni), se necessario anche attraverso un commissario di governo.
Alle imprese potranno andare sussidi erogati direttamente dai Comuni e un trattamento preferenziale nell'attuazione dei piani di sicurezza pubblica. Benefici che le aziende potranno ricevere in contropartita "di un incremento dell'occupazione e di una maggiore effettiva lealtà fiscale".