Contratti: le risorse Fse al centro dei lavori per la riforma dell'apprendistato
Per il si al testo si dovrà attendere la Conferenza Stato-Regioni di luglio. In ballo 300-400 milioni di euro all'anno per implementare la riforma dell'apprendistato, finanziata dalle risorse ancora non utilizzate del Fondo sociale europeo (Fse). E' quanto emerso dal tavolo di lavoro dei giorni scorsi, tra Governo, Regioni e Sindacati, sulla verifica dei soldi incassati, ma ancora non spesi del Fse.
Per il periodo di programmazione 2007-2013, secondo uno studio condotto da Uil-Adapt, che verrà presentato nei prossimi giorni, l'Italia ha ricevuto da Bruxelles un contributo di 15,3 miliardi di euro, ripartito al 50% tra Centro Nord e Mezzogiorno; al 31 dicembre 2010 ne è stato speso poco meno del 16%, circa 2,4 miliardi euro.
Dunque ci sono da spendere ancora circa 13 miliardi di euro. In particolare, sul fronte Fse bisogna investire 2,5 miliardi di euro entro fine dicembre, altrimenti bisognerà restituirne una parte all'UE. "Un suicidio", ha commentato Gugliemo Loy della Uil.
Pertanto, le parti sociali vorrebbero utilizzare le risorse comunitarie del Fondo sociale europeo, finalizzate a combattere la disoccupazione e creare nuovi posti di lavoro, nella misura di 300-400 milioni l'anno, per incentivare le aziende ad assumere apprendisti e far partire così la riforma dell'apprendistato, che ieri ha ricevuto un sostanziale via libera anche dalle Regioni.
Secondo la ricerca, la restante parte sarà destinata agli ammortizzatori in deroga e alla formazione, compresa quella professionale.
Risorse nazionali potrebbero arrivare dal Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas), da utilizzare per esempio per estendere il beneficio di non computare per un ulteriore anno, in caso di stabilità del contratto, il costo del lavoratore apprendista dalla base imponibile Irap.
"Il testo è migliorato", ha spiegato Gianfranco Simoncini, coordinatore degli assessori regionali al Lavoro: "Sono state garantite le competenze delle Regioni sulla certificazione delle competenze e la regolamentazione dell'apprendistato per il conseguimento della qualifica e del diploma professionale", si è concordato l'innalzamento a 25 anni dell'apprendistato per la qualifica ed è stato scongiurato il rischio che venissero scaricati sulle Regioni oneri finanziari non propri.
Per proseguire il suo cammino però, è necessario che la riforma dell'apprendistato passi in conferenza Stato-Regioni. Era in calendario ieri, ma è saltata e rinviata a luglio poichè le Regioni hanno disertato l'incontro con il ministro Raffaele Fitto in polemica con il Governo su altri temi: il federalismo, le prestazioni sanitarie (mancano all'appello 486 milioni che servono a evitare l'arrivo dei ticket) e sui 425 milioni per il trasporto pubblico, ancora in stand-by.
I Governatori torneranno a sedersi al tavolo col Governo solo quando otterranno un incontro politico che concretizzi gli impegni presi.
Giorgio Santini della Cisl auspica che la situazione possa sbloccarsi presto. Fulvio Fammoni della Cgil ha chiesto invece alle Regioni di aprire un tavolo ad hoc sull'apprendistato a 15 anni, riconoscendo i significativi passi avanti fatti nel testo, tra cui "l'aver riconosciuto che sull'apprendistato decidono solo i contratti nazionali (e non più anche quelli territoriali e aziendali)".