Ue: Barnier, Unione bancaria è importante come l'euro
La sfida dell'Unione bancaria, nelle stanze di Bruxelles, è sullo stesso piano di quella della moneta unica. E' l'analisi che Michel Barnier, vicepresidente della Commissione con delega al Mercato interno, ha lanciato nel corso di un incontro all’Ambasciata di Francia a Roma, durante il quale ha avuto occasione di confrontarsi con l'ex premier Mario Monti. Per entrambi l'integrazione comunitaria ha fatto grandi passi ma non bisogna arrestare l'impeto degli ultimi mesi. Puntando soprattutto sulle nuove regole per gli istituti di credito.
L’obiettivo principale del prossimo futuro è realizzare l’Unione bancaria: “Dopo l'euro – spiega il commissario – l’Unione bancaria è il nostro più grande progetto comune”. Un progetto importante se pensiamo “che l’11% del Pil europeo è stato dedicato negli ultimi cinque anni a garanzie e sovvenzioni per salvare il settore bancario”. Non possiamo accontentarci di essere un continente unito solo sul fronte dei servizi, “bisogna avere coraggio e audacia e lanciarsi in nuovi progetti in comune”. Per questo l’Unione va concretizzata. “Penso che usciremo da questa crisi più forti facendo quello abbiamo detto a livello europeo e dei singoli paesi. Facendo le riforme e gestendo meglio i bilanci”.
Monti: "Non arrestare le riforme"
Anche se, secondo l’ex premier Mario Monti, non bisogna sottovalutare l’impeto con il quale negli ultimi anni l’Europa è riuscita ad avanzare. “Già quand’ero io commissario si parlava di temi come l’approvazione preventiva del bilancio dei singoli paesi da parte di Bruxelles o come la verifica da parte di Eurostat delle statistiche di finanza pubblica dei singoli paesi membri. All’epoca sembravano irrealizzabili. Negli ultimi anni siamo andati avanti con una buona velocità”. Ma non ci si può arrestare, perché “le riforme istituzionali nell’Unione europea sono fondamentali, la soluzione dei problemi richiede tempi sempre più lunghi e procedure complesse”.
Troppa austerità uccide la crescita
Il consolidamento, comunque, deve essere accoppiato alle politiche per lo sviluppo. “Troppa austerità – spiega il commissario - può uccidere la crescita”. E rivendica di essere stato tra i primi a sostenere la necessità di “attuare le regole sui conti pubblici tenendo conto della congiuntura e guardando ai vari paesi, caso per caso”. In quest’ottica è “legittima” la richiesta dell’Italia di scontare dai vincoli fissati per la finanza pubblica alcune tipologie di investimenti produttivi.
La Grecia non è sola
Una parte del dibattito si gioca sul concetto di solidarietà. Il vicepresidente, che non dimentica di esprimere “fiducia” nei confronti del governo guidato da Enrico Letta, parla dell’accordo sugli aiuti alla Grecia, appena varato dall’Eurogruppo. “Dimostra che Atene si è rimessa sulla strada giusta, innanzitutto grazie agli sforzi fatti dal popolo greco, ma anche grazie alla solidarietà” del resto d'Europa. “La Grecia non è sola - ha aggiunto - e nemmeno Cipro”.
Della parola solidarietà, però, secondo Monti non bisogna abusare. “Nei paesi dell'Europa meridionale usiamo la parola solidarietà troppo, anche quando non è necessaria, spesso come invocazione verso i paesi del Nord Europa”. In politica internazionale “la solidarietà è magnifico ottenerla, bellissimo che ci sia ma è difficile pretenderla”. E soprattutto “è controproducente chiamare solidarietà qualcosa che in realtà non ha bisogno di scomodare questo termine, perché in realtà si tratta di un proprio interesse inteso in modo illuminato”.