Lunedi' dell'innovazione: cultura e creativita' motore di crescita
'I lunedì dell'innovazione' propone per questo mese un’analisi sul ruolo della cultura e della creatività come elementi necessari allo sviluppo dell'innovazione.
Con la conferenza 'Creatività e innovazione come motore per la crescita economica, il ruolo della cultura e dei territori”, tenutasi a Bruxelles il 19 novembre e promossa dal Coordinamento delle Regioni Italiane, all’interno del semestre di presidenza Italiana del Consiglio, è emerso un chiaro segno delle strategie che si intendono perseguire, in Italia e in Europa.
La conferenza è stata suddivisa in una sessione plenaria e 4 sessioni tematiche:
- La cultura come driver di sviluppo territoriale e locale;
- Il ruolo del settore dell'audiovisivo e delle arti performative nelle strategie di sviluppo locale;
- Spirito imprenditoriale: nuovi modelli di business;
- Effetti di spill over delle industrie culturali e creative: i benefici di un approccio cross-settoriale.
In seguito alla crisi, la cultura e le industrie creative si sono dimostrate le più resistenti grazie alle soluzioni innovative che hanno adottato e che hanno contribuito alla crescita e all'occupazione.
Già nel 2010, dal Libro verde sulle industrie culturali e creative emergeva che il settore produce una quota significativa del prodotto interno lordo europeo (il 7%) e quasi 6 milioni di addetti dimostrano che è un comparto in grande espansione, nonostante la crisi.
Per dare dimostrazione di ciò, hanno preso parte al dibattito diverse Regioni, presentando esperienze regionali e locali in cui cultura, industrie creative, enti pubblici e privati si sono maggiormente integrati e hanno generato ricchezza per il territorio. Queste esperienze potranno attrarre investimenti, se condivise a livello europeo in modo da garantire sinergie e generare un significativo impatto nei diversi settori economici.
“L’evento rappresenta uno sforzo collettivo per dimostrare che la cultura può portare alla crescita, per dimostrare che cultura e creatività fanno l’innovazione: i territori sono fondamentali. Non ci può essere crescita in Europa se non si riparte dalla cultura e da un’innovazione che deve emergere dal livello locale”, come sottolineato da Lorenza Badiello, della Regione Emilia Romagna.
Europa Creativa
La presidente della Commissione Cultura del Parlamento europeo Silvia Costa ha invece evidenziato come nella nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020, si è voluta lanciare una grande sfida non considerando la cultura un settore a se stante ma una risorsa orizzontale di sviluppo sostenibile. La cultura deve essere considerata come quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, oltre a quelli ambientale, economico e sociale.
Nella nuova programmazione europea infatti si è cercato di inserire molta complementarità tra i programmi europei, come nel caso di “Europa Creativa”, che fa spesso riferimento ai cluster e ai distretti, necessari per costruire filiere nel settore culturale, agli incubatori d’impresa, alla crescita dei piccoli-medi operatori culturali come volàno di nuove attività e di occupazione intelligente, soprattutto giovanile, agli investimenti nel settore digitale, che sta modificando moltissimo il modo di produrre, fruire e distribuire i prodotti, senza dimenticare, nel contempo, il ruolo dell’autore, dell’artista e del creativo senza il quale la cultura non si rigenera.
Horizon 2020 e i PSR
Un altro esempio riguarda Horizon 2020, che ha incluso le industrie culturali e creative, il patrimonio culturale e le scienze umanistiche dedicando un’ampia parte del budget complessivo a bandi legati alla ricerca applicata sui temi culturali.
Altra opportunità, citata dalla Costa, è costituita dai programmi di sviluppo rurale, dotati di 90 miliardi per tutto il settennato, che consentiranno, attraverso un’azione congiunta con i Gruppi di azione locale (GAL) e progetti strategici, di sviluppare maggiori servizi culturali legati al turismo: un ambito nel quale soprattutto l’Italia deve giocare la sua partita.
Un esempio è costituito dall'investimento sulla “via francigena”, con l’impegno dell’Italia a completarne il tracciato fino a Gerusalemme e a creare degli itinerari culturali europei. Guardando all’esempio di Matera e al lavoro svolto per diventare capitale europea della cultura, non riducendosi semplicemente a proporre un anno di eventi culturali, ma cogliendo l’occasione per un ripensamento della città, si impara che possono nascere nuove professionalità quando non si considera la cultura un elemento marginale ma ispiratore di innovazione in tantissimi campi.
Matera, ha fatto la differenza per questa capacità di avere una concezione partecipativa della valorizzazione non solo del patrimonio ma anche della contemporaneità, di creare l’attesa e di essere aperta a tutte le generazioni. Il tenere insieme generazioni, patrimonio e creatività, antico e contemporaneità è ciò che ha fatto di Matera una città vincente.
La sfida delle Regioni
La sfida per le Regioni è quella di fare programmazione, di essere alla regia dello sviluppo e aiutare i programmi integrati e la filiera dei soggetti a fare start up anche in collaborazione con le università.
Tra i risultati attesi c’è una maggiore partecipazione del livello locale alle politiche europee e ai dibattiti relativi alle policy, la volontà di creare una piattaforma transnazionale su questi temi invitando Regioni e città d’Europa. Sarà una piattaforma informale e aperta per agevolare scambi di progettualità strategiche e per contribuire allo sviluppo della cultura d’Europa.
Photo credit: Fondazione Milano / Foter / CC BY-NC-SA